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I frati ribelli saranno divisi: padre Giovanni rimarrà in Casentino, il fratello sarà trasferito a Fiesole

I due si erano opposti alla decisione dell'ordine domenicale

I frati ribelli saranno divisi: padre Giovanni rimarrà in Casentino, il fratello sarà trasferito a Fiesole
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"Di qua me ne vado solo legato mani e piedi". E poi: "Dovranno chiamare i carabinieri". Lo aveva detto chiaramente Padre Giovanni Serrotti, 87 anni, il frate domenicano che l'ordine religioso vuole trasferire, insieme al fratello maggiore Giuseppe, dal santuario di Bibbiena (in provincia di Arezzo) di Santa Maria del Sasso a Fiesole. Un semplice trasferimento per l'ordine, ma per Padre Giovanni uno sfratto.

Adesso i due fratelli saranno divisi. Padre Giovanni rimarrà nel Casentino, mentre Giuseppe andrà a Fiesole.  Era fissato per oggi, lunedì 15 gennaio 2024, il termine per il trasferimento. Ieri l'ultima Messa.

I fratelli divisi

Ieri, domenica 14 gennaio 2024, l'ultima Messa a Santa Maria del Sasso. In tanti i fedeli che sono accorsi a salutare i due frati. Infatti, dopo molti incontri i due fratelli saranno divisi. Padre Giuseppe verrà trasferito, appunto, a Fiesole, mentre padre Giovanni rimarrà a Bibbiena.

"Una chiesa gremita di fedeli per dare il saluto a Padre Giuseppe, che ha comunicato di accettare - suo malgrado - l'ordine di trasferimento a Fiesole - ha detto il sindaco di Bibbiena, Filippo Vignoli. Padre Giovanni invece rimarrà come già aveva anticipato", ha detto il sindaco di Bibbiena, Filippo Vignoli.

"Un grazie immenso va ad entrambi - ha scritto ancora il primo cittadino - per quello che hanno fatto e fanno, per quello che sono stati e che sono per la nostra comunità: due fari guida! Un grande grazie e saluto a Padre Giuseppe nella speranza di rivederlo presto qui a Bibbiena".

 

La storia dei due frati ribelli

Li hanno chiamati frati ribelli, padre Giuseppe e Giovanni Serrotti, rispettivamente di 90 e 87 anni e loro di obbedire non ne avevano proprio intenzione. Nonostante, l'ordine dei Domenicani, provincia italiana di Roma, avesse confermato di nuovo il trasferimento. E lo ha fatto con una nota, diffusa sabato scorso.

"Il consiglio della Provincia ha preso coscienza di come i padri Giuseppe e Giovanni Serrotti necessitino di cure e assistenze che consentano loro di trascorrere serenamente e in sicurezza gli anni a venire". Tradotto, devono essere trasferiti. E la scelta era su Fiesole, ma a sentire l'ordine sarebbe stata una decisione condivisa. Lo ha confermato sempre l'ordine nella nota:

"La scelta del convento di Fiesole del consenso maturato da entrambe le parti, anche sulle tempistiche dello spostamento". E poi aggiungono: "abbiamo recepito con sorpresa e profondo dolore la loro decisione di venir meno all'accordo raggiunto", anche se "rimaniamo convinti che la decisione presa insieme sia la soluzione migliore".

"Sia chiaro –aveva detto padre Giovanni al telefono al Corriere Fiorentino – che io non ho cercato nessuno. Non sono io che sobillo gli animi. Ma se qualcuno mi cerca rispondo e dico quello che penso". E quel che pensa è chiaro: resto dove sono.

"Lo dico anche a nome di mio fratello. Ha qualche problema a una gamba ma col bastone cammina e la testa funziona. Quanto a me ho compiuto gli anni a dicembre, mi sento ancora in grado di dare il mio contributo".

Adesso la svolta.

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