Un grande dolore

Il mondo della moda piange Davide Renne, lo stilista toscano morto a 46 anni per un malore

Era nato a Follonica e da pochi giorni era stato nominato direttore creativo della Maison Moschino: "Al liceo scientifico disegnavo abiti femminili"

Il mondo della moda piange Davide Renne, lo stilista toscano morto a 46 anni per un malore
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E’ morto improvvisamente, venerdì 10 novembre a Milano, Davide Renne, stilista toscano, notissimo nel settore della moda nazionale, da poche settimane nominato direttore creativo della maison Moschino. 

Aveva 46 anni e qualche giorno prima era stato ricoverato in ospedale per un problema cardiaco a causa di un malore che lo aveva colpito proprio mentre stava iniziando questa nuova entusiasmante sfida professionale, dopo la nomina ufficiale del gruppo Aeffe che lo aveva scelto sei mesi dopo la chiusura dei rapporti con il designer americano Jeremy Scott.

Davide Renne era nato a Follonica dove era cresciuto e dove aveva frequentato tutte le scuole fino al diploma al Liceo Scientifico. Molto legato alla sua terra, ne aveva parlato anche il giorno della sua nomina a direttore creativo di Moschino, come riportato nel comunicato ufficiale della casa di moda:

«Tutta la mia vita mi ha portato a intraprendere un viaggio di esplorazione: dopo tutto sono nato in Toscana, a Follonica nel 1977 a due passi dal Mar Tirreno, uno specchio d'acqua magico le cui scogliere, secondo la mitologia greca, ospitavano i quattro venti custoditi da Eolo. Mi sono accorto al Liceo Scientifico che, per qualche misterioso motivo, continuavo a disegnare abiti femminili. Nonostante ciò, pensavo che da grande avrei studiato architettura, ma gli studi al Polimoda di Firenze mi hanno regalato un senso di assoluta libertà. E hanno aperto la strada a un percorso creativo che, ho scoperto presto, è diventato la mia vita. Subito dopo la laurea, ho lavorato presso Alessandro Dell’Acqua: Alessandro è stato il mio primo maestro e mentore nella moda. Sono poi andato da Gucci dove ho passato due decenni straordinari come Head Designer for Womenswear. Gli ultimi otto anni di questo periodo li ho trascorsi insieme ad Alessandro Michele: lui mi ha insegnato a sognare in grande, mi ha incitato e mi ha aiutato a realizzare i miei sogni. La moda, come la vita, ci dà modo di scoprire noi stessi. Non mi piace la moda che detta risposte, sono più propenso a trovare la domanda giusta, poi le risposte arriveranno nel dialogo dello stilista con il pubblico: la moda è, per sua stessa natura, fatta su misura. Prendere il timone della casa creata da un genio del design italiano e dell’arte contemporanea è un onore che non prendo alla leggera. Mi sono reso conto che Franco smette di apparire un'eccezione solo quando si considera il suo lavoro non al di fuori ma oltre i confini della moda, come artista contemporaneo. È stato il creatore di un concetto modernissimo di lusso, attuale oggi più che mai: il suo lavoro è presente anche se Franco non è più qui. Ci ha insegnato che la moda non può essere spiegata, può solo essere vissuta perché riguarda essenzialmente, intimamente, la vita, il mondo che ci circonda. Questa è, per me, la poesia della moda. Vedo la moda come un dialogo in cui avviene la creazione della bellezza».

La sua famiglia, scossa dal dolore per questa improvvisa scomparsa, è stata abbracciata dalla comunità di questa bella e vivace località balneare della costa sud della Toscana, dove l’acqua è più cristallina che mai, in provincia di Grosseto. Il padre Albino, ex capostazione, la madre Melina, titolare di uno storio negozio di ferramenta e la sorella Michelle tatuatrice con uno studio in città, soffrono oggi la morte di un figlio e un fratello che avevano visto andar via presto dalla Toscana per inseguire i suoi sogni, appunto nel mondo della moda. 

 

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«Non ci sono parole per descrivere l’incommensurabile dolore che stiamo vivendo in questo momento così drammatico - ha dichiarato Massimo Ferretti, presidente esecutivo di Aeffe, società controllante il brand Moschino -. Davide si era unito a noi solo pochi giorni prima di morire, quando un malore improvviso ha stroncato troppo presto la sua giovane vita. Non riusciamo ancora a credere a quello che è successo. Con Davide stavamo lavorando a un progetto ambizioso, pieni di entusiasmo e di ottimismo verso il futuro. Anche se è stato con noi solo per pochissimo tempo, è stato in grado di farsi subito amare e rispettare. A noi resta oggi la responsabilità di portare avanti ciò che la sua fantasia e creatività avevano solo immaginato. Ci stringiamo alla famiglia e ai numerosissimi amici di Davide con affetto».

«Non vedo l’ora di iniziare: ci divertiremo. Insieme - aveva detto Renne pochi giorni prima di morire, appena presa la guida di Moschino -. Franco Moschino aveva soprannominato il suo studio ‘la sala giochi’. È così: ciò che la moda, soprattutto quella italiana, e la Maison Moschino in primis, può realizzare con la sua influenza, dovrebbe essere sempre fatto con un senso di gioco, di gioia. Un senso di scoperta e sperimentazione». 

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