Open Arms sbarca al porto di Carrara. In Toscana 85 migranti, ma i centri di accoglienza sono già pieni
Di questi 34 sono minori non accompagnati. La sindaca Arrighi: "Difficoltà sul collocamento nelle strutture"
"Dopo più di 3 giorni di navigazione e dopo aver evacuato a Lampedusa una donna in precarie condizioni di salute accompagnata dal marito, le 176 persone soccorse a bordo della OpenArms possono scendere". Scrive così la Ong Open Arms dopo aver attraccato al porto di Carrara. Le operazioni si sono svolte ieri, mercoledì 4 settembre 2023.
Sbarcati 176 migranti, molti i minori
C'è anche una gattina tra i 176 migranti sbarcati. Si chiama Cookie, la piccola felina che ha viaggiato con Ganan, Wedad e Naves, figlia, madre e nonna siriane che sono fuggite dalla Siria. Nel lungo viaggio della speranza hanno deciso di portarsi dietro anche l'animale domestico.
Sono 85, invece, i migranti che resteranno in Toscana. Di questi 34 sono minori non accompagnati. Resta un'incognita l'accoglienza visto che quasi tutti i centri sono già saturi.
Era il 16 settembre 2023 quando la nave della Ong OpenArms prese il largo dal porto apuano.
"Ci auguriamo che per tutti loro sia l’inizio di una vita più giusta e pacifica", hanno detto dalla Ong spagnola. Ma non sarà così facile.
Intanto i migranti sono stati trasferiti temporaneamente al Carrara Fiere, poi, come detto, saranno trasferiti negli altri centri del territorio.
"Ci sono alcune difficoltà sul collocamento nelle strutture di accoglienza, soprattutto per i minori — ha detto la sindaca di Carrara, Serena Arrighi — C’è molta difficoltà a trovare associazioni disposte a intervenire per la gestione, perché le tariffe giornaliere sono molto basse, e sarebbe una cosa da rivedere da parte del governo".
E le polemiche con il Governo non mancano, soprattutto da parte della Regione Toscana. E' l'assessore regionale alla Protezione civile, Monia Monni, ad affondare il colpo, ricordando un episodio di qualche settimana fa.
"Non si può valutare a vista l'età dei minori"
"Alla Marmo Fiere di Carrara c’erano più di 100 persone esauste - ha ricordato Monni - mentre lo sbarco non era ancora finito. Tra loro un ragazzo, che se fosse nostro figlio chiameremmo bambino, di 14 anni. Solo. Nessuna famiglia o parente. Forse non sono riusciti a partire, forse non sono riusciti ad arrivare.
Lo stavamo cercando in mezzo a quella folla di volti stremati e volontari che provavano a sorridere, per poterlo mandare in una struttura adeguata. Ci abbiamo messo un po’, in realtà, proprio perché cercavamo un bimbo. In realtà era un ragazzone grande, con occhi ancora più grandi e neri come il buio del mare che ha conosciuto, quello che farebbe sentire piccolo chiunque, che ti leva tutti i punti di riferimento, che forse si è preso la sua famiglia o i suoi amici.Era ancora perso in quell’oscurità e in ricordi che nessuno dovrebbe portare incisi sulla pelle. Non ha detto una parola, ma quello che si vedeva nello sprofondo di quegli occhi non ne aveva bisogno".
"A vista. Come se il fatto che “sembrano grandi” potesse determinare il fatto che lo sono - ha aggiunto l'assessore regionale - Sono ragazzini con storie feroci addosso, che meriterebbero di essere trattati da ragazzini, che avrebbero il diritto di essere bambini o adolescenti, cosa che la vita fino ad ora gli ha negato. A vista. Come se quello che vedi non dipendesse da come guardi.Io, per esempio, spesso la notte rivedo gli occhi di un ragazzino dell’età di mia figlia e ogni volta ci trovo un terrore che non dovrebbe stare nello sguardo di nessun ragazzino".