Il caso

Il generale Vannacci rimosso dall'incarico all'Istituto geografico militare

Il ministro della difesa Crosetto ha annunciato un esame disciplinare, il comandante dell'istituto geografico militare precisa: "nessun passo indietro, mai avuto paura delle mie opinioni"

Il generale Vannacci rimosso dall'incarico all'Istituto geografico militare
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AGGIORNAMENTO: Il generale Vannacci rimosso dall'incarico all'Istituto geografico militare

 

E’ polemica aperta e sempre più infiammata sui contenuti del libro scritto e autoprodotto dal Generale dell’Esercito Roberto Vannacci dal titolo “Il mondo al contrario”. Una vera e propria bufera quella scatenata da uno dei militari con le più alte cariche in Italia, originario della Spezia, attualmente comandante dell'Istituto Geografico Militare di Firenze, ha ricoperto ruoli di comandante della task force 45 durante la guerra in Afghanistan e comandante dei paracadutisti sia del Reggimento di Livorno, sia della Folgore a Pisa. 

Il volume riporta, secondo una ampia rappresentanza politica e culturale del paese, passaggi e parole ritenute inaccettabili in particolare quando vi e un riferimento alla società contemporanea, secondo l’autore, schiava di posizioni estreme, delle lobby.  “Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione - queste le parole del comandante sul suo libro -. Non solo ve lo dimostra la natura, che a tutti gli esseri umani concede di riprodursi, ma lo dimostra la società: rappresentante una strettissima minoranza del mondo”. 

Oppure, nel mirino delle critiche, è finito anche un pezzo in cui Vannacci approfondisce il tema dell’italianità: “Anche se abbiamo seconde generazioni con gli occhi a mandorla, il riso alla cantonese e gli involtini primavera non fanno parte della cucina e della tradizione nazionale. Anche se Paola Enogu è italiana di cittadinanza, è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentino l’italianità”. 

Il libro “Il mondo al contrario” del generale, affronta anche molti altri temi, tra i quali, l’immigrazione, l’occupazione abusiva, migranti, politiche di inclusione ritenute “discutibili”, con un punto di vista che oggi, nell’epoca della iper globalizzazione europeista, appare come arcaico, medievale, omofobo e, per qualcuno, addirittura fascista. 

Da Nardella a Zan, tutti contro

Contro l’opera del generale si sono scagliati un po’ tutti. Il sindaco Nardella è stato molto duro: “Le parole espresse da Roberto Vannacci nel suo libro, stando a quanto riportato dai mezzi di informazione, sono di una gravità inaudita e mi lasciano sconcertato, anche perché espresse da un servitore dello Stato, un alto ufficiale dell'Esercito italiano nonché comandante di una storica e prestigiosa istituzione di Firenze come l'Istituto Geografico Militare. Firenze è città universale, impegnata per i diritti delle persone contro ogni discriminazione: per noi è inaccettabile che una Istituzione della nostra città sia guidata e rappresentata da una persona che manifesta idee così aberranti e offensive. Mi chiedo che giudizio diano e cosa pensino di fare a riguardo le autorità governative”.

Anche l’Onorevole del PD Alessandro Zan si è inserito nella polemica su twitter.

“Grave e allarmante che un generale dell’esercito in carica pubblichi un saggio politico, tanto più intriso di idee antidemocratiche, razziste, omofobe e misogine, in palese contrasto con la Costituzione. Serve un intervento urgente dello Stato Maggiore della Difesa per tutelare la credibilità e l’onorabilità delle nostre forze armate”.

Crosetto: “Avviato esame disciplinare”

Dal governo è arrivata subito la risposta del Ministro della Difesa Guido Crosetto: “Il Generale Vannacci ha espresso opinioni che screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione. Per questo sarà avviato dalla Difesa l’esame disciplinare previsto”. 

crosetto tweet

 

“Frasi decontestualizzate”

Roberto Vannacci, nonostante le feroci critiche e gli avvertimenti anche del Governo, non ha cambiato posizione: “Al ministro non replico, mi attengo a quelle che sono le sue disposizioni. Ciò che mi procura disagio è la strumentalizzazione: sono state estratte frasi dal contesto e su queste sono state costruite storie che dal libro non emergono. Sono amareggiato dalla decontestualizzazione e dal processo a delle opinioni: Giordano Bruno lo hanno bruciato perché aveva un pensiero controcorrente, meno male abbiamo superato quei momenti”. Lo stesso sostiene in riferimento al pezzo del libro in cui si cita Paola Enogu: “È italiana, gareggia e rappresenta sicuramente l’Italia. Quello che dico è che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità come raffigurata da 4mila anni di storia fin dagli affreschi degli etruschi. Se vai in Papua Nuova Guinea e chiedi di fare il ritratto di un italiano non lo disegnano con la pelle nera perché tradizionalmente non siamo neri”.

“Mai avuto paura delle mie opinioni”

“Se metterò a rischio la carriera lo avrò fatto per una giusta causa: la lotta al pensiero unico. Gli omosessuali non sono normali tanto quanto non lo sono io. Sono una persona che ha fatto scelte diverse, cose e di cui vado fiero. E sarei altrettanto fiero se fossi omosessuale".

E poi riguardo alle accuse di razzismo replica: “Ho combattuto fianco a fianco, mano nella mano, con persone di etnia africana, mediorientale, tajiki, pasthun. L’accusa di razzismo è un’invenzione dei media. Senza mai tirarmi indietro ho rischiato la pelle per ideali e principi di etnie diverse, se non le vogliamo chiamare razze, ma non possiamo dire che non esistono etnie, culture, civiltà diverse”. Il libro lo riscriverei senza alcun problema, mai avuto paura delle mie opinioni”.

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