Emergenza migranti: profughi come pacchi da un porto all'altro. "Sistema toscano" in difficoltà
Dalla Regione: ""Governo offra delle soluzioni e non scarichi tutto su Regioni e Comuni"
Spostati come pacchi, da un porto all'altro. A Carrara una giovane donna incinta di qualche settimana ha abortito alla Marmo Fiere, un'altra ha dovuto essere ricoverata per una gravidanza extra uterina e in tanti presentano evidenti segni di torture e sono sotto shock. Sono solo alcune delle condizioni dei migranti che sono sbarcati nei giorni scorsi nei porti di Livorno e Carrara in Toscana.
Una situazione di allarme che sta mettendo in difficoltà il sistema di accoglienza.
"Bisogna fermarsi rapidamente e riscrivere completamente le regole del gioco, altrimenti questo è un tema che non risolverà nessuno- avverte- vivremo costantemente un’emergenza che non c’è. Quest’anno infatti non sapremo che numeri avremo, perché sono fuori controllo, ma ogni anno arrivano 150-170 mila persone. E continueranno ad arrivare, che ci ci piaccia o no”, aveva dichiarato Matteo Biffoni, delegato nazionale Anci Immigrazione nonché sindaco di Prato.
A bordo delle navi minori e persone fragili
Nonostante la richiesta della Regione Toscana di far scendere donne, minori e soggetti fragili nello scalo apuano, ben 73 minori - alcuni dei quali anche molto piccoli - ed altre persone fragili sono stati lasciati a bordo per altre 6 ore di navigazione. Medici Senza Frontiere ha denunciato questa situazione e sottolineato di aver informato le autorità dello stato di salute dei migranti a bordo.
Le assessore regionali alla Protezione civile Monia Monni e al sociale Serena Spinelli concordano con la protesta di Medici Senza Frontiere e ricordano che “come Regione Toscana abbiamo prima chiesto di non dividere in due lo sbarco dei migranti della Geo Barents, poi di far scendere a Carrara donne, bambini e fragili perché per la Protezione civile regionale sarebbe stato possibile allestire soltanto in un porto le strutture della Cross, del Meyer e delle associazioni necessarie per l’assistenza sanitaria, pediatrica e per le procedure anti-tratta. Questo non è avvenuto: minori e persone in condizioni di fragilità sono state lasciate a bordo in condizioni difficili.
Si viola la dignità delle persone a bordo, che dopo un viaggio devastante sono state lasciate per altre lunghe ore sotto il sole a Carrara per assistere allo sbarco di parte dei passeggeri, poi fatte di nuovo navigare per 6 ore per coprire un tratto di pochi km. Non è questo il modo di gestire gli sbarchi”.
Monni e Spinelli "Organizzazione disumana e inefficiente"
“Si gioca sulla pelle delle persone – aggiungono le l’assessore - e si fiacca il sistema di assistenza dei nostri servizi sociali e sanitari territoriali e di protezione civile. Noi ci mettiamo a disposizione ma dobbiamo lavorare insieme per trovare il modo migliore possibile di gestire gli sbarchi. Ringraziamo anche questa volta i nostri volontari, gli operatori sociosanitari e della Protezione civile, ma non possiamo permettere che vengano spremuti fino allo sfinimento”.
“Questa organizzazione è disumana ed inefficiente. Il sistema di Protezione Civile non può fornire assistenza adeguata per 2 giorni consecutivi – aggiungono Monni e Spinelli – Abbiamo finito i lavori dello sbarco a Carrara questa mattina alle 7, avevamo chiesto che almeno tutte le situazioni più delicate fossero sbarcate lì e questo non è avvenuto.
I sopravvissuti sono in condizioni critiche ed hanno bisogno di supporto immediato, non di essere spostati come pacchi, senza logica e senza umanità. A Carrara una giovane donna incinta di qualche settimana ha abortito alla Marmo Fiere, un'altra ha dovuto essere ricoverata per una gravidanza extra uterina e in tanti presentano evidenti segni di torture e sono sotto shock. Il Governo deve smettere di improvvisare nella gestione dei migranti".
"Governo offra delle soluzioni e non scarichi tutto su Regioni e Comuni"
"Il sistema dell’accoglienza è allo stremo, non ci sono più posti e non è stato rifinanziato con nuove risorse - dicono ancora le due assessore - Non basta proclamare uno stato di ‘emergenza’, crediamo che sia il momento di finirla con i proclami e di mettersi ad un tavolo a cercare insieme le soluzioni perché gli arrivi stanno aumentando, non solo via mare, e noi non vediamo né una risposta né una prospettiva”.
È incomprensibile umanamente e organizzativamente costringere i sopravvissuti a viaggi più lunghi, sbarchi multipli e nuovi trasferimenti in pullman, magari a Taranto o Brindisi – concludono - Inoltre non possiamo solo parcheggiare queste persone, lasciando che l’accoglienza sia condotta ormai dagli albergatori e non dalle associazioni del terzo settore.
Bisogna lavorare seriamente per l'inclusione, altrimenti consegnamo queste persone all’invisibilità, con l'esigenza di mettere insieme il pranzo con la cena e quindi possibili prede della criminalità e l'unico modo per farlo è strutturare un'accoglienza dignitosa, non questo pasticcio a cui stiamo assistendo. E’ una filiera che va interrotta. Il Governo deve smetterla di fare propaganda sulla pelle degli ultimi e scaricare tutto sulle spalle di Regioni e Comuni, deve offrire soluzioni”.