Geniale e malinconico, una carriera da fuoriclasse: le dieci scene iconiche dei film di Francesco Nuti
La morte nello stesso giorno in cui è deceduto anche Silvio Berlusconi sembra l'ultima beffa dell'artista pratese
Partiamo dalla data: 12 giugno 2023, un giorno che resterà impresso della storia d’Italia per la scomparsa di Silvio Berlusconi. Chi vive in Toscana, soprattutto le generazioni degli oggi 40enni e 50enni, però lo sa che c’è un altro lutto, così profondo che ci fa stringere lo stomaco.
È morto Francesco Nuti, quasi nello stesso momento dell’imprenditore ed ex premier, come a voler chiudere i conti con la vita che non sempre gli aveva voluto bene, senza troppi clamori. Senza l’obiettivo di un camera puntata in faccia. Beffando gli spettatori forse per strappare loro un sorriso e limare quella personalità a tratti fragile non sempre adatta a contestualizzarsi nel ruvido quotidiano.
Cecco da Narnali, così non hanno mai smesso di chiamarlo gli amici più stretti e le persone che lo hanno visto crescere nella frazione pratese, se n’è andato lasciando un patrimonio artistico ed emotivo enorme. Dai suoi esordi con monologhi geniali o improvvisati sui palcoscenici dell’istituto “Buzzi” dove si era diplomato, all’esperienza dei Giancattivi con Athina Cenci e Alessandro Benvenuti, al cinema come attore e successivamente regista, alla musica dove spicca la partecipazione nel 1988 al Festival di Sanremo con il dolcissimo brano “Sarà per te”. Un tratto indimenticabile, chiaro e riconoscibile dalla commistione dello spunto artistico innovativo e luccicante del fuoriclasse con una velata malinconia poi sfociata nella depressione.
Così lo descrive lo storico giornalista cinematografico Giovanni Bogani: “La sua figura magra, i suoi riccioli, la sua giacchetta di velluto a costine troppo larga, il suo girovagare nei primi film – nelle strade di Prato in “Madonna che silenzio c’è stasera” del 1982, una Prato notturna e disadorna, mai tanto valorizzata dal cinema – fanno correre il pensiero a colui che forse era uno dei modelli inconsapevoli della sua figura: Charlie Chaplin. Tutti e due soli, tutti e due con una sorta di sgualcita eleganza, tutti e due alla ricerca continua dell’amore, e impegnati a sfuggire alle trappole della vita. Forse non è stato il nostro Chaplin, ma è stato il nostro Francesco Nuti, struggente e vero come noi, infantile e a tratti prepotente, ferito e solitario, romantico e sbruffone, coraggioso e spesso sconfitto. E noi lo amiamo così”.
È vero, ha ragione Bogani: lo amiamo tutti il nostro Cecco, come un tesoro da preservare e custodire, come fossimo, noi toscani, suoi amici. Una famiglia allargata che non ha mai smesso di amarlo nei momenti più bui, quelli della depressione, dell’alcool, dell’incidente dal quale era rimasto vivo per miracolo ma che lo aveva legato su una sedia a rotelle. Questa volta, a 68 anni, se n’è andato e oggi non resta che ricordarlo con le più belle scene della suo straordinario percorso cinematografico. Ne abbiamo scelte dieci perché di più sarebbero troppe in un articolo di giornale, ma noi che non abbiamo perso niente dei suoi geniali racconti trasformati in film, sappiamo che i suoi capolavori sono molti di più.
A Ovest di Paperino (1981) - Scena della camomilla
Madonna che silenzio che c'è stasera (1982) - Lei m'ha lasciato ma l'ho deciso io
Madonna che silenzio che c'è stasera (1982) - Pupp'a pera
Io Chiara e lo Scuro (1983) - Chiara io ti amo
Stregati (1986) - Scena con Ornella Muti
Caruso Paskoski (di padre polacco) 1988 - La mortadella è comunista
Caruso Paskoski (di padre polacco) 1988 - Dammi un bacino
Willy Signori e vengo da lontano 1989 - Il Lucertolone del Sudan
Donne con le gonne 1991 - Il posto di blocco
Festival di Sanremo 1988 - Sarà per te
L'addio al grande attore e regista si terranno giovedì 15 giugno (ore 15) nella Basilica di San Miniato a Monte a Firenze. Per volere della famiglia le esequie si svolgeranno in forma strettamente privata.
Andrea Spadoni