Si uccise a 11 anni con la pistola del padre, l'uomo a processo per omicidio colposo
Secondo l'accusa il carabiniere pisano non avrebbe custodito con la dovuta sicurezza l'arma di ordinanza
Era il 22 maggio del 2021 quando al figlio di 11 anni partì un colpo dalla pistola che aveva in dotazione e si uccise colpendosi in testa. Oggi al carabiniere 50enne, residente in provicia di Pisa, la procura contesta di non aver custodito con la dovuta sicurezza la l’arma da fuoco d'ordinanza, una Beretta.
Era l’ora di pranzo e il figlio undicenne impugnò la pistola esplodendo il colpo che gli arrivò in testa, colpendolo mortalmente. Una tragedia infinita che segnò a lutto la famiglia del militare.
Tra ipotesi accidentale e volontaria, le indagini, condotte dai colleghi pisani dell’imputato, si sono concluse con l'informativa al pm che ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per il reato di omicidio colposo.
Il carabiniere è assistito dagli avvocato Francesco ed Enrico Virgone. Secondo l’accusa l’arma non sarebbe stata messa a riparo con la dovuta attenzione, un’ipotesi di negligenza che ora è un capo d’imputazione. L'undicenne non doveva sapere dove era custodita la Beretta d'ordinanza del padre, né essere in grado di accedere alla pistola, punto da chiarire nel corso del processo che inizierà in autunno.