Francesco Mannozzi e quei sogni spezzati sotto le macerie: il ricordo del sindaco Marrucci
"Era un ragazzo buono, solare, umile, mai sopra le righe, educato, rispettoso ed un gran lavoratore"
La morte di Francesco Mannozzi ha scosso tutti. Succede così nelle piccole comunità dove siamo un po' tutti di famiglia. Una di quelle famiglie allargate dove tutti si conoscono, si salutano con gli occhi e, perché no, si amano e si vogliono bene.
D'altronde è questa la forza delle piccole e grandi comunità. Fare festa e gioire negli eventi cittadini. Stringersi in un dolore improvviso come è quello della morte di un giovane di 31 anni, scomparso a pochi giorni dalla Festa dei lavoratori.
E per lui, che in tasca aveva tanti sogni, le speranze e i progetti sono stati interrotti sotto le macerie di un casolare. Stava lavorando nei pressi di Ricciano nel comune di San Gimignano. Nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì 27 aprile, il dramma. Deceduto davanti agli occhi del babbo e dei suoi colleghi di lavoro. Una tragedia, difficile da comprendere e da spiegare.
Ci ha provato il sindaco Andrea Marrucci, con parole commosse, delicate, piene di dolore. Da babbo, prima che da sindaco, come lui stesso ha detto.
«Da babbo, prima che da sindaco, i sentimenti di angoscia, dolore e sgomento sono gli unici che ho provato. La vita è dolce e crudele e mi domando se vi sia veramente giustizia e un senso a tutto questo. I genitori non dovrebbero mai seppellire i propri figli. Francesco era un ragazzo buono, solare, umile, mai sopra le righe, educato, rispettoso ed un gran lavoratore. Uno di quelli che non si tira mai indietro», ha detto per PrimaFirenze.it.
«Trovo soltanto adesso ed a stento le parole per salutarti, caro Francesco, perché sopraffatto come tutti da tanto, troppo dolore, smarrimento, impotenza e rabbia per quanto successo - ha aggiunto il primo cittadino - Un terribile incidente sul lavoro, ieri pomeriggio, ti ha portato via mentre facevi il tuo lavoro.
Un lavoro duro, faticoso ed onesto che affrontavi con voglia di fare e con il tuo sorriso con cui eri solito affrontare lo sport e gli affetti più cari. Una tragedia sul lavoro, ironia della sorte, proprio alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro. Arrivato sul posto dopo essere stato allertato dagli organi competenti, che ringrazio tutti per aver fatto tutto quanto era umanamente possibile, Francesco non era già più con noi».
Quella passione per il calcio e la squadra neroverde
«Nei prossimi giorni avremmo festeggiato insieme la vittoria del campionato Uisp, riunendo la grande famiglia neroverde dei SangiAmatori, quella in cui abbiamo militato e che accomuna tante generazioni di sangimignanesi e non, anche distanti tra loro - ha detto ancora il primo cittadino -
Caro Francesco porta il tuo grande e dolce sorriso a Dario, a tua cugina Maddalena e a tutti i tanti giovani sangimignanesi che se ne sono andati troppo presto, prima del loro tempo. Noi rinnoviamo l’impegno a non dimenticarvi, a portarvi nei nostri cuori senza tanti gesti eclatanti, ma con l’umiltà che era la tua dote. Che è la dote, alla fine, dei grandi. Mi stringo alla tua grande famiglia, al caro Beppe, a Donatella, ad Elisa ed alla tua Giorgia. Da parte mia e di tutta l’Amministrazione comunale le più sentite condoglianze».
Di Edlira Mamutaj