Il cardinale Simoni ha inaugurato i riti della settimana Santa a Querceto
Il Porporato si è raccolto a lungo, visivamente commosso, in preghiera ai piedi del "Crocifisso Miracoloso dal Beato Chiarito"
Grande festa presso la parrocchia di San Jacopo a Querceto, dove un gran numero di fedeli ha accolto il cardinale Ernest Simoni che, proprio dalle colline sestesi, per il secondo anno consecutivo ha iniziato i solenni riti della Settimana Santa, presente il personale della Polizia di Stato del locale Commissariato, gli appartenenti all’Associazione Nazionale Carabinieri, i soci La Racchetta ed i volontari delle varie associazioni di volontariato sestesi.
Il cardinale Simoni ha inaugurato i riti della settimana Santa a Querceto
Il cardinale Simoni di origini albanesi, ora novantaquattrenne, è ben conosciuto nella comunità sestese, più volte da lui visitata. Il presule - definito da papa Francesco "Martire vivente" creandolo Cardinale il 19 novembre 2016 - alla sua venerata età si reca in tutto il mondo dove viene invitato a testimoniare la fedeltà alla luce del Vangelo, della ‘Chiesa e del silenzio’; nello scorso secolo fu fortemente perseguitato in Albania dall'allora presidente il dittatore Enver Hoxha che lo fece arrestare nella Vigilia di Natale del 1963, più volte, condannò don Ernest a morte pena commutata poi in 28 anni trascorsi nelle atroci carceri e ai lavori forzati, nelle miniere e nelle fogne di Scutari dove ha concluso nel 1991 la detenzione.
Il Porporato - trasferitosi da 7 anni nell'Arcidiocesi di Firenze, nominato Canonico della Cattedrale di Santa Maria del Fiore dal Cardinale Giuseppe Betori, giungendo alla chiesa di Querceto si è raccolto a lungo, visivamente commosso, in preghiera ai piedi del "Crocifisso Miracoloso dal Beato Chiarito", da sempre appartenuto alle monache claustrali domenicane ed oggi custodito presso la parrocchia dopo la soppressione dello storico monastero.
La celebrazione, come dettato dalla liturgia della Domenica delle Palme, ha avuto inizio all'esterno della parrocchia, per commemorare l'ingresso a Gerusalemme del Nazareno: simbolo per eccellenza gli ulivi, che adornano le colline sestesi e che certamente hanno ricordato a tutti quella Terra Santa dove ha vissuto Gesù.
Dopo la benedizione dei rami, i fedeli hanno fatto ingresso nella chiesa per la Santa Messa celebrata dall'alto prelato, animata dal coro parrocchiale e concelebrata dai Religiosi della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe - a cui è affidata la cura delle anime della parrocchia - Istituto Religioso al quale apparteneva il Priore di Querceto Padre Eligio Bortolotti, barbaramente trucidato a soli 32 anni, da un reparto dell’Esercito Germanico in ritirata il 5 settembre del 1944, quando Sesto Fiorentino era già stata liberata.
Durante l'omelia padre Ernest - come a tutt'oggi, benché rivestito della Porpora e annoverato nel Collegio Cardinalizio, ama farsi chiamare -, ha toccato il cuore di tutti ricordando l'ingresso festante del Signore che, dopo pochi giorni, salì il Monte Calvario dove fu crocifisso, donando la propria vita per la salvezza del popolo con la sua resurrezione.
Impossibile non commuoversi nell'ascoltare un 'martire' che ha subito ingiustamente angherie, torture e sofferenze in odio alla fede, restando sempre fedele alla sequela del Divin Maestro, portando sulle sue spalle la sua pesante Croce.
"Ringrazio il Signore per avermi condotto in visita al popolo di Sesto Fiorentino - ha affermato il cardinale - e qui iniziare il cammino della Settimana Santa che dopo il triduo ci porterà alla Pasqua di Resurrezione, nella quale Gesù rinnoverà il dono più grande che si possa immaginare: ci donerà la sua vita, il suo Corpo e il suo Sangue, con il quale nutrimento, seguendo i suoi comandamenti poter godere nell’ultimo giorno del premio della vita eterna; Gesù ha dissipato le tenebre della morte risorgendo vittorioso e ci attende nella Gerusalemme Celeste quando termineremo questo pellegrinaggio terreno.
È sempre una grande gioia spirituale poter pregare ai piedi di questo Crocifisso Miracoloso, testimone di tante grazie elargite al popolo.
Affidiamo a Lui le tante sofferenze e tutti coloro che nel mondo soffrono per causa della guerra, in modo particolare per il popolo ucraino, i cui profughi provvidenzialmente sono stati accolti anche in questa parrocchia con tanto amore come nelle tante parrocchie di tutta Italia.
Possa la Santissima Madonna intercedere verso suo Divin Figlio per così asciugare ogni lacrima, donare il conforto a chi è nella disperazione, convertire il cuore dell'uomo per così godere dell'implorata e duratura pace di cui tanto è assetato il mondo".