Sant'Orsola, tornano a risplendere a Firenze le facciate dell'ex monastero
All'interno recuperati frammenti di affreschi e riportate alla luce le colonne quattrocentesche.
Sant'Orsola, tornano a risplendere a Firenze le facciate dell'ex monastero
Con lo smontaggio del ponteggio sulla facciata, sul lato di via Guelfa, sono stati conclusi a Firenze i lavori della Città Metropolitana di Firenze nell'ex monastero di Sant'Orsola, condotti con risorse proprie per circa 4 milioni di euro. Due anni fa furono terminate le coperture, in questi giorni le facciate. Non è stato un lavoro semplice visti i problemi dovuti ai precedenti interventi non rimovibili ed irreversibili. Quindi, sono stati ricomposti i prospetti con il ridisegno delle aperture ed è stato ricollocato il vecchio basamento in pietra ritrovato all'interno della struttura.
"Sono orgoglioso del lavoro della Città Metropolitana per restituire a Firenze una sua parte che è rimasta in ombra per troppi anni - sottolinea il Sindaco Dario Nardella - Non ci siamo mai rassegnati davanti alle difficoltà che pure non sono mancate sotto tanti profili, ma abbiamo vinto la rassegnazione, accolto le sollecitazioni utili nell'ambito di percorsi di ascolto e partecipazione, puntato alla riqualificazione dell'intera area, trovato un partner per la riqualificazione dell'ex convento. Dunque avanti con determinazione".
“Dal 2007 Sant’Orsola è parte del patrimonio della Città Metropolitana e oggi, grazie ad un investimento di oltre 4 milioni di euro, realizziamo un primo grande passo per restituire al Complesso la forma e la dignità che gli spettano - dichiara Monica Marini, consigliera della Città Metropolitana di Firenze delegata al Patrimonio - Storia, cultura, architettura tornano al centro e diventano le linee solide su cui si configura il futuro del quartiere. Tutto questo è frutto di un grande lavoro di squadra, dove la politica e il confronto con i cittadini sono protagonisti.”
Il testimone adesso passa ai francesi di Artea, gruppo immobiliare di Parigi, a cui tocca il completamento dei lavori di riqualificazione all'interno del complesso. L'investimento di Artea, che gestirà la struttura per almeno i prossimi 50 anni, sarà di oltre 30 milioni di euro.
Resterà alla Metrocittà la proprietà dell'ex monastero, già sede della Manifattura Tabacchi ed ex campo profughi durante l'esodo dal confine orientale giuliano dalmata. Circa quarant'anni fa sarebbe dovuta diventare una caserma della Guardia di Finanza.
Dopo la fine del restauro del tetto sono stati fatti alcuni lavori all'interno della struttura con il recupero, per quanto possibile, delle decorazioni. In più sono state riportate alla luce le colonne quattrocentesche.