Quanto è importante il derby Torino Juve? Lo spiega Capitan Chiellini VIDEO
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Chiellini spiega a CR7 l’importanza del derby
Cosa vedi di diverso nella Juve di quest’anno?
In questi anni ci siamo sempre messi in discussione, lavorando su quei difetti in cui abbiamo margini di miglioramento: questa squadra si è saputa rinnovare tanto e in poco tempo, basta pensare a quanto è cambiato tra Cardiff e Berlino, otto undicesimi della squadra erano diversi ma non si tratta solo di uomini, soprattutto di stile di gioco.
Quali sono i difetti di cui parli?
Quel pareggio col Genoa sono due punti regalati, con tutto il rispetto. E poi siamo arrivati troppe volte nel finale di partita sull’1-0: quasi sempre l’episodio ci ha detto bene anche grazie al nostro atteggiamento, però poi succede che col Manchester la paghi con gli interessi.
Allora Capello non ha ragione quando dice che l’1-0 è il risultato perfetto?
L’1-0 è perfetto fino al 60′, se poi magari riesci a segnare il secondo è ancora meglio perché è vero che non prendere gol dà fiducia, però mettere un po’ di margine farebbe risparmiare energie fisiche e mentali. In settimane come questa, dove passano 72 ore tra la partita di Champions e il derby, sarebbe fondamentale.
Cosa prenderesti in prestito dagli altri grandi capitani?
Del Piero mi ha accolto a Torino quando avevo 21 anni, nei primi mesi mi sentivo inadeguato in mezzo a tanti campioni, ma lui ha sempre cercato di farmi sentire parte del gruppo nonostante avessi interessi completamente diversi. Ed è quello che sto cercando di fare io con i ragazzi nuovi che arrivano… tipo Cristiano Ronaldo!
Poter essere paragonato a Scirea, non tanto nello stile di gioco quanto nei valori che porto avanti, mi rende orgoglioso. (Sulle scritte contro Scirea comparse prima di Fiorentina-Juve) Quelle scritte non sono contro la persona, quello è odio verso il club: il calcio è una valvola di sfogo, speriamo che piano piano si riesca a educare al tifo positivo e non all’odio verso gli altri.
Buffon è una persona con cui ho condiviso tutto, tra Nazionale e Juve passavo con lui 300 giorni l’anno: quello che gli invidio è la capacità di toccare le corde giuste in quei momenti della stagione in cui il capitano deve compattare il gruppo. E Gigi riusciva ad arrivarti dentro.
Ti senti l’ultimo dei marcatori?
Il calcio sta evolvendo, ed è giusto così. Ma sarebbe bello mantenere quella cultura italiana che ci ha permesso di raggiungere grandi traguardi. Penso a Cannavaro, Nesta, Baresi, Maldini, fino a Gentile e Scirea: la storia del calcio italiano l’hanno fatta i grandi difensori.
Come studi il tuo avversario?
Cerco di prepararmi, però con alcuni giocatori arrivi comunque un attimo dopo, anche se sai perfettamente che ti faranno un certo movimento o proveranno il loro tiro preferito.
Chi è che ti mette sempre in difficoltà?
Icardi dentro l’area di rigore è il secondo miglior giocatore che mi sia capitato di marcare, perché ti disintegra mentalmente. Il primo, per fortuna, da quest’anno gioca insieme a me.
Su Torino-Juventus
Il Torino è cresciuto tanto, ha fisicità e sono bravi nelle ripartenze: con Mazzarri hanno fatto un upgrade importante, possono mirare all’Europa e quindi possono metterci in difficoltà. E’ una squadra che mi sta simpatica, a parte quei 180 minuti in cui siamo rivali. Cristiano ha già capito che due partite non sono come le altre: quella contro l’Inter e quella col Toro.
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