Campi Bisenzio

“Non solo per ricordare”: presentato oggi pomeriggio il libro dedicato all’ex internato Ugo Brilli

Durante il bel pomeriggio si sono alternati gli interventi dell’Anei, dell’Anpi, del circolo culturale “LaRocca” e del coro Cantantutticantoanchio.

“Non solo per ricordare”: presentato oggi pomeriggio il libro dedicato all’ex internato Ugo Brilli
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Non solo per ricordare: presentato oggi pomeriggio il libro dedicato all’ex internato Ugo Brilli

È stato presentato oggi pomeriggio “Non solo per ricordare” il libro scritto da Vincenzo Rizzo che ha raccolto le memorie di Ugo Brilli, unico superstite italiano del campo di lavoro di Berlino. 

Residente a Campi Bisenzio, Ugo è scomparso nel 2021 ed oggi, in occasione della giornata della memoria, è stato presentato il lavoro di ricerca realizzato per non dimenticare la sua storia di prigioniero internato in un campo di concentramento in Germania.

A promuovere l’iniziativa,  che si è tenuta presso il foyer del teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio, è stata l’associazione “Futura Memoria” 

Un momento di grande emozione e coinvolgimento per rendere onore ad Ugo, una persona semplice, dalla profonda umanità, con le sue piccole e grandi vicende personali intimamente vissute con lo sfondo della seconda guerra mondiale. 

“Nel 1943 - aveva raccontato Brilli in una delle interviste rilasciate alla nostra testata prima della sua scomparsa - mentre prestavo servizio militare in Italia, il giorno 8 settembre, ci giunse la notizia che era finita la guerra con l’armistizio; in verità ne cominciò un’altra più grande che coinvolse tutta la popolazione. 

L’esercito italiano era allo sfascio, si scappava senza sapere dove, ma l’esercito nazista era ancora ben organizzato: ci braccava facendoci prigionieri e fummo deportati in Germania, in un grande campo di smistamento. 

Lì ci proposero di arruolarci nell’esercito fascista della Repubblica di Salò e combattere contro gli alleati, ma nessuno accettò. 

Quindi in treno, dentro dei vagoni merci fummo trasferiti nella capitale tedesca. Dopo alcuni giorni a 700 italiani fu assegnato questo campo a Berlino, dove formavano le squadre e ci portavano a lavorare in condizioni disumane, come prigionieri. Molto spesso notte e giorno suonava l’allarme per i frequenti bombardamenti”.

Durante il bel pomeriggio si sono alternati gli interventi dell’Anei, dell’Anpi, del circolo culturale “LaRocca” e del coro Cantantutticantoanchio.

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