La cerimonia per l’eroe Lanciotto nel 79^ Anniversario della Battaglia di Valibona
Dall’Anpi è trapelato il malassare per l’assenza stamani dei rappresentanti dell’ex Giunta e delle vecchie forze di maggioranza di Campi Bisenzio.
La cerimonia per l’eroe Lanciotto nel 79^ Anniversario della Battaglia di Valibona
Si è svolta stamani al cimitero comunale di Campi Bisenzio la cerimonia in ricordo dell’eroe Lanciotto Ballerini in occasione del 79^ anniversario della Battaglia di Valibona.
Il 3 gennaio di 79 anni fa, infatti, a Valibona ci fu la prima battaglia della Resistenza in Toscana: rimasero uccisi il comandante partigiano Lanciotto Ballerini e il mitragliere Luigi Giuseppe Ventroni, mentre il russo Andrej Vladimiro fu catturato e giustiziato sul posto, subito dopo la battaglia.
Le celebrazioni odierne sono iniziate con il ricordo dei caduti: al cimitero comunale di Campi Bisenzio è stato ricordato Lanciotto Ballerini ed alle 12 di stamani si terrà la commemorazione della battaglia al cippo di Valibona a Calenzano con le delegazioni dei due Comuni e dell’Anpi.
Al cimitero di Campi, insieme ad una folta delegazione dell’Anpi guidata dalla vicepresidente Federica Petti era presente la commissaria prefettizia Grazia La Fauci, l’ex consigliere comunale Paolo Gandola, la figlia Amapola ed altri familiari di Lanciotto.
Dall’Anpi è trapelato il malassare per l’assenza stamani dei rappresentanti dell’ex Giunta e delle vecchie forze di maggioranza di Campi Bisenzio.
La morte in battaglia di Lanciotto
Come ricorda la storia gli ultimi giorni del 1943 Lanciotto si spostò, con la sua banda dl Gruppo Garibaldi d'Assalto "Lupi Neri", da Monte Morello verso i monti del pistoiese, ma sulla Calvana il 3 gennaio 1944 cade da eroe nella battaglia di Valibona.
La formazione partigiana era da pochi giorni accantonata in località Case di Valibona quando, da Prato, Vaiano e Calenzano mossero le formazioni della guardia repubblichina, del battaglione Muti, di carabinieri e fascisti dei comuni limitrofi. I partigiani furono attaccati al crepuscolo.
Ballerini, mentre gli altri partigiani sparavano con tutte le armi a disposizione, attaccò a colpi di bombe a mano due nidi di mitragliatrici, neutralizzandoli. Al terzo assalto cadde, colpito in fronte.
In quello scontro, che è valso a Ballerini la massima ricompensa al valore, i fascisti della Muti e i repubblichini ebbero cinque morti, tra cui il comandante del presidio di Prato e un alto numero di feriti.