Firenze

Incontro a Palazzo Vecchio con le giovani calciatrici afghane

Mimma Dardano (presidente commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali): "Fatto il punto a un anno dalla partenza del progetto con FIGC, Assocalciatori, Assoallenatori, Cospe e Caritas. Il bilancio è ad oggi molto positivo".

Incontro a Palazzo Vecchio con le giovani calciatrici afghane
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Incontro a Palazzo Vecchio con le giovani calciatrici afghane

Un incontro informale, questa mattina, che è servito a fare il punto sul progetto, partito a Coverciano nel dicembre dello scorso anno, per fornire assistenza a favore delle calciatrici e del tecnico del Bastan FC, squadra di Herat, accolti a Firenze a seguito dell’emergenza umanitaria in Afghanistan.

"L’iniziativa – ha dichiarato la presidente della commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali Mimma Dardano, che ha accolto le ragazze a Palazzo Vecchio -, promossa dalla FIGC, che ringrazio, insieme ad Assocalciatori, Assoallenatori, Comune di Firenze, COSPE e CARITAS vede coinvolte giovani calciatrici che in questi mesi hanno avuto non solo la possibilità di praticare il loro sport in squadre locali, ma anche iniziare percorsi di inserimento lavorativo o iniziare il corso per prendere la patente".

La prima fase del progetto, infatti, ha riguardato l’acquisizione di autonomia attraverso l’apprendimento della lingua italiana, percorsi di indipendenza tramite la mobilità sul territorio e la pratica calcistica. La FIGC ha contribuito alla fornitura di abbigliamento sportivo per gli interi nuclei familiari, mentre AIAC ed AIC hanno provveduto a coprire i costi relativi all’attivazione del corso di Italiano, rivolto non soltanto ai quattro componenti della squadra, ma esteso agli interi nuclei familiari.

"Prezioso il ruolo di Comune di Firenze, CARITAS e COSPE – ha aggiunto Dardano – che hanno favorito i processi di empowerment attraverso le sinergie attivate sul territorio. Andiamo avanti, consapevoli che sono progetti come questo che possono fare la differenza per giovani che altrimenti sarebbero state relegate in casa senza la possibilità di vivere la propria vita e sviluppare i propri interessi"

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