La rubrica

Catfish: false identità. Quale psicologia; come difendersi e difendere gli adolescenti

Intervento a cura dell’avvocato Barbara Gualtieri.

Catfish: false identità. Quale psicologia; come difendersi e difendere gli adolescenti
Pubblicato:

Catfish: false identità. Quale psicologia; come difendersi e difendere gli adolescenti

La rubrica dell’avvocato Barbara Gualtieri.

Il Catfishing (dall'inglese catfish, in italianoletteralmente pesce gatto) è un tipo di attività ingannevole su social network che prevede la creazione e l'utilizzo di un sockpuppet o di un account con falsa identità da parte di una persona, allo scopo di raggirare altri utenti con il nome usato falsamente ; tale persona viene definita "catfish".

Benché  alcune fonti facciano risalire il termine al documentario Catfish del 2010, in realtà fa parte della lingua inglese già da diversi decenni. Il catfishing può essere usato nelle truffe romantiche. Secondo Vince Pierce, il marito di Angela Pierce che nel film crea un falso profilo online, il termine catfishing deriva dal fatto che i pescatori mettono i merluzzi pescati in vasche insieme a dei pesci gatto: quest'ultimi infastidiscono i merluzzi mordendo loro la coda e così all'arrivo sulla terraferma il pesce, che si è mantenuto attivo, risulta più fresco.

In realtà il termine è già presente nel saggio del 1913 Essays in Rebellion di Henry W. Nevinson e ancora nel romanzo di Charles Marriott The Catfish pubblicato più tardi nello stesso anno."r.

Il catfish (che in italiano significa letteralmente “pesce gatto”) è una persona che chatta, si iscrive ai social e intrattiene relazioni spesso di natura sentimentale con altri utenti mantenendo però un’identità falsa. Il catfish si attribuisce caratteristiche radicalmente diverse da quelle che in realtà possiede.

Il fenomeno del catfishing ha ricevuto una certa rilevanza a livello mediatico nel 2010, con l’uscita del docufilm Catfish. Il regista e protagonista Nev Schulman vi racconta la sua reale esperienza di vittima di catfishing. Anche lui, infatti, è stato ingannato e indotto a instaurare una relazione virtuale. La fantomatica ragazza che lo ha adescato si è poi rivelata frutto della fantasia di un’altra donna.

Il film ha poi ispirato la serie televisiva-reality di MTV Catfish – False Identità, dal 2012 che tratta proprio di questa pratica, attraverso le esperienze di persone che intrattengono relazioni virtuali sui social media senza mai aver visto in modo fisico il proprio partner

La psicologia del catfish

Sono vari i motivi che portano a creare una falsa identità e a interagire tramite il web con altre persone:

1 La paura di non essere accettati

2. L’essere insoddisfatti della propria vita reale e la propria vera identità 

3. La noia. 

Il catfishing porta in ogni caso un beneficio a livello psicologico a chi si serve di una falsa identità: la possibilità di poter creare una figura immaginaria, che permetta di avere interazioni con altri, è certamente allettante e gratificante. Questo soprattutto per chi è insoddisfatto della propria condizione, magari perché non appartiene al sesso con cui si identifica o perché è affetto da una disabilità.

Del resto, i social network accentuano la naturale predisposizione delle persone a modificare alcuni aspetti della propria identità : carattere, aspetto, professione, ruolo sociale e familiare, in senso pro-sociale, soprattutto se ciò può apportarci gratificazione.secondo uno studio israelo-statunitense i soggetti hanno consapevolezza di un divario tra il proprio sé reale e quello rappresentato sul web, di cui venivano sottolineati i punti di forza, nell’ottica di ottenere un maggior consenso sociale.

Veniamo all’altro lato della medaglia: per ogni catfish c’è almeno una vittima che, per ragioni complementari, è disposta a crederla vera, e a non notare incongruenze o vaghezze : la mancanza di foto del volto o del corpo o la presenza di foto palesemente false. Basterebbe fare una semplice ricerca su Google, per rintracciare a chi appartengono realmente o l’assenza di messaggi vocali, oppure pochi e brevi messaggi con voci innaturali.

I catfish spesso fanno leva sulle insicurezze e le fragilità di chi si trova davanti a un profluvio di attenzioni e complimenti, rispetto ai quali si sente vulnerabile e dipendente. 

Catfish e vittima hanno in comune una bassa autostima, derivante probabilmente da unattaccamento insicuro. La persona particolarmente incline a dialogare con o attraverso account falsi o fake, traendone sensazioni piacevoli, ottiene spesso punteggi bassi per quanto riguarda autostima e autenticità in test appositi.

Nel 2004 John Suler pubblicò su CyberPsychology & Behaviour un articolo in cui descrive un possibile presupposto di tale tendenza: quando siamo online, i filtri che di norma regolano la nostra comunicazione con il mondo esterno si lasciano andare, favorendo una maggiore disinibizione nelle relazioni. Tale effetto può portare a derive aggressive: basti pensare ai comportamenti offensivi dei cosiddetti leoni da tastiera, ma anche a una maggiore apertura agli altri e a sé stessi, che quindi permette di esprimersi più liberamente e interagire con gli altri a livello anche profondo.

Di fronte al catfishing la reazione più diffusa è l’incredulità o addirittura il biasimo, sia per chi la perpetra attivamente sia per chi la subisce. Ma è bene ricordare che chi costruisce relazioni con un catfish è sempre una persona che si trova si trova in gravi difficoltà emotive, e vive un acuto senso di vergogna per il proprio sé e per le proprie azioni (anche per questo la diffusione del fenomeno è ampiamente sottostimata). 

L’individuo coinvolto nel catfishing sta probabilmente sperimentando una deriva estrema e negativa del cosiddetto falso sé, una maschera sociale che l’individuo utilizza per essere accettato dal mondo circostante e per nascondere il proprio vero sé. Quest’ultimo normalmente domina la personalità ma, in alcuni soggetti, può fuoriuscire dai propri limiti fino a portare nei casi estremi a una condizione psicopatologica.

Chi arriva a intrecciare relazioni sentimentali usando questa falsa proiezione di sé è sicuramente a uno stadio di questo tipo, e necessiterebbe di un aiuto per uscire da una dimensione dove il falso e il vero si incrociano e la menzogna è all’ordine del giorno.

Roberto Zaccaria in questi giorni si è suicidato dopo aver svolto attività di catfishing verso il 24enne già suicidatosi dopo aver scoperto che la ragazza con cui aveva chattato per un anno era lo Zaccaria 64 enne. E Zaccaria non ha retto alla ‘gogna mediatica‘ innescata da un servizio della trasmissione “Le Iene” e si è tolto la vita pochi giorni dopo il filmato che, in barba a qualsiasi norma deontologica e di tutela della privacy, lo ha dato letteralmente in pasto al grande pubblico. Due suicidi in tredici mesi, nel mezzo il servizio della trasmissione di Italia 1 che sta scatenando polemiche e richieste di chiusura del programma.

Seguici sui nostri canali