"Non so se sia necessariamente un bene essere "giovane" ma è vero che ho una lunga esperienza iniziata tredici anni fa con l'elezione a presidente del Quartiere 5 di Firenze".
...Ovvero Rifredi, il quartiere più popoloso della città. Cosa si porta dietro di quella esperienza?
"Straordinariamente formativa! Ho imparato a dare risposte concrete alle richieste dei cittadini: dalle buche nelle strada all'attenzione per parchi e giardini, fino a grandi temi come lo sport e la scuola. Farsi carico di ogni aspetto della vita di una comunità: una palestra incredibile, che mi è servita come bagaglio nella successiva esperienza da assessore in Palazzo Vecchio".
Nel frattempo però è diventato segretario cittadino del PD.
"E' stato affascinante ricoprire quel ruolo anche se, a quei tempi, chi mi voleva bene mi sconsigliava di gettarmi in quella sfida".
Perché?
"Perché i segretari di partito hanno vita difficile e spesso corta".
...e invece?
"E invece accettai: vincemmo il congresso, poi le comunali 2014 e le regionali 2015. Un'esperienza che mia ha insegnato a vedere dentro la nostra comunità punti di vista diversi, che non sono un pericolo ma una ricchezza, se sappiamo gestirli".
Due volte assessore, con compiti diversi. Qual è stato il momento più difficile della sua carriera amministrative e quale quello più bello?
"E' nella natura di questo ruolo mettere insieme sfide difficili e grandi soddisfazioni. Devo dire che nel primo mandato i temi della sicurezza, in un momento complicato a livello nazionale e internazionale fu una missione affascinante. Penso di aver dato il mio contributo grazie anche all'impegno del personale della Polizia Municipale. Sempre in quel mandato avevo anche la delega al lavoro e fui chiamato ad affrontare la vertenza Esaote: una battaglia dura che vincemmo grazie all'impegno di lavoratori e sindacati e oggi l'Esaote è una realtà presente e forte. Nel secondo mandato la sfida più difficile è stata quella del Covid: la crisi delle attività economiche, le difficoltà clamorose del bilancio...settimane e mesi terribili di grandi preoccupazioni e paure ma abbiamo avuto la forza di vivere quella pagina come una comunità unitacittadini, imprenditori, istituzioni, e ne siamo usciti. Oggi la città è tornata ad esser vissuta da tante persone. Certo, non mancano le difficoltà a cominciare dalle bollette...".
Lo tsunami bollette di questi mesi non le ricorda l'emergenza Coronavirus che aveva dato l'impressione di un senso di impotenza della politica?
"Credo di no. Durante il Covid abbiamo riscoperto la voglia di combattere insieme per rialzarci. Quello spirito oggi è presente e con quello spirito affrontiamo le nuove emergenze, compreso il caro-bollette che colpisce famiglie e imprese. L'adozione di misure urgenti sul fronte energetico è coerente con la filosofia delle azioni degli ultimi anni, quando si è deciso (anche a livello europeo) finalmente che per rispondere alla crisi servono invtermenti pubblici, senza i quali non saremmo venuti a capo della pandemia. Lo stesso serve per il caro bollette nell'immediato, poi affronteremo il tema dell'autosufficienza energetica del paese nel medio termine".
Se andrà a Roma rappresenterà Firenze, sente questo peso?
"Sì anche se sono molto motivato. E' la città nella quale sono nato e cresciuto. Fino ad oggi mi sono occupato quotidianamente di Firenze".
Tanti anni a contatto con il territorio e poi magari si ritroverà lontano dai problemi da amministratore. Non ne avrà nostalgia?
"Non vivrei con malinconia la lontananza fisica da Firenze perché si tratterebbe di continuare a lavorare per la città. Sarei comunque molto presente perché credo che chi viene eletto in Parlamento non può permettersi (sarebbe imperdonabile) di rinunciare al rapporto con il proprio territorio".
Qualcuno dice che sarà l'uomo di fiducia del Sindaco Nardella nella capitale. La definizione le sta stretta?
"Sono orgoglioso che il Sindaco sostenga la mia candidatura. Siamo una squadra. Credo che avere il supporto del primo cittadino e della Giunta sia una forza e non certo limite".
Qualcuno però la dava tra i "papabili" successori alla carica di primo cittadino e ora?
"Bisogna essere molto seri con i cittadini: io sono candidato per il Parlamento, questa e la mia missione! Le scelte future dipenderanno esclusivamente dai fiorentini che le faranno a tempo debito".
Anche Nardella però è stato parlamentare per poi tornare in corsa, su richiesta dell'allora Segretario Renzi, a correre da Sindaco. E se il Partito le chiedesse di tornare alla conquista di Palazzo Vecchio?
"Ma il PD non mi ha chiesto questo! Al contrario: mi ha chiesto di mettermi a disposizione per un ruolo prestigioso e impegnativo o e lo ha fatto con una decisione presa all'unanimità! Chi conosce le dinamiche del PD, sa che è un fatto non scontato. Mi metto a disposizione per questo impegno, non ci sono altre investiture proposte".
Però l'amministrazione di cui lei fa parte terminerà il mandato nel 2024. Potrebbe esserci una staffetta: lei a Palazzo Vecchio e Nardella candidato alle suppletive per sostituirla in Parlamento...
"Mi sembrano ricostruzioni fantasiose e scollegate dalla realtà. Abbiamo un solo obiettivo e non altri: quello di fare di Firenze la città più forte dei democratici in Italia".
Prenderà casa a Roma?
"Onestamente non so niente di cosa succederebbe il giorno dopo. Non c'ho pensato e non ci voglio pensare. Voglio pensare solo a fare la migliore campagna possibile".