Serie di furti su autovetture a Barberino: il presunto autore agiva in più province toscane ed è accusato di furto aggravato in concorso e rapina
Il provvedimento di fermo è stato convalidato in data odierna dal GIP del Tribunale di Livorno che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere.
Serie di furti su autovetture a Barberino: il presunto autore agiva in più province toscane ed è accusato di furto aggravato in concorso e rapina
I Carabinieri della Stazione di Barberino Tavarnelle e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Scandicci, supportati in fase di esecuzione da quelli della Compagnia di Livorno, hanno eseguito un fermo di indiziato di delitto a carico di un 40enne, cittadino bosniaco da tempo in Italia senza fissa dimora, ritenuto responsabile, in concorso con altri in corso di identificazione, di una serie di furti su autovettura che, dalla seconda metà dello scorso giugno, hanno afflitto alcuni parcheggi del Chianti in zone ad alta vocazione turistica come Pontenuovo e Badia a Passignano.
Dopo una minuziosa attività investigativa condotta sul territorio, i militari dell’Arma hanno raccolto una serie di elementi che hanno determinato la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, nella persona del Sost. Proc. dott. Pirozzoli, a emettere un decreto di perquisizione a carico del fermato.
Gli operanti riuscivano a localizzare l’uomo che dimorava abusivamente all’interno di un edificio abbandonato nella città di Livorno.
La perquisizione consentiva di reperire refurtiva che dai primi accertamenti sarebbe riconducibile a otto furti su autovettura nonché ad attribuire al soggetto la presunta partecipazione ad una rapina avvenuta nel parcheggio dell’aeroporto di Pisa il 1° agosto scorso. Valutati gli elementi raccolti, i Carabinieri eseguivano un fermo di indiziato di delitto a carico della persona indagata che veniva ristretto nella casa circondariale di Livorno.
Già convalidato il fermo
Il provvedimento di fermo è stato convalidato in data odierna dal GIP del Tribunale di Livorno che ha disposto la misura della custodia cautelare in carcere.
La refurtiva recuperata, per un valore di circa 30.000 euro, veniva restituita ai legittimi proprietari.
Il procedimento penale nei confronti dell’odierno indagato è attualmente pendente in fase di indagini e l’effettiva responsabilità sarà vagliata nel corso del successivo processo e non si escludono ulteriori sviluppi investigativi e probatori, anche a suo favore.