Confesercenti Incontra S.E. Il Vescovo di Prato, Mons. Giovanni Nerbini
Tema dell’appuntamento al quale hanno partecipato oltre 50 imprenditori e professionisti: “L’etica nel fare impresa”. Soddisfatto il Presidente di Confesercenti Prato, Stefano Bonfanti: “Il successo di questo format ci impone di continuare su questo percorso con nuove serate”.
Confesercenti Incontra S.E. Il Vescovo di Prato
Lunedi 6 Giugno al ristorante–pizzeria “Il Sipario” in via Firenze 40 si è tenuto il terzo appuntamento di Confesercenti Incontra. Ospite della serata è stato Sua Eccellenza il Vescovo di Prato Monsignor Giovanni Nerbini, che ha tenuto una prolusione su “L’Etica nel fare impresa”. La serata è stata condotta da Gianni Rossi, direttore di TV Prato. L’incontro ha visto la partecipazione, oltre ai dirigenti della Confesercenti di Prato, di oltre 50 tra imprenditori e professionisti che hanno ascoltato con interesse la relazione e le risposte dei Sua Eccellenza il Vescovo Nerbini.
In particolare la serata si è sviluppata sul tema della responsabilità sociale dell’impresa ed in particolare sul rapporto etica ed impresa. Etica e impresa possono andare di pari passo. Basta volerlo. Anche se non è facile. Soddisfatto dell’andamento della serata il Presidente di Confesercenti Prato, Stefano Bonfanti: “Il successo di questo nostro terzo incontro dimostra che la strada che abbiamo intrapreso con questo format di Confesercenti Incontra è quella giusta e ci obbliga ad organizzare nuovi incontri. È stata una bella ed interessante serata. I temi al centro della riflessione di ieri sera sono temi importanti su i quali noi imprenditori dobbiamo fare i conti tutti i giorni. Il mondo vive oggi sotto il segno della crisi e della tensione economica, ma l’economia non è il fine ultimo dell’uomo. L’economia anzi è in funzione dell’uomo che in parte la ha creata come scienza e modo di vita, come pure l’impresa. Quindi ed economia e impresa devono servire l’uomo. Non pero ad un uomo uscito dalla fantasia cervellotica di un filosofo o di un economista, ma l’uomo reale e concreto. Se si dimentica questa verità della persona umana e del bene comune, dal resto di buon senso, ci esponiamo ad inventare programmi su programmi, imprese su imprese, forse apparentemente meravigliosi ma di conseguenze negative per gli uomini concreti. L’economia d’impresa dobbiamo intenderla come motore dello sviluppo per la costruzione del bene comune. Senza etica non ci può essere vero sviluppo e il libero mercato non inquadrato in solide regole morali ed etiche è fonte di gravi ingiustizie”.