Nando, il grande maestro: «Una vita folgorata dai falchi maestosi»
Oggi la falconeria è diventata una tradizione di nicchia richiedendo particolari abilità ed una maestria non così comune.
Quella di Fernando Ferrini, 65 anni, grande maestro dei Falconieri Fiorentini è la storia di chi ha saputo realizzare, ben oltre le aspettative iniziali, il sogno che rincorreva fin da bambino. E’ soprattutto la storia di chi ha saputo accorgersi in tempo di quanta meraviglia vi sia nella semplicità, di chi non ha mai smesso di crederci ed ha saputo costruire la propria vita, più che nei disegni del destino, nei sogni che aveva da bambino. Ma è anche la storia di chi ha sempre saputo sorridere ad ogni piccolo passo fatto e che oggi vorrebbe tremendamente rivedere, anche solo per poche ore, suo nonno per dirgli: “Hai visto? Oggi la mia vita ruota intorno a quel desiderio che fin da piccolo sentivo forte nel cuore”.
Fernando Ferrini, per tutti Nando, è tutto questo. Dopo la bella presenza dei falconieri fiorentini alla recente sfilata della processione per la Beata di Signa, decidiamo di incontrare il presidente dell’associazione che nel 2023 festeggerà i suoi primi 20 anni. Così ci rechiamo a Malmantile e, dopo pochi metri dalla chiesa, ci imbattiamo nel maneggio che ospita circa 200 animali e 70 rapaci che costituiscono il centro di riproduzione ed allevamento dei falconieri. «La nostra realtà – ha raccontato Nando – si occupa principalmente di spettacoli di falconeria a cavallo e interventi di bird control a Firenze e in Toscana. Il bird control per l'allontanamento degli uccelli, ha come obiettivo l’allontanamento di volatili non desiderati tra cui piccioni, storni, cormorani, da zone rurali o da altri ambienti, come magazzini, industrie, aeroporti, mediante l’utilizzo di predatori naturali, i rapaci appunto. Il bird control è una tecnica flessibile e quindi si adatta bene, nel pieno rispetto della natura, ai diversi tipi intervento per l'allontanamento degli uccelli».
Ma il centro di Malmantile svolge una funzione ancor più importante: consente la conservazione dell’arte antica della falconeria, capace di legare il falconiere nell’anima e nel cuore al proprio falco. Non è cosa da poco: da anni la falconeria è patrimonio immateriale transnazionale dell'Unesco, che l'Italia condivide con ben 17 altri Paesi. L'elemento comune è la caccia con il falco, passatempo prediletto di re e cavalieri medievali, ma diffuso anche tra gli arabi e i nomadi dell'Asia centrale. «In Italia – ha spiegato Ferrini - il "padre nobile" della falconeria fu l'imperatore Federico II di Svevia, che sull'argomento, verso il 1260, scrisse il famoso trattato, il “De arte venandi cum avibus”. Le tecniche di allevamento e addestramento dei rapaci, quelle di caccia e la classificazione della cacciagione sono rimaste pressoché immutate da allora».
Oggi la falconeria è diventata una tradizione di nicchia richiedendo particolari abilità ed una maestria non così comune ma capace di conquistare persone di ogni età. Da vent’anni i falconieri di Malmantile svolgono spettacoli, rievocazioni storiche a feste medievali partecipando, ad esempio, alla festa medievale di Malmantile, alla Festa della Beata di Signa o alla Cavalcata dei Magi a Firenze in occasione dell’Epifania. Ciò che colpisce di più sono le straordinarie combinazioni di rapaci e cavalli capaci di suscitare un connubio di magia difficile da spiegare a parole.
«Tutto ciò – ha ripercorso Nando – è nato fin da quando ero bambino. Da piccolo abitavo con i nonni nell’Appenino toscano e nell’estate del 1965 rimasi letteralmente folgorato dalla vista di un falco, assistendo ad una scena che non sono mai più riuscito a dimenticare, rimanendo impressa nel mio cuore. Vidi arrivare una grossa ombra proiettarsi sul prato ed alzando gli occhi al cielo notai subito volteggiare un grosso uccello, un maestoso rapace che mi colpì immediatamente per la sua magnificenza, così agile e potente, dalla vista infallibile. Da allora – ha spiegato – tormentai mio nonno chiedendogli tutti i giorni di poter comprare un falco ed un cavallo e solo dopo molti anni, quando ero un po’ più grandicello, oramai esausto dalle mie continue e pressanti richieste, mio nonno, guardandomi negli occhi mentre eravamo nell’aia, mi ricordò che noi eravamo una famiglia di semplici agricoltori e che quello a cui ambivo era una richiesta da Re impossibile da essere esaudita per l’alta spesa che avrebbe richiesto. Per questo oggi – ha detto ancora Nando con le lacrime gli occhi – sarebbe bellissimo se mio nonno potesse ritornare in vita, anche solo per qualche ora, per fargli vedere cosa sono riuscito a costruire solo inseguendo la mia più forte passione». La falconeria, dicevamo. Da tanti anni Nando realizza dimostrazioni di volo, sia con falchi di alto e basso volo, utilizzando un simulacro di una preda per far alzare verso il cielo i grandi rapaci e stupire il pubblico presente. Nel centro di Malmantile si trovano rapaci di ogni tipo: falchi pellegrini e sacri, ma anche barbagianni ed allocchi che si vedono sempre meno frequentemente.
«Per noi falconieri – ha raccontato - le critiche degli animalisti sono continue ma noi non solo siamo i primi ad amare questi animali ma, grazie alla nostra arte, abbiamo contribuito a salvare molte specie di rapaci dall’estinzione, tra cui, appunto, il falco pellegrino in America e in molte altre parti del mondo». Nella falconeria l’uomo si fonde col rapace in una sinergica danza di voli, un modo di vivere nella natura, per la natura stessa, così da rivalorizzare e tutelare la memoria di questa nobile arte, nella speranza che le generazioni future sappiano apprezzarla come esempio di rispetto e armonia del creato. «Oltre a tutto questo – ha poi continuato Nando – siamo sempre più richiesti per allontanare i volatili da palazzi, ville, castelli, monumenti, edifici, zone rurali o a bordo del rigassificatore Fsru, la piattaforma ancorata a circa 22 km al largo della costa tra Livorno e Pisa, che trasforma il il gas naturale liquefatto che riceve da altre metaniere, riportandolo allo stato gassoso. In quest’ultimo caso i volatili da allontanare sono stati i gabbiani e noi siamo intervenuti con successo eseguendo interventi mirati in base alla densità degli uccelli non desiderati».
Tra le tecniche utilizzate per l'allontanamento degli uccelli, la più efficace (ma anche la più costosa e complessa) è infatti la falconeria. Essa sfrutta l'innata paura che questi uccelli hanno dei predatori. I rapaci utilizzati in questi speciali interventi sono soprattutto Harris e Falconi di alto volo. «Negli anni - ha detto -siamo intervenuti da tante parti: dal nuovo Pignone di Firenze, al nuovo palazzo di Giustizia, dalla storica villa Calcinaia a Greve in Chianti, all’outlet di Barberino, l’azienda Richard Ginori, lo stabilimento di Salvatore Ferragamo e poi, ristoranti, dimore storiche ed il centro sperimentale metalli di Roma, tanto per citare gli interventi più importanti. Tanti falchi ed altri volatili sono poi richiesti dal mondo del cinema, anche in questo momento vi sono rapaci del nostro centro presenti sui set di varie pellicole». Nando non nasconde il sacrifico di una vita impiegata ad amare ed accudire gli animali ma basta guardarlo negli occhi e osservare la sua commozione per capire subito che ogni sacrificio fatto non è mai stato sprecato. Sacrifici di una vita senza orari, senza giorni liberi, feste comandate e ferie prolungate, sacrifici compiuti solo per realizzare i propri sogni e fare, ci sia consentito, anche qualcosa di più grande come ristabilire il “vecchio” equilibrio con la Natura, tanto caro di questi tempi.