Ex Gkn, i lavoratori approvano l'accordo col Mise col 98.8% dei consensi
L'accordo siglato al Mise per il futuro della Gkn ha accolto il 98.8% dei consensi fra i votanti all'interno della fabbrica di Campi Bisenzio.
Passaggio importante e fondamentale all'interno della crisi della Gkn con la votazione in fabbrica del documento di accordo col Mise per la QF a Campi Bisenzio.
Accordo QF ex Gkn di Campi Bisenzio, il commento dellla Cgil
"Si è concluso ieri sera alle 23.00, il referendum per la valutazione dell’Ipotesi di Accordo per la QF, ex GKN di Campi Bisenzio a Firenze, sottoscritta lo scorso 19 gennaio. Il 98,8% delle lavoratrici e dei lavoratori ha espresso voto favorevole e pertanto la Commissione Elettorale ha certificato la vittoria del sì. Sui 354 aventi diritto hanno partecipato al voto in 265. I voti validi sono stati 264, di cui 262 a favore, due contrari e un astenuto.
Per la Fiom si tratta di un ottimo risultato. Adesso, insieme alla Rsu, ci impegneremo perché proprietà e istituzioni rendano concreti gli obiettivi come da cronoprogramma per consentire la ripresa dell'attività e garantire la continuità occupazionale di tutti i lavoratori, compresi quelli degli appalti”.
Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze, Prato e Pistoia.
Accordo in Gkn, il commento di Sinistra Civica Ecologista
«L'esito del referendum tra le lavoratrici e i lavoratori della ex Gkn è un passaggio importante verso la reindustrializzazione della fabbrica e la salvaguardia dei posti di lavoro. L'accordo quadro siglato nei giorni scorsi, e approvato ieri dalle maestranze di Campi Bisenzio, è stato raggiunto grazie alle lotte e alle mobilitazioni dei lavoratori, al ruolo svolto dal sindacato e all'intervento delle istituzioni locali e nazionali. Ora bisogna vigilare sul mantenimento degli impegni e dei tempi da parte della proprietà, garantendo così la ripresa delle attività produttive e la continuità occupazionale, non solo per i lavoratori diretti ma anche per quelli degli appalti. Sullo sfondo resta il grande tema di come proteggere il nostro sistema produttivo dalle delocalizzazioni selvagge e dalle speculazioni dei fondi internazionali. Su questo occorre fare ancora molto, sia a livello nazionale che europeo».