A processo per caporalato la manager di Uber Italia: rider fiorentini si costituiscono parte civile
Il giudice dell'udienza preliminare di Milano ha deciso: la manager italiana dovrà affrontare un processo.
Il giudice dell'udienza preliminare di Milano ha deciso: rinvio a giudizio per Gloria Bresciani, manager italiana di Uber Italia, che dovrà affrontare un processo per l'accusa di caporalato.
Manager di Uber Italia a processo per caporalato
Il giudice per l'udienza preliminare ha accolto la richiesta del pubblico ministero Paolo Storari incaricato del caso: una decisione che arriva al termine di un'indagine condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza che ha portato anche al commissariamento della filiale italiana di Uber, revocato lo scorso marzo.
Il processo inizierà il 18 ottobre 2021 davanti alla nona sezione penale del tribunale di Milano e vi parteciperà anche la società di intermediazione Frc, chiamata a rispondere riguardo alla legge sulla responsabilità amministrativa.
Durante la fase preliminare del processo il Gup ha accolto i patteggiamenti per caporalato di Leonardo Moltini e Danilo Donnini condannandoli a tre e due anni di detenzione, ritenuti responsabili delle società intermediazione di manodopera, mentre Miriam Gilardi ha patteggiato un anno e mezzo di reclusione.
44 rider si costituiranno parte civile
Sono 44 i rider (fattorini in bicicletta) che si costituiranno parte civile al processo, rappresentanti di tutti i colleghi che non possono permettersi economicamente le spese legali. Vengono da Milano, Torino e Firenze e hanno l'obiettivo di ottenere i danni subiti durante turni impossibili, pagati una miseria e senza alcun tipo di tutela.
Anche Cgil e Camera del lavoro si costituiranno parte civile durante il procedimento che vede Uber come responsabile civile mentre il 19 luglio 2022 si avvierà il processo per altri imputati coinvolti nel caso Uber tra cui il responsabile di Frc Giuseppe Moltini.