Campi Bisenzio

Addio Ugo, ora vola alto in cielo. Campi piange la scomparsa: tutti i commenti di cordoglio

Classe 1922, Ugo Brilli abitava da moltissimi anni a Campi Bisenzio ed era uno dei seicentomila soldati italiani che dopo l'8 Settembre del 1943 si rifiutò di collaborare con i nazifascisti. E' stato l'unico sopravvissuto italiano in un campo di concentramento della Berlino Est in cui erano internati 700 italiani.

Addio Ugo, ora vola alto in cielo. Campi piange la scomparsa: tutti i commenti di cordoglio
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Addio Ugo, ora vola alto in cielo. Campi piange la scomparsa: tutti i commenti

Ugo Brilli non c'è più.  La notizia comunicata stamani dalla famiglia alla nostra redazione ha colto ognuno di noi nello sconforto. Classe 1922, Ugo Brilli abitava da moltissimi anni a Campi Bisenzio ed era uno dei seicentomila soldati italiani che dopo l'8 Settembre del 1943 si rifiutò di collaborare con i nazifascisti. Per questo fu internato nei lager tedeschi. E' stato l'unico sopravvissuto italiano in un campo di concentramento della Berlino Est in cui erano internati 700 italiani.

Negli ultimi anni abbiamo più volte intervistato Ugo, festeggiando con lui nella nostra redazione il suo compleanno a cui lui teneva moltissimo.  Tra i tanti riconoscimenti ricevuti, due anni fa il Consiglio Comunale di Campi Bisenzio consegnò ad Ugo il "premio Levriero -Città di Campi", la massima onorificenza cittadina. Un riconoscimento per la sua vita e per quella memoria che ancora continuava a tramandare attraverso i suoi racconti.  Il 9 dicembre 2019 aveva anche ricevuto il Cavalierato dell'Ordine al Merito della Repubblica Federale di Germania, conferito dal Presidente della Repubblica Federale Frank-Walter Steinmeier.

Tanti i commenti di cordoglio

Il consigliere metropolitano Paolo Gandola, capogruppo di Forza Italia a Campi Bisenzio è stato tra i primissimi ad esprimere il proprio dolore per la scomparsa di Ugo Brilli:

"Con la scomparsa di Ugo Brilli - ha commentato -  l’area metropolitana fiorentina, l’Italia ed il mondo intero, perdono un uomo che dopo esser sopravvissuto ad una delle peggiori atrocità che il genere umano abbia mai perpetrato contro i propri simili, ha trascorso il resto della propria vita trasmettendo alle giovani  generazioni il valore della memoria. Alla famiglia di Ugo giungano le mie condoglianze più sentite - ha aggiunto il consigliere - la sua testimonianza di vita ed il suo straordinario impegno civile rimarranno scolpiti per sempre nel nostro cuore".

Al cordoglio si è aggiunto il consigliere regionale Fausto Merlotti

"Con la morte di Ugo Brilli se ne va una figura che ha segnato la città di Campi Bisenzio, la Toscana e l’Italia tutta. Ugo Brilli, nato nel 1922, dopo l’8 settembre del’43 fu internato nei campi di lavoro nazisti dai tedeschi perché si rifiutò di collaborare con loro; fu l’unico sopravvissuto italiano alla ferocia dei campi della Germania nazista. Quella di Ugo Brilli è una storia di resistenza; una storia di chi scelse con coraggio da che parte stare. Nel Gennaio del 2019 ha ricevuto il Premio Levriero dal Consiglio Comunale di Campi Bisenzio. Ci lascia un uomo che non ha mai smesso di lottare, che con grande senso civico si è impegnato nel tramandare i valori della memoria e della libertà alle nuove generazioni. Ai Familiari e alla Comunità campigiana tutta il mio cordoglio e la mia vicinanza".

Condoglianze sono poi arrivate dalla presidenza del Consiglio Comunale di Campi Bisenzio:

"Ugo si è fatto testimone di tutti i compagni scomparsi e anche per loro ha portato avanti la narrazione di una memoria collettiva - si legge nella nota -  che temeva fosse sepolta, una memoria che parla di coraggio, di speranza e di lotta contro l'odio e le atrocità che nel periodo più buio del '900 ha attraversato. 99 anni, diversi premi ricevuti negli ultimi anni, come la Croce al Merito da parte del Presidente della Repubblica Federale Tedesca e il premio Levriero da parte del Consiglio Comunale di Campi Bisenzio. Una grande perdita per la nostra comunità, un grande insegnamento per tutti noi per tenere alti quei valori ed attualizzare la memoria".

L'ultima testimonianza di Ugo

"Nel 1943, mentre prestavo servizio militare in Italia, il giorno 8 settembre, ci giunse la notizia che era finita la guerra con l’armistizio; in verità ne cominciò un’altra più grande che coinvolse tutta la popolazione. L’esercito italiano era allo sfascio, si scappava senza sapere dove, ma l’esercito nazista era ancora ben organizzato: ci braccava facendoci prigionieri e fummo deportati in Germania, in un grande campo di smistamento. Lì ci proposero di arruolarci nell’esercito fascista della Repubblica di Salò e combattere contro gli alleati, ma nessuno accettò. Quindi in treno, dentro dei vagoni merci fummo trasferiti nella capitale tedesca. Dopo alcuni giorni a 700 italiani fu assegnato questo campo a Berlino, dove formavano le squadre e ci portavano a lavorare in condizioni disumane, come prigionieri. Molto spesso notte e giorno suonava l’allarme per i frequenti bombardamenti."

"Il 7 maggio 1944, era di domenica e i miei compagni erano quasi tutti fuori a lavorare: suonò l’allarme, iniziammo a sentire il rombo degli aerei che iniziavano il bombardamento. Nel campo c’erano due rifugi antiaerei, vicini l’uno all’altro, tutti scapparono correndo, io fui tra gli ultimi a uscire dalle cucine che già cadevano le bombe, e mi diressi verso il rifugio che mi era stato assegnato. Ricordo che i miei amici mi stavano chiamando dicendomi di correre forte per evitare le bombe che già cadevano fitte. Vista la situazione pericolosa decisi di entrare nell’altro rifugio che era più vicino. Appena entrato dentro vi fu una tremenda esplosione, una bomba centrò l’altro rifugio dove avrei dovuto esserci anche io. C’erano dentro 53 italiani e non si salvò nessuno; fu una carneficina".

 

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