Lastra a signa

«Riscopriamo il sapere artigiano locale»

Assicurare la continuità aziendale dell’impresa di famiglia, non è mai stato un processo semplice ed oggi il passaggio generazionale è messo a dura prova

«Riscopriamo il sapere artigiano locale»
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Assicurare la continuità aziendale dell’impresa di famiglia, non è mai stato un processo semplice ed oggi il passaggio generazionale è messo a dura prova anche a causa dell’emergenza sanitaria. A Lastra a Signa questa sfida è stata vinta da Sara Burroni, 37 anni, titolare della pelletteria “Morghiria” che nelle scorse settimana ha trasferito la sede del laboratorio artigianale dalla zona industriale a via Castracani ed ha sviluppato un nuovo ciclo aziendale della pelletteria che per oltre 40 anni ha rappresentato un assoluto esempio di artigianato fiorentino nella lavorazione di borse e articoli in pelle. «L’azienda – ha raccontato la nuova titolare – è nata  nel 1975 come ”Pelletteria di Burroni Giuseppe”  ed è poi diventata nel 2015, ”Pelletteria Vittoria” prendendo il nome in onore della prima nipote nata proprio in quell’anno. Creata dai miei genitori, l’azienda che ha anche contato fino a 14 collaboratori, si è occupata di realizzare borse ed ha lavorato negli anni anche per conto di importanti marchi italiani. Pur avendo frequentato l’azienda fin da ragazza, soprattutto durante i mesi estivi, dopo gli studi in lingue ho lavorato per alcune agenzie di moda e per oltre 13 anni mi sono occupata della parte commerciale di un’azienda di arredamento di Montelupo. Solo dopo, quando mia mamma Lucia ha espresso il desiderio di andare in pensione,  ho iniziato concretamente a pensare a rilevare l’azienda, così da assicurarne la continuità». La scelta di Sara è stata quella di subentrare alla guida della pelletteria inaugurando, però, un nuovo corso: vendere online propri modelli di borse, avviando una propria linea di produzione e lanciando il marchio “Morghiria" nato dall’unione dei nomi delle due figlie, Morghi da Morgana e Ria dal finale di Vittoria. «Inizialmente – ha precisato Sara – i primi modelli di borse pochette realizzati in proprio, hanno incontrato un grande successo e così ho iniziato a contattare i negozi di moda per poter commercializzare i nostri prodotti, rigorosamente fatti a mano, ma poi il sopraggiungere della pandemia ha rallentato ogni progetto». Nonostante la chiusura delle boutique di moda Sara non si è persa d’animo: in questi mesi di fermo ha trasferito il laboratorio in un fondo più piccolo e si è dedicata alla progettazione di una linea di modelli di borse in pelle ed in tessuto espressione del vero artigianato. «Quello che noi realizziamo – ha spiegato profondamente orgogliosa – sono dei veri e propri pezzi unici, la pelle viene tagliata a mano e ogni fase della lavorazione (fino al confezionamento)  rispetta la tradizione artigiana. Nei prossimi mesi – ha annunciato – apriremo, poco distante dal nostro laboratorio, anche lo showroom dove sarà possibile vedere le nostre creazioni, che sviluppiamo con passione e sapienza, scegliendo i pellami delle migliori concerie e gli accessori di ditte specializzate». Nonostante il momento economicamente ancora incerto, l’entusiasmo non manca: «Oramai – ha spiegato – ho fatto il “lancio del cappello” ed ora tutte le energie sono concentrate per consentire la miglior ripartenza dell’azienda nata appena pochi mesi prima dell’inizio della pandemia. Finora i lastrigiani hanno dimostrato di apprezzare la qualità dei nostri prodotti esprimendoci vicinanza e sostegno. Certo – ha confidato – avendo lasciato un lavoro sicuro a tempo indeterminato gli stati d’ansia non mancano, ma la certezza di poter rappresentare un pezzo di tradizione artigiana italiana nel mondo è motivo di gioia ed il motore di tutto il mio impegno». 

 

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