Da Montemurlo alla mostra di Milano
Due scatti di Elena Meoni durante il lockdown esposti nella nuova sede di Boom Factory
In uno è immortalata con la chitarra in mano, nel buio di camera sua, illuminata solo dalla luce che entra dalla finestra. Nell’altra il soggetto cambia, con la sorella Giulia protagonista, mentre resta uguale l’ambientazione. Sono questi i due scatti della montemurlese Elena Meoni che sono tuttora esposti a Milano nella nuova sede di Boom Factory, una startup dedicata al mondo della fotografia, in via Fiamma 18. «L’anno scorso, durante il lockdown, ho partecipato al contest fotografico organizzato da Boom Imagestudio in collaborazione con Manfrotto. Il tema doveva essere il racconto della pandemia – ha spiegato la 26enne – Con l’inaugurazione della sede a Milano hanno deciso di organizzare una mostra che resterà allestita fino al 30 maggio con alcune delle foto del concorso, fra cui due delle mie. Ovviamente è una grande soddisfazione». Evidentemente l’idea di Elena circa quei due mesi passatida reclusi in casa ha colpito particolarmente l’attenzione della startup. «Con questo progetto fotografico ho voluto descrivere la situazione buia che abbiamo vissuto durante il lockdown da marzo a maggio. Ho ricreato intorno ai soggetti un ambiente scuro che rappresenta la paura e l'angoscia che tutti abbiamo provato e il senso di oppressione che può dare non poter uscire di casa. I soggetti però – ha spiegato la giovane – sono sempre illuminati da una fonte luminosa che rappresenta metaforicamente la speranza per un futuro migliore. Il motto "#andràtuttobene", ma anche le passioni, la creatività, gli affetti, lo spirito di adattamento che ci hanno consentito di reagire e di affrontare meglio quel momento così surreale». Un momento che Elena ha utilizzato per realizzare degli scatti che, nel loro piccolo, resteranno storici e che si possono trovare non solo sui social della ragazza, ma anche sul suo sito (www.elenameoni.com), dove sono presenti altri due lavori. «Si tratta di due reportage: uno ambientato a Pistoia e legato al tema dell’amianto, l’altro ispirato alla coltivazione della canapa in Italia. Attualmente mi sto occupando di un progetto a sfondo sociale sull’immigrazione e l’accoglienza. Ho una grande curiosità riguardo certi argomenti, per questo sono continuamente alla ricerca di storie interessanti da raccontare attraverso i miei scatti. Il mio sogno? Specializzarmi nel fotogiornalismo e lavorare in questo ambito. Per adesso questa è soprattutto un passione ma spero che si evolva». L’amore per la fotografia, sentendo il suo racconto, accompagna Elena fin da bambina. «Questa passione ce l’ho sempre avuta ed è una cosa di famiglia: me la trasmessa mio padre. Non ho una memoria così ferrea e probabilmente è per questo che faccio continuamente foto, non voglio scordarmi di nessun ricordo. Ecco perché mi sono sempre portata dietro una macchina per immortalare ogni momento, specie quando sono ho trascorso un anno e mezzo fra Australia e Sudamerica. Quando sono tornata nel 2018 ho deciso di iscrivermi alla Scuola Internazionale di fotografia di Firenze Apab, dove mi sono diplomata nel novembre 2019. Da lì è partito il mio percorso che mi auguro mi porti lontana».