Zero Tari per il 2021: la richiesta di Confcommercio
Le foto della manifestazione di oggi.
L’economia del terziario sta vivendo una delle crisi più gravi dal secondo dopoguerra a oggi. Mentre il mondo economico non frena la sua discesa, i costi fissi in capo alle imprese non accennano a scendere e le scadenze continuano a susseguirsi una dietro l’altra. La Tari – l’imposta sullo smaltimento dei rifiuti – rappresenta ancora oggi un peso importante nei bilanci aziendali, nonostante le imprese siano ferme e non lavorino.
Zero Tari per il 2021
Le conseguenze dell’esplosione della pandemia da Covid-19 sono drammatiche: aziende chiuse, crollo del lavoro, sostegni insufficienti a colmare le perdite e, ancor peggio, nessuna certezza per il futuro.
Intere filiere sono ferme da mesi e questo stop determina un’inevitabile ricaduta su tutti gli altri settori che soffrono del calo dei consumi, ogni giorno più tangibile.
Il sistema economico e sociale del territorio è in ginocchio e più passa il tempo, più sarà difficile arginare i danni.
Le vaccinazioni sembrano essere l’unica ancora di salvezza ma siamo ancora lontani da una gestione efficace dell’intera macchina sanitaria.
Nel frattempo, mentre il mondo economico non frena la sua discesa, i costi fissi in capo alle imprese non accennano a scendere e le scadenze continuano a susseguirsi una dietro l’altra.
La Tari – l’imposta sullo smaltimento dei rifiuti – rappresenta ancora oggi un peso importante nei bilanci aziendali, nonostante le imprese siano ferme e non lavorino.
I numeri
Nel 2020 l’ammontare complessivo della tariffa in Italia è di circa 9,73 miliardi di euro – in linea con il 2019 – a fronte di un calo di oltre 5 milioni di tonnellate di rifiuti, il 15% in meno dell’anno precedente, che tiene conto anche dei dispositivi anti-contagio trattati come rifiuti indifferenziati (dati Osservatorio Tasse Locali di Confcommercio).
Non è possibile continuare in questa direzione.
La richiesta di Confcommercio
Le imprese non hanno la forza di sostenere simili livelli di pressione economica, dopo un anno di chiusure – totali o parziali – e con l’emergenza sanitaria ancora in corso.
Soprattutto non possono pagare un servizio de quale, in quanto chiuse, non usufruiscono se non in minima parte.
La Tari, calcolata sulla base della superficie dell’attività e non dei rifiuti effettivamente prodotti, non ha senso di esistere.
Per questo, insieme agli imprenditori del terziario, chiediamo il suo azzeramento per il 2021, in particolare:
Tari a zero per i periodi di sospensione delle attività da DPCM in relazione alle diverse fasce di emergenza in cui è collocato il territorio.
e Tari al ribasso per tutte quelle aziende che subiscono consistenti limitazioni dagli stessi provvedimenti.Altrimenti sarà indispensabile trovare altre soluzioni che diano respiro alle imprese in un momento così delicato.
Il Decreto Sostegni (art.30 comma 5 DL 41/2021) fissa al 31 Maggio 2021 i termini entro cui le utenze non domestiche possono comunicare al Comune la disdetta del servizio pubblico di ritiro e smaltimento dei rifiuti urbani per almeno 5 anni, dimostrando di conferirli al recupero tramite un ente terzo specializzato.
Tale Decreto determina l’esecutività di quanto stabilito dall’art. 3, comma 12 del Decreto Legislativo 116/2020 che si allineava alla normativa italiana sulle direttive europee: l’ARERA, l’autorità che ha assunto funzioni di regolazione e controllo in materia di rifiuti urbani, aveva stabilito che nel corso del 2020 sarebbe dovuta diventare operativa l’adozione del Metodo tariffario Rifiuti (MTR) incentrato sulla trasparenza e sull’efficienza dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti urbani, che avrebbe dovuto generare un abbattimento delle tariffe. Ma, nella realtà, così non è stato.
Sulla base di questo quadro legislativo Confcommercio si è mossa nell’individuazione di soggetti terzi certificati che possano sostituire il gestore pubblico nello svolgimento del recupero dei rifiuti urbani e che rispettino il principio europeo “chi inquina paga”.
In assenza di un celere accoglimento delle istanze di azzeramento della TARI per l’anno 2021, Confcommercio Pistoia Prato si adopererà per assistere le imprese nel passaggio dal gestore pubblico a quello privato alla scadenza del 31 Maggio 2021.
Ma c’è di più.
Se in virtù del passaggio delle aziende dal gestore pubblico a quello privato l’Amministrazione Comunale dovesse riparametrare le tariffe in modo da scaricare su chi rimarrà nel servizio o sulla parte fissa della Tariffa il maggior onere derivante dai mancati introiti di chi avrà abbandonato il servizio, facciamo presente di aver già commissionato ai nostri legali la verifica della legittimità dei regolamenti TARI per predisporne l’impugnativa davanti al TAR Toscana a partire dal mese di luglio 2021.
È finito il momento delle parole, chiediamo azioni concrete che sostengano le aziende nell’affrontare la grave crisi che stanno vivendo.
Non possono essere sempre loro a pagarne il prezzo.