Bosco di Inno, il Tar ha accolto il ricorso dei cittadini contro il distributore
Anche la Lega ha manifestato la propria soddisfazione: “Il Tar ha bloccato lo scempio del taglio del bosco”.
Bosco di Inno, il Tar ha accolto il ricorso dei cittadini contro il distributore
Il Tar della Toscana ha pubblicato oggi pomeriggio l’attesa sentenza sul bosco Inno. I giudici amministrativi hanno accolto tutte le eccezioni presentate dai circa 25 famiglie di Inno ed hanno così annullato il permesso a costruire il distributore carburanti rilasciato nei mesi scorsi dal Comune di Lastra a Signa.
La motivazione
Nella lunga sentenza del Tar si legge che “l’impianto di distribuzione, oltre a non costituire un motivo eccezionale di ordine economico-produttivo che rende legittima la trasformazione irreversibile del bosco, non vale nemmeno ad integrare quelle straordinarie esigenze di interesse collettivo che consentono il rilascio di un permesso di costruire in deroga e la conseguente realizzazione di un impianto con superficie di 8.450 mq, anziché di 4.500 mq”.
Il commento
Il commento di Carlo Moscardini, Legambiente:
"Nessuna forza politica cerchi di strumentalizzare una vittoria dei cittadini e della cultura ambientalista e non certamente di coloro che voglio salvare i boschi in collina e distruggere tutto nella Piana. Se la lega di Salvini è così sensibile perché sostiene lo scempio della nuova pista dell'aeroporto di Peretola".
La soddisfazione della Lega
Oltre ai cittadini di Inno che hanno presentato il ricorso e che da sempre hanno manifestato la propria contrarietà all’opera, anche la Lega ha manifestato la propria soddisfazione .
“Il Tar - ha commentato la consigliera regionale Elisa Tozzi - ha bocciato lo scempio che l'amministrazione comunale lastrigiana e alcuni privati stavano per compiere nella frazione collinare di Inno, abbattendo un'area boschiva per farci l'ennesima area di sosta con distributore di benzina sulla Fi-Pi-Li, a ridosso di un abitato. Hanno vinto i cittadini, ha vinto il buon senso”.
“Sono felice che il Tar abbia dato ragione ai cittadini che erano insorti in massa contro l'improvvida decisione del loro Comune, formando anche dei comitati – aggiunge Tozzi -. Questa vittoria del territorio e della coscienza ambientale dei suoi abitanti dà anche la misura di come, nell'iter di questo intervento, evidentemente malgestito dalla pubblica amministrazione, ci sia stata una buona dose di incompetenza o, in alternativa, di malafede”.