Ambiente

Il trionfo della natura: Il centro ornitologico ha mappato il territorio

Ecco la prima ricerca completa

Il trionfo della natura: Il centro ornitologico ha mappato il territorio
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Sono oltre 250 le specie diverse di uccelli, nidificanti, svernanti e migratorie che popolano la vasta area della Piana, tra Firenze, Prato e Pistoia. E’ questo quanto emerso dall’importante lavoro di studio e analisi promosso dal centro ornitologico toscano sotto la guida del dottor Marco Lebboroni che ha  portato alla realizzazione del primo e completo atlante degli uccelli.

Come noto il territorio della Piana ha una storia antica che con  il boom edilizio dei primi anni settanta è diventato un grande spazio periurbano. Tra i tanti elementi eterogenei permangono, tuttavia, un ampio tessuto agricolo e tante zone umide, diffuse a macchia di leopardo, oggi sottoposte a tutela, tra stagni, laghi ed oasi. «Quello realizzato – ha spiegato a BisenzioSette Lebboroni – rappresenta la prima ricerca completa di tutta l’area della Piana e su tutte le specie di uccelli monitorati. In precedenza, infatti, enti e associazioni si erano limitati solo ad alcune zone umide o avevano concentrato il proprio studio unicamente su alcune specie di uccelli. Diversamente il centro ornitologico, grazie alla collaborazione di circa dieci rilevatori esperti ed alla collaborazione di altre persone,  ha realizzato un monitoraggio completo su tutto il territorio, con un gruppo di lavoro sul campo, potendo così sviluppare il primo atlante degli uccelli nidificanti e svenanti nella piana di Firenze, Prato e  Pistoia, nell’arco temporale che va dal 2010 al 2015». Importanti i numeri emersi dall’osservazione effettuata: 105 sono le specie nidificanti nella piana che si riproducono nei tre Comuni mentre 125 sono le specie di uccelli “svernanti”  che trascorrono il periodo invernale.  Le diverse zone del territorio accolgono anche 250 specie di uccelli durante il periodo delle migrazioni.  «Si tratta di numeri rilevanti che tuttavia ci attendevamo – ha commentato Lebboroni – la piana mantiene da sempre aree umide ben conservate che accolgono una buona densità di specie, vanta ancora la presenza di estensioni di territorio agricolo poco disturbato e si colloca su una rotta migratoria che segue la valle dell’Arno riuscendo così ad intercettare la presenza di tanti uccelli nel periodo di passo.  Oltre a questo – ha aggiunto – l’atlante contiene tutte le mappe  di ogni Comune con le specie di uccelli localizzate e rappresenta la summa di quello che finora sappiamo sulla Piana avendo realizzato un’apposita checklist dal 1983 al 2017 con tutta la biografia già emersa in precedenza. Si tratta dunque di un vero e proprio manuale di consultazione che riteniamo possa essere molto utili anche per gli amministratori locali per svolgere, in maniera corretta, la propria opera di pianificazione territoriale». Il lavoro promosso offre una più completa visione del territorio, da sempre al centro di tanti progetti di espansione urbanistica, che, pur essendo tra i più densamente popolati e vissuti della Toscana, mantiene delle zone verdi straordinarie ed incontaminate dove la natura riesce ad essere l’unica protagonista  accogliendo centinaia di specie di uccelli. 

«Questo studio – ha spiegato ancora l’autore che ha diretto il lavoro – è già uscito nei mesi scorsi ma non è stato ancora presentato in maniera ufficiale a causa dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del coronavirus. Purtroppo, rappresentando un lavoro inedito, mai sviluppato prima, non vi sono dati di confronto, consolidati e standardizzati, per effettuare una comparazione scientifica sul numero di specie attualmente presenti. Nonostante i cambiamenti climatici e altri e ulteriori fattori si può però parlare di una biodiversità ancora vivace. In via di massima – ha concluso – possiamo  affermare che per le specie acquatiche vi è uno sviluppo ed un mantenimento sul territorio molto positivo mentre per quanto riguarda altre specie come l'allodola, lo strillozzo o le averle si assiste ad una loro progressiva diminuzione a causa delle profonde trasformazioni operati nel campo dell’agricoltura».

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