Btp Italia boom, decine di milioni di vendite: ma siamo davvero più poveri?
Numeri impressionanti dalle banche più radicate sul territorio: per Chianti Banca oltre 20 milioni di euro di sottoscrizioni. Super raccolta anche per Banca Alta Toscana, con oltre dieci milioni di euro: tutti soldi investiti dalle famiglie locali.
L'inchiesta uscita su Bisenziosette il 29 maggio 2020. Qui pubblichiamo l'intervista al presidente di ChiantiBanca.
Btp Italia boom
Sono stati raccolti 22,3miliardi di euro dopo l’emissione del Btp Italia. Si tratta del titolo di Stato destinato a contribuire alle spese per il Coronavirus. Un vero boom che ha visto in primo piano i piccoli investitori (anche quelli esteri) e le stesse banche. Ma cosa è successo a casa nostra? Ne abbiamo parlato con Cristiano Iacopozzi, che, oltre ad essere presidente di ChiantiBanca, è esperto di finanza e di analisi degli investimenti nonché docente di Asset Allocation all’università di Siena e formatore in ambito bancario – sia nel mondo Abi che in quello cooperativo.
Presidente cosa è successo con i titoli di Stato? Un vero boom tra i risparmiatori.
«A livello aggregato, la raccolta è stata tre volte e mezzo quella dell’ultimo Btp Italia, e ciò è dovuto al combinarsi di molteplici eventi. Primo: il momento di particolare liquidità dovuto al rimborso del Btp Italia con scadenza aprile 2020, sottoscritto nel 2014 in maniera copiosa. Per inciso, dalla crisi della Lehman Brothers abbiamo assistito a un progressivo aumento dei risparmi detenuti dalle famiglie italiane in asset liquidi, come i depositi, arrivati a 1.400 miliardi di euro (1/3 della ricchezza finanziaria delle famiglie). Secondo, la propensione al rischio “particolare” – non dico bassa – e la cultura finanziaria tradizionale degli italiani per i titoli di Stato che continuano, correttamente, a considerare affidabili. Terzo, l’1,40% garantito è un buon rendimento, che non ha eguali con altri titoli di Stato con identiche scadenze. Quarto, ma mi piace considerarla la leva principale, il cuore patriottico dei nostri connazionali. Quando l’Italia chiama, l’Italia passa avanti a tutto. E’ la dimostrazione che abbiamo le forze per farcela da soli, avendo le armi giuste per combattere sui tavoli europei».
E a ChiantiBanca? Quante sono state le sottoscrizioni in generale e quante quelle solo a San Casciano?
«Oltre 20 milioni di euro di controvalore con un taglio medio di oltre 46mila euro, oltre il 10% arrivato dalla zona di San Casciano. Sono sincero, da cittadino speravo e mi aspettavo una risposta del genere, da presidente di ChiantiBanca sono orgoglioso di constatare come i nostri clienti siano stati vicini al proprio Paese e del fatto che la banca abbia fatto, con immenso piacere, di tutto per favorire la sottoscrizione, pur non essendo un business caratteristico».
Ci faccia un identikit di chi ha deciso di investire (se si è trattato di piccoli risparmiatori o imprenditori) e di quali importi si parla.
«Non esiste una tipologia specifica di investitore. I profili Mifid nel mondo del credito cooperativo sono quattro – basso, medio/basso, medio/alto e alto – e ciascuno di loro ha sostenuto la sottoscrizione del Btp Italia: dall’imprenditore al pensionato, per intendersi».
In quanti hanno inoltrato l’ordine attraverso le filiali e quanti attraverso l’home banking?
«In ogni modo possibile. Con altrettanto orgoglio, dico che la prima strada è stata la più percorsa, dando conferma che la filiale – intesa come luogo fisico – ha ancora ragione di esistere e rappresenta il valore aggiunto di una banca di credito cooperativo. Continueremo a essere vincenti se riusciremo a mantenere il contatto diretto con la clientela. Anche in tempi di Covid, e pur rispettando tutte le prescrizioni sanitarie per la completa sicurezza di dipendenti e clienti, abbiamo continuato a garantire il pieno servizio».
I titoli di Stato avranno un rendimento dell’1,4%, secondo Lei si è trattato di una speculazione o al Governo conveniva percorrere un’altra strada?
«Nessuna speculazione. Per cercare di avvicinare maggiormente l’investitore ai titoli di Stato, è stato fatto un piccolo sforzo – ma non esoso – pagando circa un quarto di punto in più rispetto al tasso di equilibrio sul mercato. Aggiungo che se gli italiani dedicassero una parte più importante dei loro risparmi ai titoli di Stato, non avremmo bisogno di ricorrere alle sottoscrizioni degli investitori esteri».
Come spiegherebbe ai nostri lettori in modo semplice il Btp Italia 2020?
«Un titolo con cedola semestrale dello 0,70% (1,40% annuo minimo garantito), a cui si aggiunge l’inflazione solo se positiva. Per i cassettisti – ovvero chi tiene il titolo fino alla scadenza – c’è un premio fedeltà dell’0,80%».
I titoli di Stato sono sempre una garanzia o il risultato della manovra di giovedì è solo il frutto delle condizioni favorevoli di mercato?
«Dal congresso di Vienna del 1815 a oggi, tutti gli stati preunitari e poi l’Italia hanno regolarmente onorato il debito pubblico. Ci sono stati momenti più o meno di forza, o più o meno di debolezza, ma siamo sempre stati pagatori che hanno rispettato le proprie scadenze. La stessa cosa, per fare un esempio, non si può dire per la Germania, nell’ultimo secolo fallita due volte. L’Italia ha una nomea che non corrisponde alla sua storia. Veniamo dipinti come un Paese inaffidabile ma non è affatto così. Consiglio una buona lettura che spiega tante cose: “Otto secoli di follie finanziarie” di Carmen Reinhart e Kenneth Rogoff, fotografia puntuale della situazione finanziaria di vari Paesi nel corso della storia. L’oggettività vale più di qualsiasi parola».
L’ultimo Btp Italia, collocato lo scorso ottobre, aveva raccolto in tutto 6,75 miliardi. Quello di giovedì scorso ha raccolto oltre22 miliardi. Se dovesse fare un’analisi dell’economia di oggi sul nostro territorio, quale sarebbe?
«Il nostro è un territorio resiliente, tanto per usare un termine che va di moda, ma vero è che il turismo è quota importante del prodotto interno lordo della Toscana. E’ presto per giudicare quale sarà l’impatto della crisi. Dovremo aspettare quanto meno l’autunno per capirne di più».
Quale sarà il ruolo di ChiantiBanca nei prossimi mesi per i piccoli risparmiatori e gli imprenditori locali?
«ChiantiBanca continuerà a svolgere il ruolo di banca di credito cooperativo, al servizio dei territori e delle loro comunità. Saremo il porto sicuro per i risparmiatori e continueremo ad assistere gli imprenditori prestando doverosamente attenzione al merito creditizio. E soprattutto ascolteremo tutti. E’ questa l’arma vincente delle Bcc».