Decreto sulle misure per l'epidemia: recepite alcune importanti richieste a favore delle industrie
Decreto di ieri sulle misure per l'epidemia: parziale soddisfazione, recepite alcune importanti richieste a favore delle industrie.
Decreto sulle misure per l'epidemia
Le imprese avranno un po' di respiro per organizzarsi: quelle che dovranno chiudere avranno tempo fino a tutto mercoledì 25 marzo per completare le lavorazioni in corso e spedirle ai clienti. Questo è quanto prevede il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri appena uscito. E' stata così recepita una delle principali richieste venute dal mondo delle imprese per contemperare le proprie esigenze produttive alle finalità di tutela della salute pubblica a cui si ispira il Decreto.
Cosa cambia
Positiva anche la procedura della comunicazione al prefetto da parte delle imprese incluse nelle filiere a servizio dei settori indicati come essenziali: una soluzione semplificata che potrà essere di aiuto per sanare quello che è apparso fin dall'inizio come un punto cruciale della questione, soprattutto - ma non soltanto - per il tessile-abbigliamento. Questa procedura potrebbe anche servire per rendere operative senza altri ostacoli le imprese riconvertite o in via di riconversione produttiva verso mascherine e dispositivi di protezione, non necessariamente fornite del codice Ateco corrispondente. Salvaguardate anche attività di consulenza necessarie all'attività aziendale. Continua invece lo sconcertante silenzio sull'edilizia: ci si chiede come saranno possibili le manutenzioni edili alle strade e autostrade e agli immobili produttivi.
L'allarme del sistema confindustriale ha quindi avuto effetti positivi, pur con alcune eccezioni. All'allarme e alle richieste da formulare al Governo ha fornito un importante contributo anche Confindustria Toscana Nord, intervenendo fin dalle prime ore di questa mattina presso il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci, che ha dato immediato riscontro.
Il sacrificio delle aziende
Le aziende e tutte le persone che a vario titolo vi sono impegnate - proprietari, management, lavoratori - stanno compiendo un sacrificio, continuando a lavorare in un clima di ansietà o fermandosi e mettendo a repentaglio il proprio futuro. La speranza è che questo sacrificio possa essere utile al paese.