“La Toscana è una regione attenta al benessere psicologico, come ha dimostrato anche con l’introduzione, tra le prime in Italia, della legge sullo psicologo di assistenza primaria. Tuttavia, i dati rivelano un preoccupante aumento nell’uso di psicofarmaci, con la regione che registra un consumo significativamente superiore alla media nazionale. Non è la prima volta che la Toscana si trova a occupare questa posizione. Sebbene gli psicofarmaci siano essenziali in alcuni casi e possano offrire un sostegno utile, questo dato indica che la risposta prevalente al disagio nella nostra area è spesso la ricetta medica, piuttosto che un percorso di cura psicologica.” Queste le parole di Valentina Albertini, presidente della Fondazione dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, in riferimento ai dati toscani presenti nel rapporto 2024 di Aifa Asmed sull’uso dei farmaci.
“A preoccupare è soprattutto l’uso di psicofarmaci nei minori. Essere la prima regione in Italia per prevalenza d’uso di psicofarmaci negli under 18 (0,96% contro 0,57% nazionale) non è un primato da vantare. Questo segnala un problema nella nostra rete di protezione e cura”, spiega Albertini. “Quando i servizi pubblici per l’Infanzia e l’Adolescenza sono sotto organico e non riescono a fornire percorsi psicoterapeutici e riabilitativi adeguati in tempi utili, mentre il percorso privato non viene consigliato, l’unica soluzione per gestire l’emergenza è la stabilizzazione farmacologica.”
“L’aumento del +27% nei farmaci per l’ADHD in un solo anno in Toscana e l’aumento di antidepressivi nella stessa fascia di età evidenziano una maggiore capacità diagnostica e di intervento,” continua la presidente della Fondazione dell’Ordine degli Psicologi della Toscana. “Tuttavia, potrebbe anche esserci un iperuso delle etichette diagnostiche, che rischiano di compromettere la capacità di fornire risposte psicologiche e relazionali adeguate.”
Per Albertini, i dati riflettono un eccessivo ricorso ai farmaci per il benessere psicologico. “La letteratura scientifica è chiara: la psicologia e la psicoterapia offrono strumenti duraturi che prevengono le ricadute, cosa che la sola pillola non può garantire. Ignorare la dimensione psicologica e relazionale del disagio e fare affidamento unicamente sul farmaco – spiega Albertini – può cronicizzare la sofferenza, costringendo la persona a un rapporto farmacologico permanente. Stiamo investendo male e curando solo in parte.”
Per invertire questa tendenza, secondo la presidente della Fondazione dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, è necessaria una strategia articolata. “Primo, la prevenzione: le ricerche dimostrano che i primi mille giorni di vita sono cruciali per costruire una sicurezza fondamentale per affrontare le difficoltà future. Intervenire in questo periodo è sempre più urgente per prevenire problemi futuri. È necessario un investimento strutturale: finanziare l’assunzione di psicologi e psicoterapeuti in ogni ambito del Servizio Sanitario Toscano, in particolare nei servizi pubblici per l’Infanzia e l’Adolescenza, per garantire percorsi di cura multidisciplinari fin dalle prime fasce d’età.”
“A breve termine, è possibile creare un sistema di convenzione tra il Servizio Sanitario Regionale e psicologi e psicoterapeuti privati accreditati. Questo – conclude Albertini – consentirebbe di ridurre le liste d’attesa in pochi mesi e garantirebbe ai cittadini una vera libertà di scelta terapeutica, tra farmaco e psicoterapia, a costi sostenibili.”