Terremoto Centro Italia: vogliono ricostruire la casa, bloccati dalla burocrazia
Massimo e Matilde portano avanti la loro battaglia per realizzare un villaggio dove ora ci sono solo macerie.
Il racconto di una coppia di Sesto fiorentino sopravvissuta al terremoto che nel 2016 ha colpito il Centro Italia. Vogliono ricostruire la loro casa a Grisciano, bloccati dalla burocrazia.
L'articolo uscito esattamente un anno fa su BISENZIOSETTE.
Terremoto Centro Italia
Per i sopravvissuti al terremoto che nel 2016 ha colpito il Centro Italia l’incubo non finisce mai. Spenti i riflettori e le telecamere infatti la situazione continua ad essere gravissima come hanno raccontato
Massimo Rossi e Matilde Ruffini, una coppia di sestesi che la terribile notte del terremoto è riuscita a mettersi in salvo «Sono stati 40 secondi da incubo e non mi sembra possibile di essere qui con mia moglie e la mia cagnetta - aveva raccontato l’uomo due anni fa, subito dopo la tragedia - Purtroppo la zia di mia moglie non ce la fatta. Sono stati momenti terribili».
La casa dei nonni
La coppia infatti abita a Sesto Fiorentino ma torna regolarmente a Grisciano, frazione del Comune di Accumoli, nella casa dei nonni, per trascorrere le vacanze. A distanza di due anni, nonostante le numerose gare di solidarietà fatte da tante persone per aiutare le comunità colpite dal sisma, niente però è cambiato per i residenti delle seconde case che adesso stanno vivendo una situazione paradossale.
Il racconto
«Viviamo al confine con la frazione di Amatrice - hanno raccontato - Lì il Comune ha fatto un piccolo villaggio di casette mobili e un gruppo di noi ha deciso di fare una cosa simile a Grisciano. Siamo un gruppo di 20 persone e abbiamo presentato un progetto al sindaco; due ragazzi di Grisciano ci hanno dato un terreno in comodato d’uso e nel nostro gruppo abbiamo ingegneri e un geometra, questo progetto però si è scontrato con la burocrazia. Il paese infatti si trova tra due vincoli paesaggistici, qui però non ci troviamo in una situazione di normalità. Lì però non c’è più niente, solo strutture fatiscenti. E’ tutto in stato di abbandono, sembra un monumento alla morte e sappiamo che non potremo mai più tornare nelle nostre case. Avevamo iniziato le procedure per realizzare questo “villaggio”, abbiamo anche già comprato le casette perché avevamo ricevuto l’ok verbalmente. Noi non siamo turisti ma abitanti delle seconde case che lì hanno sempre pagato le tasse».
La situazione in cui continuano a vivere la comunità intanto è sempre più desolante «Lunedì c’è stata un’altra brutta scossa - hanno raccontato ancora - Aumenta il numero di suicidi tra la popolazione residente e le persone lì dicono che pensando al futuro vedono solo il vuoto. Si sta facendo spazio l’idea che andrà tutto a morire e si sta perdendo la speranza mentre la burocrazia continua a segare le gambe alle persone. E’ una morte lenta».
In una situazione del genere un progetto come quello della realizzazione del villaggio che la coppia di sestesi sta portando avanti insieme al gruppo potrebbe dare un segnale importante, ma purtroppo tutto è rimasto fermo.
La denuncia
«Sabato siamo tornati lì per una manifestazione proprio su questa vicenda - hanno aggiunto - Abbiamo speso 25mila euro per comprare la casetta senza nessun contributo da parte delle istituzioni, perché quello che vogliamo è tornare lì. Tempo fa ha fatto molto scalpore la vicenda della casetta di nonna Peppina ma c’è un cratere pieno di persone nella sua stessa situazione. Sabato durante la manifestazione era presente anche l’onorevole Gabriele Lorenzoni del Movimento cinque stelle, era la prima volta che un politico nazionale veniva a Grisciano ed è rimasto sconvolto dal niente che c’è. Ha detto che cercherà di mediare affinché il villaggio possa nascere. In questi anni i privati hanno fatto tantissimo per aiutare le persone che vivono in questi luoghi ma dall’alto niente. Vogliamo solo la possibilità di ripartire, chiediamo che non ci vengano tarpate le ali».
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