Come può un insaccato diventare il fulcro di una narrazione? Nel caso del bardiccio, salume tipico della Valdisieve e del Chianti Rufina, la risposta è affermativa. Conosciuto anche come “sambudello” o “salsiccia matta”, questo prodotto è apprezzato sia crudo che cotto alla brace. La sua notorietà, che ha superato i confini della Toscana, deve molto al libro di Alessandro Sarti, ora disponibile in una versione rinnovata e aggiornata, intitolato Il Bardiccio: storie e ricette di un insaccato ribelle (ed. Polistampa, pp. 160, euro 23).
Alessandro Sarti, originario di Pontassieve, è un personaggio versatile: dopo aver ricoperto ruoli come amministratore e promotore culturale, ha scritto opere sulla storia e le tradizioni toscane. Ha anche debuttato nel cinema, dirigendo i lungometraggi Saranno famosi? (2018), Quel Genio del mio Amico (2021) e Che bella storia la vita (2023). L’interesse per il bardiccio nasce dal suo profondo amore per la sua terra, con un focus sulle tradizioni gastronomiche e artigianali. Attraverso le pagine del libro, questa salsiccia, realizzata con i ritagli del maiale e insaporita con finocchio selvatico, si trasforma in un viaggio nella storia e nel folklore locale, rivelando una cucina “povera” ma ricca di saperi antichi. Con un tocco di creatività, Sarti attribuisce al bardiccio numi tutelari come Dante, Giotto e Cimabue: “Ci siamo presi qualche licenza poetica”, commenta, “coinvolgendo artisti e personaggi illustri che hanno segnato la nostra storia”.
Non manca, nel libro, una sezione dedicata alla gastronomia, con oltre sessanta ricette elaborate da noti produttori, chef, pizzaioli e ristoratori, tutte abbinate ai vini tipici del territorio.
Il testo è accompagnato da 14 illustrazioni di Lido Contemori e da numerosi contributi, tra cui quelli del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del sindaco di Pontassieve Carlo Boni, dello storico fiorentino Luciano Artusi, del presidente del Consorzio Chianti Rufina Gerardo Gondi, del giornalista accademico della Cucina Italiana Paolo Pellegrini, del critico enogastronomico Andrea Grignaffini, della linguista Matilde Paoli e della “cuoca pop” della TV Luisanna Messeri. Infine, un testimonial d’eccezione: Caterina Bellandi, nota come Zia Caterina, che da oltre vent’anni sostiene giovani pazienti e le loro famiglie con il suo taxi Milano 25.
Il sapore della tradizione
Il bardiccio, la salsiccia “matta” che racconta un territorio
Un libro esplora storie e ricette dell'insaccato ribelle, simbolo della Valdisieve e del Chianti Rufina.