Appello della Chiesa di Prato a Forza Nuova
Quattro uffici di curia della Diocesi di Prato (Caritas, Ufficio per l’Educazione e la Scuola, Migrantes e Ufficio di Pastorale Sociale e del Lavoro) hanno scritto una lettera aperta ai militanti di Forza Nuova in vista della manifestazione nazionale del movimento convocata per sabato 23 marzo, giorno del centesimo anniversario della fondazione dei Fasci italiani di combattimento.
Appello della Chiesa di Prato a Forza Nuova
Perché avete scelto Prato per ricordare il vostro anniversario di violenza politica di 100 anni fa? Non si festeggia un anniversario portando divisioni in una comunità pacifica. Non si festeggia un anniversario senza il gradimento di chi ti deve accogliere.
Prato è stata sempre una città aperta e accogliente. L’”altro” si è sempre sentito a casa sua, non è stato mai respinto. Il prendersi cura e il rispetto, il non disprezzo e l’accoglienza, il lavoro e la sua dignità sono stati alla base della convivenza civile della città. Perché vuoi venire a turbare e intimorire chi con fatica ha costruito una città mite, pacifica, facente parte di un condominio planetario? Per meri interessi elettorali? Per diffondere una cultura della violenza?
A Prato non può esserci spazio per culture sovraniste, xenofobe, egoistiche, intransigenti che non mettono l’amore per l’altro al primo posto, la solidarietà, il lavoro, il bene di tutti. Al cuore dei principi della convivenza a Prato non ci sono la violenza, il respingimento, il razzismo, il “prima i pratesi”. Ci sono i principi della nostra Costituzione fondante un ordinamento che assicura la pace e la giustizia fra tutti.
Non scandalizzare i piccoli e i poveri di Prato, non istigare il popolo pratese a costruire muri (fisici o culturali che siano); li abbiamo abbattuti con fatica e oggi sono solo dei richiami storici che attraverso il fare memoria ci dicono che solo con i ponti, le amicizie e il confronto abbiamo fatto grande Prato come luogo di pace e di scambio. “Per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere”.
Prima di manifestare vieni e vedi gli sforzi costanti che la nostra comunità attua per integrare ciascuna persona, “contrastando la cultura dell’indifferenza e dello scarto”.
Non banalizzare una coscienza pacifica, pacificata e pacifista che a fatica, dalla Resistenza in poi, si è costruita a Prato, città “ricca di storia e di bellezza, che lungo i secoli ha meritato la definizione di “città di Maria””.
Per un discepolo di Gesù nessun vicino può diventare lontano. Anzi, non esistono lontani che siano troppo distanti, ma soltanto prossimi da raggiungere. La nostra comunità è impegnata a integrare ciascuna persona, contrastando la cultura dell’indifferenza e dello scarto.
Convertiti alla non-violenza e alla giustizia di cui il popolo di Prato, tutti i popoli e ciascun uomo e donna che abitano il pianeta hanno sete profondissima. Spostare la nostra attenzione dai nostri bisogni a quelli degli altri, può diventare la logica profonda della nostra esperienza umana e, allo stesso tempo, la vocazione profonda che può motivare e incoraggiare le nostre azioni e le nostre scelte all’interno della società civile. Non dimenticare mai che questa logica, assunta in maniera radicale, richiede la ricerca instancabile di una convivenza umana nella prospettiva del non-dominio e del sostegno al più debole, al più povero, all’emarginato, le persone che Gesù ha sempre messo, inequivocabilmente, in cima ai destinatari del suo amore. La nostra comunità t’invita a costruire luoghi dove si testimonia questo stile e laboratori d’impegno e solidarietà nella ricerca di modi nuovi ed evangelici di vivere insieme nella nostra città.
Solo a queste condizioni ti sentirai cittadino di Prato e potrai venire a manifestare. Fino a quando ti definirai “fascista, xenofobo, sovranista, razzista, violento”, Prato non potrà essere la tua patria e noi non potremo permettere che tu venga a dissipare e distruggere un patrimonio culturale costruito con tanta fatica, dolore, duro lavoro, cooperazione sociale, solidarietà, altruismo, parole a te sconosciute ma che sono a fondamento del vivere civile e di quella Costituzione che tu disprezzi e che per fortuna c’è per non permetterti di essere qui oggi a Prato.
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