Serravalle Pistoiese: polemiche per gli sversamenti nelle falde
Negli ultimi giorni, si è accesa sulla stampa e sui social, una forte polemica riguardo alla contaminazione da cloruro di vinile dei pozzi presenti a Ponte Stella nella parte iniziale di via del Redolone, tra il torrente Stella ed il Fosso di Castelnuovo e tra il Torrente Stella e le Vie del Frascone, Pontacci, di Loreto e del Pancone.
Serravalle: polemiche per gli sversamenti nelle falde
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del gruppo Centrosinistra per Serravalle:
Si cerca, da parte degli attuali amministratori comunali e di Fratelli d’Italia di Serravalle, di scaricare le responsabilità sulla precedente Amministrazione creando allarme tra la popolazione per presunte omissioni che avrebbero messo a repentaglio la salute dei cittadini.
A noi non interessa fare polemica, ma chiarezza e soprattutto parlare ai cittadini per tranquillizzarli su quanto avvenuto quando amministrava il Centrosinistra.
Come sono andate le cose.
Il 15 dicembre 2014 ARPAT, a seguito dei normali controlli periodici sulla qualità delle acque sotterranee, inviò a tutti gli enti interessati, (ASL, Publiacqua in qualità di ente gestore dell’acquedotto, Regione, Provincia e Comune) una comunicazione, per il superamento dei livelli limite del cloruro di vinile relativamente al pozzo di via del Redolone di proprietà comunale un tempo collegato all’acquedotto (pozzo MAT-P281). A seguito di ciò, ASL invitava a sua volta il Comune “a disporre il divieto di destinare le acque prelevate dal pozzo al consumo umano e di sollecitare Publiacqua a far pervenire relazione tecnica dettagliata ...sui controlli interni eseguiti sullo stesso”.
Tempestivamente il Comune, in data 20/12/2014, diffidò il gestore dell’acquedotto dall’utilizzo di dette acque. Publiacqua, con lettera del 15/01/2015, rispose che già dal 2003 l’acqua di quel pozzo non veniva più utilizzata. Quindi nessun problema, quell’acqua non era mai stata immessa nella rete acquedottistica. La cosa finì li. Gli organi di controllo ed il Comune, ciascuno per la sua parte, avevano fatto quanto dovuto secondo le procedure che si seguono in questi casi.
Dunque, come si capisce da questa sintesi, non c’è stata nessuna omissione, tanto meno nessuna volontà di nascondere. E poi, nascondere cosa ?
Per l’Amministrazione, che non ha la competenza né i mezzi per fare analisi di quel tipo, tutto era circoscritto a quel pozzo e semmai ci fossero stati altri pericoli, sarebbe stata la stessa ARPAT o ASL ad informare il Comune e ad indicargli la strada da percorrere come sempre accade e come è poi avvenuto con l’attuale Amministrazione ad inizio 2019, quando ARPAT, avendo rilevato che quel pozzo “ha mostrato negli anni successivi al 2014 livelli di concentrazione oscillanti con un andamento di medio periodo stazionario”, ha deciso, nel 2018, di estendere i controlli ad altri pozzi della zona, rilevando una preoccupante estensione del problema. ARPAT ed ASL a quel punto hanno indicato al Comune i provvedimenti da prendere e bene ha fatto il Sindaco Lunardi a fare l’ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua di tutti i pozzi ricadenti nella zona. Ma non scordiamoci che quell’ordinanza è stata fatta, appunto e come sempre succede, grazie e su indicazione degli organi di controllo competenti che, lo ripeteremo fino alla noia, sono gli unici organi preposti ad eseguire questi controlli ed indicare le azioni correttive da mettere in campo. Del resto anche nel 2017 (quando si sono insediati i nuovi paladini della giustizia e dell’efficienza) i dati erano pubblici, i livelli oltre i limiti e non ci sembra che il vicesindaco o il Sindaco abbiano preso alcun provvedimento. Semplicemente si sono comportati in linea con quanto fatto dalla Giunta precedente ovverosia hanno atteso e seguito le indicazioni degli organi di controllo.
Quindi basta attacchi vergognosi, basta basse speculazioni politiche, basta fare paura ai cittadini, basta guardarsi indietro...imparate a camminare da soli, se ce la fate e, soprattutto, imparate ad essere dignitosamente responsabili.
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