a un mese dall'esplosione

Strage Calenzano, nuovo sopralluogo in deposito e altre perquisizioni

L'obiettivo è quello di individuare le cause dell'esplosione

Strage Calenzano, nuovo sopralluogo in deposito e altre perquisizioni
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A un mese dalla stage al deposito Eni di Calenzano, in cui cinque persone hanno perso la vita e altre 26 sono rimaste ferite in modo grave, ci sono altre perquisizioni. Si tratta solo di una integrazione di quelle già svolte nei giorni successivi al disastro presso gli uffici Eni e della Sergen srl, la ditta che al momento dell'esplosione stava facendo dei lavori di manutenzione su una linea di benzina.

Sono stati perquisiti personalmente il responsabile del deposito di Eni di Calenzano e il project manager incaricato da Eni di eseguire il sopralluogo, insieme ai tecnici della Sergen

Il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, si è recato di persona nuovamente in via Erbosa a Calenzano e una volta terminata la visita ha disposto "perquisizioni, ispezioni e sequestri integrativi ulteriori, nei confronti di quattro obiettivi, funzionali a individuare documentazione necessaria per individuare le responsabilità dei soggetti, in ipotesi responsabili".

Al momento l'inchiesta resta ancora a carico di ignoti. Le indagini invece sono per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione o omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro.

Indagini che hanno l’assoluta priorità, come hanno precisato dalla procura pratese. L'obiettivo è quello di individuare le cause dell'esplosione. A chiarire qualcosa in più sarà il risultato delle perizie, previsto per la metà di febbraio.

Al momento sarebbe stato individuato il punto esatto dal quale sono fuoriusciti i vapori di carburante che hanno creato le condizioni per la devastante esplosione.

Sembra anche accertato – come si vede nei video acquisiti dalla procura – che durante le operazioni di rifornimento da parte delle autobotti fossero in corso i lavori di manutenzione alle baie della pensilina di carico. In particolare gli operai della ditta di manutenzione stavano utilizzando un carrello.

Ecco, il sopralluogo dovrebbe anche chiarire gli interrogativi fin qui senza risposta: se il personale della Sergen fosse a conoscenza dei pericoli e delle linee guida per evitare quello che fino ad ora è stato considerato un errore umano. Dal canto suo Eni, nei giorni scorsi ha fatto sapere che i piani di emergenza e rischiosità dell’impianto abbiano funzionato e che siano state rispettate tutte le normative per un deposito di idrocarburi.

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