continuano le indagini

Esplosione deposito Eni, un mese dopo la tragedia. Ancora gravi i feriti. Da Eni: "Piani sicurezza ok. Tarati su rischio incendi"

L'impianto resta sotto sequestro e rimangono interrotte tutte le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburanti e altri prodotti petroliferi

Esplosione deposito Eni, un mese dopo la tragedia. Ancora gravi i feriti. Da Eni: "Piani sicurezza ok. Tarati su rischio incendi"
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A un mese dalla strage di Calenzano dove sono morte cinque persone, c’è un’altra tragedia forse più silenziosa ed è quella dei feriti da quella deflagrazione.

Restano stazionarie, e quindi ancora gravi, le condizioni di Emiliano Braccini e Luigi Murno.

Braccini, autista di Vicarello, in provincia di Livorno, 51enne della ditta di trasporti Meri Trans, ha riportato ustioni su circa il 60% del corpo in seguito all’esplosione avvenuta al deposito Eni di via Erbosa a Calenzano lunedì 9 dicembre 2024.

Emiliano Braccini, uno dei feriti gravi

Emiliano Braccini è sedato in coma farmacologico. I familiari non hanno ancora mai potuto vedere. Una lotta la sua, che si aggrappa forte alla vita.

All’ospedale Cisanello è ricoverato anche Luigi Murno, 37 anni, originario della provincia di Potenza, con ustioni sul 50% del corpo. Anche lui è in coma farmacologico e intubato. Braccini e Murno, stesso destino, hanno ustioni fino al terzo grado su braccia, volto, corpo e soprattutto gambe.

Eni: "Piani sicurezza ok. Erano tarati su rischio incendio"

Secondo quanto fa trapelare il quotidiano La Nazione al deposito di Calenzano sarebbero funzionati i piani di sicurezza.

"Ogni valutazione nell'ambito dei piani di emergenza e rischiosità dell'impianto – spiega in una nota l'azienda - è stata fatta nel totale rispetto della normativa applicabile e in relazione alle attività tipiche di un deposito di idrocarburi, materiale che intrinsecamente non è a rischio esplosione ma deve essere trattato e messo al sicuro rispetto a caratteristiche di incendiabilità.

I piani pertanto non possono avere sottostimato potenziali impatti derivanti da un rischio di esplosione poiché non lo contemplano per la natura del materiale trattato dall'impianto stesso".

Le indagini della Procura di Prato

Intanto, proseguono le indagini della Procura che ha assegnato 60 giorni di tempo ai consulenti incaricati di consegnare una relazione.

Sono tre corsie di carico, la 5, la 6, la 7 - dette baie, nel gergo merci - una vicina all'altra, quelle su cui si sta concentrando l'interesse degli inquirenti per accertare le manutenzioni in corso la mattina dell'esplosione al deposito.

Secondo un'ultima ricostruzione, la baia 6 è quella dov'è avvenuta l'esplosione; la corsia 7 è quella dove c'era un'autocisterna; alla baia 5 era prevista una manutenzione all'aspirazione dei vapori. Invece risulta che tra la corsia 6 e la 7 al momento dello scoppio era in corso una manutenzione a una condotta di carico dei carburanti.

Inoltre, riguardo alla baia 5 è da stabilire, anche con l'ausilio dei consulenti, se la manutenzione era già iniziata quando c'è stata l'esplosione, o se l'intervento agli aspiratori di gas e vapori doveva ancora cominciare, come invece ha sostenuto l'Eni. Comunque sia, questa manutenzione straordinaria sul sistema di recupero dei vapori era prevista la mattina del 9 dicembre insieme all'altra alla condotta di carico dei carburanti, tra la corsia 6 e la 7.

L'impianto resta sotto sequestro e rimangono interrotte tutte le attività di approvvigionamento, stoccaggio e distribuzione di carburanti e altri prodotti petroliferi.

Comune di Calenzano: "Saremo parte civile del processo"

Per l'esplosione al deposito Eni del 9 dicembre 2024 un atto approvato in un Consiglio comunale straordinario nelle scorse settimane ha impegnato il sindaco di Calenzano "a costituirsi parte civile nel processo"; "a chiedere al Governo, alla Regione Toscana, alla Città Metropolitana, l'apertura di un tavolo di confronto a cui sia chiamata anche Eni s.p.a., per affrontare il tema della insostenibilità della attuale collocazione del deposito", "a supportare la richiesta di risarcimento dei cittadini e delle imprese per i danni subiti; a provvedere al recupero delle spese sostenute dal Comune e dalle società sportive per la riattivazione della funzionalità delle strutture sportive e scolastiche danneggiate".

 

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