Il caso

Firenze, canali whatsapp con "contenuti deplorevoli". Il dirgente del Carducci segnala alla Polizia Postale

Sulle chat secondo quanto ricostruito ci sarebbero nomi e cognomi di ragazzi presi di mira. A Prato la dirigente vieta l'uso dei cellulari e chat di classe

Firenze, canali whatsapp con "contenuti deplorevoli". Il dirgente del Carducci segnala alla Polizia Postale
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Si chiamano, o meglio si chiamavano perché già non esistono, "CARDU GOSSIP" e "WEBBOH CARDUCCI" i due canali whatsapp, della scuola media Carducci di Firenze creati con ogni probabilità da alcuni studenti. Canali, però, che sono stati segnalati alla polizia da parte del dirigente, Francesco Spadafora, perché "veicolano contenuti deplorevoli e assolutamente non accettabili".

Il messaggio della preside

"Il sottoscritto Dirigente è venuto a sapere che alla scuola sec. I gr. Carducci circolano tra gli alunni canali Whatsapp - a partecipazione anonima - denominati “CARDU GOSSIP” e “WEBBOH CARDUCCI”.

I messaggi ivi presenti veicolano contenuti deplorevoli e assolutamente non accettabili e pertanto ho provveduto a segnalare alla Polizia. Auspico un’azione comune tra scuola e famiglie. Sollecito chi tra gli alunni fosse iscritto a cancellarsi immediatamente e gli altri a non iscriversi.

Al medesimo scopo confido che i genitori si attivino con i rispettivi figli. I docenti sensibilizzeranno gli alunni sulla problematica, anche intensificando le consuete attività che da anni si svolgono in collaborazione con la Polizia Postale".

Si legge così nel messaggio apparso nel registro elettronico ai genitori.

Sulle chat secondo quanto ricostruito ci sarebbero nomi e cognomi di ragazzi presi di mira. Nessuna violenza, ma particolari privati che sono sfociati anche in atti di bullismo.

Adesso toccherà alla polizia postale fare luce sull'origine di questi due gruppi.

Il caso Prato: "Niente chat di classe"

Ha fatto rumore qualche settimana la decisione della dirigente del comprensivo della città laniera, Giuliana Pirone, che ha vietato le chat di classe. Per comunicare si usa solo il registro elettronico. Non solo, ma qui quando si entra a scuola si lascia il cellulare in cassaforte e lo si riprende solo all'uscita da scuola.

Giuliana Pirone, dirigente Marco Polo Prato

I genitori? Possono comunicare chiamando l'istituto.

"Ho sempre vietato l’uso dei cellulari a scuola perché impediscono di fare amicizie - ha detto la preside Pirone - Sono rigida sull’uso dei cellulari perché sono convinta che rappresentano un vero problema per le nuove generazioni.

Noi adulti, la scuola così come i genitori, abbiamo il dovere di insegnare cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, ma anche quanto la tecnologia rischi da risorsa di diventare un problema se utilizzata nel modo sbagliato".

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