POLEMICA

Artemisia: "Ascolto con disperazione quando si dice che la violenza di genere sarebbe conseguenza dei migranti"

Entra con decisione - nella polemica sollevata dalle esternazioni del ministro dell'Istruzione - Elena Baragli, presidente dell’associazione fiorentina a tutela delle donne

Artemisia: "Ascolto con disperazione quando si dice che la violenza di genere sarebbe conseguenza dei migranti"
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“Ascolto con una certa disperazione la narrazione del governo per cui l’aumento delle violenze sarebbe una conseguenza dell’arrivo di immigrati. Il patriarcato esiste. Purtroppo il governo a un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin non ha messo in atto misure di prevenzione, specie nelle scuole. Siamo fermi".

Entra con decisione - nella polemica sollevata dalle esternazioni del ministro dell'Istruzione Valditara durante la presentazione alla Camera della Fondazione Giulia Cecchettin - Elena Baragli, presidente dell’associazione Artemisia a Firenze.

Associazione Artemisia contro Valditara: "Disperazione quando sentiamo che l'aumento delle violenze sarebbe conseguenza dei migranti"
Elena Baragli

Artemisia si occupa di promozione sociale ed è impegnata nel contrasto ad ogni forma di violenza su donne, bambini e adolescenti e nella promozione dei loro diritti, primi fra tutti il diritto alla libertà, alla sicurezza, all’integrità. Presenti da oltre trent’anni sul territorio di Firenze e della Città Metropolitana, informano e sensibilizzano sul fenomeno per favorirne l’emersione, per costruire reti e collaborazioni e migliorare gli interventi a sostegno di donne e minorenni vittime di violenza e di adulti che hanno subito violenza nell’infanzia. I servizi specialistici di sostegno e di cura sono gratuiti.

Presidente Artemisia contro Valditara: "Il patriarcato esiste"

"Ci sono ragazze, anche giovanissime, che denunciano di aver subito minacce e revenge porn. Altre che sono state perseguitate dai propri compagni in un clima sempre più soffocante dentro la relazioni: partner che pretendono di avere password di email e social o che vogliono installare app di geolocalizzazione sui loro telefoni. I casi poi, ancora molto diffusi e ad ogni età, di maltrattamenti in famiglia, sia sulle donne che sui minori, così come di abusi fisici. Ogni giorno nuove vittime bussano al centro antiviolenza di Artemisia a Firenze per trovare sostegno e protezione. Supporto per costruire una nuova vita e lasciarsi alle spalle la precedente".

E' un fiume in piena, in un'intervista a Repubblica, Elena Baragli, che chiarisce che i numeri delle violenze non accennano a diminuire.

"Esiste un problema di gestione sentimentale e di prevenzione, con molto lavoro da fare assieme ai ragazzi, a cominciare dalle scuole — prosegue Baragli — serve un approccio educativo, tramite il gioco, già nella prima età 0-6 anni: è in questa fase che si costruiscono il rispetto, il valore di relazioni paritetiche e il consenso, che è pure nel dare una carezza. Intervenire alle superiori è troppo tardi".

Immancabile il commento alle recenti esternazioni del ministro Valditara:

“Ascolto con una certa disperazione la narrazione del governo per cui l’aumento delle violenze sarebbe una conseguenza dell’arrivo di immigrati. Il patriarcato esiste."

Artemisia, prima associazione di settore in Italia ad aver aperto le porte anche a soci uomini, per venerdì ha organizzato il convegno “Un altro genere di posizione: il ruolo degli uomini nel contrasto alla violenza alle donne e all’infanzia”.

Le parole di Valditara e la replica di Gino Cecchettin

Alla Camera dei Deputati, nella giornata di lunedì 18 novembre 2024, è stata presentata la Fondazione Giulia Cecchettin, un’iniziativa nata per promuovere l’educazione all’affettività nelle scuole, con l’obiettivo di contrastare la violenza di genere e i femminicidi.

Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara

Hanno suscitato critiche le parole del ministro dell'Istruzione Valditara, intervenuto con un video-messaggio che ha, sostanzialmente, derubricato il fenomeno del patriarcato come un residuo culturale. Puntando invece il dito contro l'immigrazione illegale, a suo dire vera responsabile delle violenze sulle donne.

Pronta la replica della sorella di Giulia, Elena Cecchettin:

"Mia sorella uccisa da un ragazzo bianco, italiano e “per bene”.

cecchettin valditara
Gino Cecchettin alla Camera

Il padre di Giulia, pur senza entrare direttamente in polemica, ha sottolineato la necessità di costruire un fronte comune: “Ci sono valori condivisi e altri su cui dovremo confrontarci”. Ma ribadisce:

"Vorrei dire al ministro che chi ha portato via mia figlia è italiano. La violenza è violenza, indipendentemente da dove essa arrivi. Non ne farei un tema di colore, ma di azione. Di concetto”, ha dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera.

Giulia Cecchettin e Filippo Turetta

Le dichiarazioni di Valditara hanno sollevato un coro di critiche dalle opposizioni. Il segretario di PiùEuropa, Riccardo Magi, ha definito le parole del ministro “una strumentalizzazione razzista”, ricordando che oltre l’80% dei femminicidi in Italia è commesso da cittadini italiani.

Dal Partito Democratico, Alessandra Moretti ha ribadito che “la lotta al patriarcato non è ideologia, ma una battaglia necessaria”.

Anche dal Movimento 5 Stelle condanne simili, descrivendo l’intervento come “delirante e inopportuno”.

Nonostante le critiche, Valditara ha replicato accusando la sinistra di “gettare benzina sul fuoco” e preferire le risse al dialogo costruttivo.

Il sostegno di Meloni e Salvini

Nelle scorse ore, la premier Giorgia Meloni, durante il punto stampa a margine del G20 di Rio de Janeiro, ha dato ragione al ministro e ha detto che esistono "sicuramente dei dati che parlano anche di un’incidenza significativa dell’immigrazione illegale di massa su questa materia".

Giorgia Meloni

A difendere Valditara ci ha pensato anche Matteo Salvini, secondo il quale "le violenze sessuali sono aumentate in corrispondenza al fenomeno migratorio". Il leader della Lega ha citato, senza però entrare nel dettaglio, i dati pubblicati dall'Istat e dai ministeri "che mettono chiaramente in correlazione il fenomeno migratorio con l’aumento di questi reati".

Smentita testi immigrazione fuori controllo

Nell'ultimo rapporto Istat sugli omicidi, relativo al 2022, l'istituto certifica come il 93,9% delle donne assassinate in Italia è uccisa da italiani e non stranieri.

Insomma, dati alla mano, è sostanzialmente smentita la retorica di un'immigrazione fuori controllo.

Ne è convinto Maurizio Ambrosini, docente di sociologia delle Migrazioni all'Università degli Studi di Milano.

L'esperto intervistato da Telecity, televisione del nostro gruppo editoriale Netweek:

 

"Non mi stanco mai di ripetere che l'immigrazione in Italia è sostanzialmente stazionaria da una dozzina d'anni a questa parte e anche più.

Siamo intorno ai 5 milioni e 3oomila immigrati regolari e un mezzo milione di immigrati irregolari stimati.

Inoltre l'immigrazione è prevalentemente femminile e per quasi la metà europea. Non solo, viene per tre quinti circa da paesi di tradizione culturale cristiana.

Rifugiati e richiedenti asilo (che sono l'oggetto principale dello scontro politico ideologico sull'argomento) sono circa 450.000, cioè meno di un decimo del totale, ma 150 mila sono ucraini e quindi tenuti fuori dal dibattito che percepiamo.

Insomma, discutiamo di un'immigrazione diversa da quella che emerge dalle fonti statistiche".

A Palermo scritte sui muri del Palazzo di Giustizia

A conferma di quanto la violenza di genere sia un tema sentito ed, evidentemente, non estinto, nella notte scorsa, Palermo si è svegliata con un messaggio di forte impatto: due scritte di protesta sono state trovate nelle vicinanze del Palazzo di Giustizia, puntando il dito contro il sistema giudiziario.

Palermo, scritte al Palazzo di Giustizia

Gli slogan, “La vergogna è vostra tribunali stupratori” e “104 femminicidi e i processi li fate alle vittime”, rappresentano un grido di rabbia e disillusione nei confronti delle istituzioni che, secondo gli autori delle scritte, non farebbero abbastanza per difendere le donne vittime di violenza e per garantire giustizia.

Le scritte appaiono a ridosso del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un appuntamento di rilevanza mondiale che sottolinea l’importanza di combattere ogni forma di violenza di genere e di creare consapevolezza sul drammatico numero di femminicidi. La scelta di manifestare in un luogo simbolico come il Palazzo di Giustizia appare quindi significativa, mirata a mettere in evidenza le criticità di un sistema che, in alcuni casi, è percepito come poco efficace nel proteggere le donne.

In questo contesto, le critiche mosse al sistema giudiziario riguardano presunte lentezze, mancanze di tutela preventiva per le vittime, e procedimenti legali che, talvolta, appaiono incentrati sulla messa in discussione delle vittime anziché sulla condanna degli aggressori.

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