Licenziamento collettivo alla Castelli del Grevepesa, presidio di fronte alla sede: "Volontà di liberarsi dei lavoratori"
"Non capiamo perché non si sia atteso il verdetto del tribunale. Tanti punti interrogativi", ha spiegato Baccanelli della Flai Cgil
È dello scorso giovedì 31 ottobre la comunicazione di avvio della procedura di licenziamento collettivo dalla cooperativa Castelli del Grevepesa, una delle cooperative più importanti del settore vinicolo nel Chianti la quale conta 20 addetti e quasi un centinaio di soci.
"Questo - si legge nel comunicato diramato dalla Flai Cgil Firenze - nonostante sia in corso una procedura di composizione negoziata della crisi, con un’offerta vincolante in corso e con una cassa integrazione per crisi ancora in corso di validità. Contestiamo fortemente questa modalità di agire, la poca chiarezza e la volontà di liberarsi quanto prima dei lavoratori che, anche in un periodo di grande difficoltà della cooperativa, hanno lavorato per supportare il periodo della vendemmia. Ieri abbiamo incontrato l’azienda, ma non ci sono stati passi avanti rilevanti sulla soluzione della vertenza".
A fronte di quanto accaduto, nella giornata di venerdì 8 novembre, i lavoratori hanno scioperato ed è stato effettuato un presidio di fronte alla sede dell’azienda a San Casciano in val di Pesa. Al presidio ha portato la sua solidarietà anche il sindaco di Greve in Chianti, Paolo Sottani.
"Non capiamo perché la cooperativa non abbia atteso il verdetto del tribunale - ha spiegato Francesco Baccanelli della Flai Cgil -. Noi eravamo stati chiari: aspettiamo il tribunale e vediamo quello che succede. Ieri abbiamo avuto un incontro, ma non c'è stato alcuno sviluppo, per questo abbiamo mantenuto lo sciopero, in attesa di un nuovo appuntamento il 27 novembre, quando si saprà se il giudice ha dato o meno il benestare alla proposta vincolante di acquisto. Abbiamo anche chiesto di vedere l'offerta ma la risposta è stata negativa, quindi non sappiamo questa società sia interessata a tutta la cooperativa o solo a una parte. I punti interrogativi sono tanti. Ad esempio nel raggio di circa 25 chilometri ci sono tre-quattro cooperative di piccole dimensioni, circa 100 soci. Non capisco perché non ci sia la volontà di mettersi insieme e crearne una più grande".