Cavriglia, 40enne accoltella giovane: arrestata per tentato omicidio. Salvo grazie alla zip del giubbotto
Un episodio di violenza che ha scosso tutto il Valdarno. Si indaga sul movente, possibile un conto in sospeso legato alla droga
Armata di un coltello da cucina, ha sferrato diversi fendenti sul petto di un ventenne ragazzo albanese. La 40enne italiana è sembrata avere le idee chiare fin da subito, l'intenzione era di uccidere il giovane. Secondo le prime ipotesi degli investigatori, potrebbe trattarsi del tentativo di regolamento di un conto in sospeso. Mentre le indagini proseguono, è arrivato l'arresto e l'accusa è quella di tentato omicidio. Un caso quello avvenuto nel comune di Cavriglia, in provincia di Arezzo, che ha scosso tutto il Valdarno.
I fatti
Facciamo un passo indietro. È la notte di Halloween, tra giovedì 31 ottobre e venerdì 1 novembre, ed è da poco passata la mezzanotte. La donna si incontra con il giovane. Sale sulla macchina di lui, parcheggiata davanti alla sua abitazione. Stando al racconto, lei non avrebbe aperto bocca ma avrebbe estratto subito il coltello col quale l'ha attaccato.
Diversi i colpi sferrati all'altezza del petto. Per fortuna del giovane, la zip del giubbotto ha attutito i colpi, lasciandogli ferite non così profonde da diventare mortali. Prima si protegge con le mani e le braccia, poi riesce ad uscire dall'auto e salire su quella di un amico. Quest'ultimo lo accompagna all’ospedale della Gruccia, a Montevarchi, dove lo scarica prima di ripartire. Ancora sanguinante, il 20enne entra nel pronto soccorso e viene curato dal personale sanitario. È nel presidio ospedaliero che i carabinieri giungono per l'interrogatorio.
Si indaga sul movente
Il giovane non racconta granché ma per il maresciallo di Cavriglia è sufficiente. Forse anche per fatti pregressi, la donna è rintracciata dopo poche ore, ancora con i vestiti macchiati di sangue. La 40enne non proferisce parola e viene arrestata con l'accusa di tentato omicidio. Anche davanti al pm, la donna non ha rilasciato la sua versione dei fatti e per questo resta al momento nel carcere di Sollicciano.
Da ricostruire - come detto in apertura - il movente dell'aggressione armata. Tra i due non vi è legame di parentela e non risulta ce ne siano sentimentali. Sono però due persone conosciute nella caserma di Cavriglia e potrebbero essere legati da vicende criminali, forse relative alla droga. Al momento resiste l'ipotesi del regolamento di un conto in sospeso, forse proprio riguardante un debito maturato a causa dell'acquisto di sostanze stupefacenti.