Condivide la foto di una donna col burqa su Facebook, «bloccata» senatrice della Lega

Lo scatto alla stazione di Castelfiorentino, che ha avuto centinaia di condivisioni e di commenti. Il social network non ha sanzionato solo Lucia Borgonzoni, sottosegretario ai Beni culturali

Condivide la foto di una donna col burqa su Facebook, «bloccata» senatrice della Lega
Pubblicato:
Aggiornato:

Condivide la foto di una donna col burqa su Facebook, «bloccata» senatrice della Lega. Un'immagine che evidentemente, non è politicamente corretta. E' stata postata su Facebook il 13 gennaio da Vincenzo Tricarico, candidato sindaco di Forza Italia a Castelfiorentino nel 2014. E, in breve tempo, è diventata un caso nazionale. O quasi. Perché l'ha condivisa, tra gli altri, la senatrice della Lega Lucia Borgonzoni, sottosegretario ai Beni culturali, aggiungendo il commento: «Io un'Italia così non la voglio». E Facebook l'ha bloccata per «istigazione all'odio».

Succede a Castelfiorentino

Ma partiamo dall'inizio, da Castelfiorentino, come racconta il settimanale Vald'Elsasette. La foto è quella di una donna con il burqa che aspetta il treno alla stazione castellana. Accompagnata dalla frase: «Però scarpe e borsetta sono fashion! Tu chiamale se vuoi, integrazioni». I commenti, naturalmente, si sprecano. Susi Giglioli della Lega sembra rammaricata: «Sinceramente – scrive - mi spiace che il mio paese sia al centro dell’attenzione del mondo per questa foto, però purtroppo la realtà è questa e cercare di minimizzarla è assolutamente ridicolo». C'è chi ci scherza su («Ma quanto freddo fa a Castelfiorentino»), chi si preoccupa («Non sarei tranquilla a viaggiare in treno con una così»), chi insulta buonisti, Boldrini, preti e tutti coloro che avrebbero favorito la «colonizzazione» dell'Europa, chi chiede più rispetto per le donne, chi dà del razzista a chi commenta la foto. Altri, invece si interrogano sul fatto che il burqa siano a o meno «legale» in Italia.

La legge che non c'è

In realtà non c'è una legge che vieta il burqa nel nostro Paese, come invece in Francia, Svizzera e Austria. In Italia, ci si rifa al Codice penale che, in base alla legge n.152 del 1975 e alla legge n.155 del 2005 relativa alle norme di pubblica sicurezza, stabilisce che «è vietato l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo». Anche se da più di dieci anni si parla di una legge ad hoc su burqa e niqab (l'altro velo che copre il viso ma che, solitamente, lascia scoperti gli occhi). Nel 2011 si era addirittura arrivati a un sì della Camera, che vietava certi veli nei luoghi pubblici. La proposta era di Souad Sbai, deputata del Pdl, e venne sostenuta dagli allora alleati leghisti. Ma il provvedimento si arenò. Due anni dopo il leghista Nicola Molteni, attuale sottosegretario, presentò un nuovo ddl che, oltre alle multe per chi si copriva il viso, contemplava anche anche risvolti penali per chi costringeva altri ad occultarsi il volto.

All'inizio di questa legislatura Molteni, prima di essere nominato sottosegretario, è tornato alla carica con un nuovo ddl che punta all'adozione di una legge identica a quella francese, che «mira a introdurre nel nostro ordinamento giuridico un divieto esplicito a indossare in luogo pubblico o aperto al pubblico, indumenti atti a celare il volto, non soltanto per motivi di ordine pubblico e sicurezza, ma anche come nel caso del burqa e del niqab, in quanto considerati atteggiamenti inconciliabili con i princìpi fondamentali della Costituzione, primo fra tutti il rispetto della dignità della donna». Con multe che andrebbero da mille a duemila euro per i casi meno gravi (quando non si indossa il burqa in manifestazioni pubbliche), mentre si andrebbe nel penale (da uno a due anni di reclusione) «per chiunque costringa taluno all'occultamento del volto con violenza, minaccia o abuso di autorità».

«Bloccato» anche lui

Una sanzione, invece, oltre alla senatrice leghista, l'ha presa anche Damiano Baldini, certaldese responsabile della Lega Giovani della Valdelsa. Anche lui è stato «bloccato» da Facebook proprio per aver condiviso il post della senatrice Borgonzoni sulla donna col burqa alla stazione, aggiungendo solo l'hashtag #Castelfiorentino. Secondo Facebook «incita all'odio», secondo Baldini «incita al rispetto della legge».

Seguici sui nostri canali