I medici: "Deve camminare", ma poi si scopre che la donna aveva il bacino fratturato
Il racconto della figlia.
Il calvario di una donna di 76 anni di Calenzano già malata di Parkinson. La frattura non viene riconosciuta e viene rimandata a casa ma i dolori si fanno sempre più lancinanti. L'appello della figlia per una vera svolta sulla sanità pubblica.
L'articolo completo su Bisenziosette del 18 marzo 2022.
"Deve camminare", ma aveva il bacino fratturato
«Ma l’emergenza Covid non avrebbe dovuto innescare un ripensamento nella sanità pubblica? Non doveva essere l'occasione per donare nuova linfa a questo fondamentale settore per la vita di ognuno di noi?»
Se lo chiede, dopo settimane di incredibili disavventure sanitarie accadute ai membri della sua famiglia, una nostra concittadina, Francesca.
"Ho scelto di raccontare la sequela di disagi che la mia famiglia ha incontrato in questi ultimi due mesi per far riflettere chi di dovere una volta di più su quanto basilare dovrebbe essere la sanità pubblica e, magari, per prendere urgentemente provvedimenti utili ad indurre una svolta significativa. Andiamo per ordine: lo scorso 30 dicembre al mio compagno di nemmeno 47 anni è venuto un piccolo ictus. Dopo essere stato ricoverato per una settimana all'ospedale è stato fatto tornare a casa in dimissioni protette con una serie di accertamenti da compiere. Poche settimane dopo un dottore, presso lo stesso ospedale in cui era stato ricoverato, si è rifiutato di eseguirgli la risonanza magnetica prescritta dalla stroke unit prima delle dimissioni. È dovuto tornare a rifarla dopo più di un mese pagando il ticket. A pensar male verrebbe da dire che quell'operatore non ha voluto eseguire l'esame per costringerlo a pagare il contributo".
E poi l'errata diagnosi sulla madre...
"Veniamo poi al vero e proprio calvario a cui è stata sottoposta mia madre, una donna di 76 anni malata di Parkinson. Circa un mese fa ha accusato forti dolori alla schiena che le si propagavano ad una gamba che l'hanno bloccata completamente, impedendole del tutto di poter muovere le gambe. Il medico di base (senza visitarla), pensando ad una lombosciatalgia, le ha prescritto delle punture di cortisone ed antinfiammatorio. Dopo una settimana non c'è stato alcun effetto, per cui il dottore le ha aggiunto anche delle pasticche. Nemmeno stavolta c'è stato giovamento e mia madre ha continuato a soffrire, anzi il dolore si era diffuso anche all'altra gamba e all'attaccatura delle cosce. Allora ho richiesto per giovedì 3 marzo un trasporto con un mezzo attrezzato perché venisse visitata al pronto soccorso di Careggi. Qui le hanno fatto una radiografia alla schiena e l'hanno rimandata a casa con una diagnosi di artrosi e la raccomandazione, ben specificata anche nel foglio di dimissioni, di muoversi il più possibile altrimenti, visto il Parkinson, ci sarebbe stato il rischio di infermarsi".
(...)
"Sono trascorsi altri giorni e mia mamma ha continuato a peggiorare. I dolori dal pube in giù sono diventati lancinanti. (...) Non siamo neanche riusciti a trovarle un posto per una risonanza magnetica a pagamento (l'unico trovato non era attrezzato per farvi accedere mia mamma che non riusciva minimamente a reggersi sulle gambe, quindi ha dovuto subire un altro trasferimento inutile). Venerdì 11, veramente disperata, ho chiamato il 118 e mia madre è stata nuovamente portata al pronto soccorso di Careggi dove finalmente le hanno fatto prima una tac e poi una radiografia al bacino (ancora nessuna possibilità di risonanza magnetica) da cui è emersa la frattura dell'osso pubico. L'ortopedico che l'ha visitata le ha prescritto riposo assoluto. Esattamente il contrario della diagnosi della settimana precedente. (...)
Mi auguro che mia madre non riporti conseguenze ulteriormente pesanti da questa sua situazione e che i problemi siano temporanei, altrimenti mi rivolgerò ad un avvocato".
L'articolo completo su Bisenziosette del 18 marzo 2022.