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Da Sesto Fiorentino la cura per le mani ustionate di Gianni Morandi

Da Sesto Fiorentino la cura per le mani ustionate di Gianni Morandi
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La luce blu come terapia delle lesioni cutanee: anche le ustioni del cantante bolognese sono state curate dal dispositivo dell’azienda sestese.

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Da Sesto la cura per le mani di Gianni Morandi

La luce blu come terapia delle lesioni cutanee: anche le mani ustionate di Gianni Morandi sono state curate nei mesi scorsi dal dispositivo creato dell’azienda sestese “Emoled”, con sede in via di Rimaggio a Sesto Fiorentino.

Targetti
Il fondatore di Emoled Lorenzo Targetti, 54 anni

«Fin dall’antichità - ha spiegato il fondatore ed amministratore delegato Lorenzo Targetti, 54 anni - l’uomo ha utilizzato la luce solare come metodo terapeutico. Con l’avvento della luce artificiale ed in particolare dei laser e dei Light Emitting Diodes , l’applicazione della luce in medicina ha avuto un grande sviluppo perché è stato possibile studiare le interazioni fra specifiche lunghezze d’onda e sistemi biologici. Negli ultimi anni grazie all’attività di Istituti di ricerca nazionali ed internazionali che operano nell’ambito della Fotonica, svolta in collaborazione con Emoled, è stato riscontrato che determinate lunghezze d’onda della luce visibile nell’intervallo del Blu sono in grado di modulare l’attività di vari fattori biologici che intervengono nel processo di riparazione del tessuto cutaneo favorendone un esito positivo. Da qui, possiamo dire, è partita tutta la nostra storia».

La storia dell'azienda

Nel 2014, Targetti, dalla lunga tradizionale imprenditoriale familiare, insieme al prof. Francesco Pavone, responsabile del laboratorio di biofisica e biofotonica presso il Lens del Polo Scientifico, ha dato vita a “Light4Tech” con l’intento di connettere la ricerca al business, trasformando le idee in prodotti commercializzabili, seguendo il progetto dalle prime fasi di validazione tecnica e scientifica fino all’immissione del prodotto sul mercato.

«Cinque anni fa, poi, - ha proseguito Targetti - è nata Emoled, quasi come una scommessa fatta con il prof. Pavone di cercare di fare in Italia ciò che si riesce da sempre a fare nel mondo».

Nato da un progetto di ricerca in collaborazione con il Lens e l’Istituto di fisica applicata “Nello Carrara” di Firenze, nell’ambito della biofotonica, Emoled è un dispositivo medicale che sfrutta la tecnologia led per guarire le lesioni della pelle, incluse le più gravi e cronicizzate.

La sperimentazione

«Durante la fase della sperimentazione del prodotto che serviva per consentire la rapida coagulazione del sangue - ha proseguito - ci siamo resi conto che l’utilizzo della luce blu emessa da Emoled interagiva con i fotorecettori presenti nelle cellule della pelle e del sangue stimolandone in modo naturale i processi rigenerativi ed abbreviando, in modo considerevole, i tempi di cicatrizzazione, con risultati migliori anche in termini estetici. Da qui per portare avanti lo sviluppo e la commercializzazione di Emoled abbiamo costituito una società ad hoc, uno spin off di Light4Tech».

La gamma delle patologie studiate è ampia: lesioni cutanee croniche quali le ulcere degli arti inferiori (ulcere venose, arteriose e miste), le ulcere infiammatorie (da malattie reumatiche, scleroidermia), il piede diabetico e le ulcere da pressione; lesioni cutanee con vasta perdita di sostanza quali le ustioni e le ferite da trauma, deiscenze chirurgiche, disturbi di natura dermatologica come la dermatite atopica.

L'utilizzo a Careggi e lo studio sulle ustioni

«Grazie a questa attività - ha illustrato l’amministratore delegato - è stato riscontrato che la luce blu, attraverso il processo di fotobiomodulazione, è in grado di risolvere l’infiammazione e di stimolare il processo di rigenerazione del tessuto cutaneo. La guarigione di una ferita è un processo fisiologico complesso che nella maggior parte dei casi termina entro quattro settimane. Condizioni di salute alterate possono determinare l’insorgenza di ferite con un processo di guarigione prolungato o mai completamente concluso definite “croniche” che rappresentano un serio problema medico a livello mondiale, come appunto le ulcere, con un significativo impatto sulla qualità di vita dei pazienti e notevoli costi sociali. A nostro modo di vedere - ha proseguito - la disponibilità di nuove terapie in grado di stimolare il processo di guarigione di una ferita difficile dovrebbe essere una priorità medica e di sanità pubblica, anche se, in questi anni, siamo riusciti a penetrare con grande successo nel mercato estero, soprattutto in Europa ed in Asia, mentre in Italia abbiamo riscontrato innumerevoli difficoltà per collocare il dispositivo ed entrare a far parte delle innovazioni tecnologiche del mondo della sanità pubblica, pur essendo in grado, con studi clinici accertati, di dimostrare la grande efficacia del dispositivo. Una grande disorganizzazione non essendoci nel nostro paese un canale nazionale, una commissione tecnica italiana o regionale, che sia preposta a valutare le innovazioni e poi introdurle nella pratica sanitaria. Insomma - ha sottolineato con una certa amarezza - abbiamo venduto il dispositivo prima a Singapore che all’Ospedale di Careggi che dista pochi chilometri da dove lo strumento è stato ideato, pensato e progettato. Per fortuna nel mondo internazionale c’è una maggior capacità di cogliere subito le opportunità offerte dai nuovi dispositivi medici, ovviamente quando questi hanno ottenuto tutte le certificazioni necessarie».

Più di recente la fotobiomodulazione con luce blu è stata testata come nuova terapia nella gestione dei pazienti con ustioni gravi presso il Centro Ustioni dell’Ospedale Bufalini di Cesena. Tra i pazienti curati spicca anche Gianni Morandi per curare le gravi ustioni sulle mani riportate dal cantante nel marzo scorso mentre bruciava un fascio di sterpaglie.

«La terapia - ha spiegato Targetti - è stata utilizzata per promuovere la riepitelizzazione, cioè la ricostruzione della pelle, perché sfiamma e favorisce la rinascita delle cellule, come dichiarato dal prof. Davide Melandri, direttore del Centro Ustioni dell’Ospedale di Cesena soprattutto in pazienti, come il cantante di Monghidoro, che non è stato operato, per evitare l’ispessimento dei tessuti, ed ha potuto beneficiare dell’innovativa tecnologia sviluppa qui da noi a Sesto Fiorentino».

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