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Covid: il "pittoeta" Julius curato con uno studio sperimentale

Insieme a lui altre 250 persone malate di covid.

Covid: il "pittoeta" Julius curato con uno studio sperimentale
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Insieme a lui altre 250 persone malate di covid.

L'intervista dalla nostra edizione cartacea di Bisenziosette del 7 maggio scorso.

Curato con uno studio sperimentale

«Se sono riuscito a sopravvivere al Covid è anche grazie allo studio sperimentale di cui ho fatto parte e per questo ringrazio tutti i medici e le persone che mi sono state vicine».

Per il pittoeta campigiano Julius Camilletti l’esperienza del covid ha lasciato segni difficili da dimenticare. Il ricordo di quei giorni in clinica e poi in isolamento tornano alla mente come torna alla mente la proposta di partecipare allo studio promosso dall’azienda Usl - Irccs di Reggio Emilia che ha avuto l’approvazione del comitato etico dell’Istituto Spallanzani di Roma e dell’Agenzia italiana del farmaco.

«Ho deciso di accettare di far parte di questo studio - ha detto Julius - perché le mie condizioni erano critiche. In pratica ho ricevuto una terapia in aggiunta a quella standard per il Covid - 19. Mi è stato assegnato un trattamento determinato dal caso. Si tratta di uno studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo. Doppio cieco significa che nè io nè nessun altro del centro di sperimentazione saprà quale medicinale dello studio mi è stato somministrato. Lo studio prevedeva il trattamento e l’osservazione dei pazienti per 30 giorni. Le informazioni raccolte, grazie a questo studio, permetteranno di approfondire le conoscenze disponibili sulla patologia da covid e sull’efficacia del farmaco e sul suo utilizzo ottimale. Non ero certo obbligato a partecipare ma ho deciso di farlo, dando il mio consenso».

La malattia

Julius ha trascorso 18 giorni in ospedale, nel reparto covid e 40 giorni in un albergo a Firenze.

«E’ stata lunga e dura - ha detto ancora il pittoeta - ma se mi avessero detto che dovevo rimanere altri 30 giorni non avrei battuto ciglio perché sono vivo. Mi hanno salvato e questo è quello che conta. Rimanere più a lungo in una struttura a confronto di quello che ho rischiato non sarebbe stato nulla. Il covid è stata una brutta esperienza ma posso dire che sono stato seguito molto bene dai medici e da tutto il personale sanitario che si trova a fronteggiare una situazione complessa che richiede uno sforzo enorme da parte di tutti. Sono stato seguito bene fini dall’esordio della malattia, sono stati i medici dell’Usca a capire che la situazione stava degenerando a e mandarmi all’ospedale dove è stato veramente fatto di tutto. L’assistenza è stata continua e sono riuscito a venirne fuori. Certo, a livello psicologico, non mi sono ancora ripreso del tutto. Da quando sono tornato a casa sto molto attento e non sono ancora entrato in un negozio. La paura c’è stata e continua ad esserci.
H partecipato allo studio dell’azienda sanitaria locale di Reggio Emilia anche perché stavo male e rappresentava una speranza in più. Sono contento di averlo fatto. Adesso sono monitorato dall’ospedale di Careggi. Ho già fatto una prima visita e la prossima è già in programma per giugno. Staremo a vedere».

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