Seconda parte

A passeggio nei parchi

Ecco la seconda puntata alla scoperta delle grandi riserve naturali di Lombardia, Piemonte, Liguria e Toscana.

A passeggio nei parchi
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Eccovi tante possibilità per una passeggiata all’aperto o una scampagnata in bicicletta (lockdown permettendo). Sono quelle che offrono i territori protetti nazionali e regionali di cui sono particolarmente ricche le nostre aree.

Lombardia, una terra ricca di fiumi

Ma quanti sono i fiumi lombardi? Tantissimi! Non per nulla la Lombardia è la prima regione italiana per estensione fluviale. Una risorsa preziosa che, in molti casi, viene tutelata attraverso la creazione di specifici parchi fluviali: di questo genere ce ne sono addirittura otto in Lombardia.

Il più a est è il Parco del Mincio che corrisponde all’ara mantovana del fiume Mincio, dal lago di Garda alla confluenza nel Po. Sul sito dell’ente trovate decine di itinerari a piedi o in bicicletta, a cominciare dalla pista ciclabile Mantova-Peschiera, che si snoda per quasi 40 km, parte dei quali in sede propria con tratti non asfaltati, costeggiando il corso del fiume. Ma è evidente che una gita in barca nei laghi di fronte a Mantova per ammirare la città di Virgilio al largo è uno spettacolo impareggiabile.

Parco del Mincio – Mantova dal lago

Al fiume Oglio sono dedicati due parchi, uno a nord, all’uscita dal Lago d’Iseo e uno a sud che confina proprio con il Parco del Mincio.

Nel Parco Oglio Nord potrebbe essere interessante andare alla scoperta di alcune costruzioni militari che si incontrano lungo il corso del fiume, come il ben conservato Castello di Pumenengo, con le sue tre torri, il fossato e il caratteristico cortile quadrangolare, e i resti di quelli di Paratico dove, si dice, soggiornò Dante Alighieri, che poi usò l’immagine di quel maniero per la descrizione del Purgatorio nella sua Divina Commedia, e il castello di Roccafranca.

Un elemento che unisce i due parchi è sicuramente la cosiddetta Ciclovia del fiume Oglio, che comincia ben più a nord dei confini dei due parchi visto che parte dal Passo del Tonale e si collega anche con altri percorsi internazionali sino alle piste ciclabili di Svizzera, Austria e Germania. La prima tratta, da Iseo a Pontevico, è lunga 82,6 km e incrocia molte aree importanti dal punto di vista naturalistico come il Boschetto della Cascina Campagna o, soprattutto, la Riserva naturale delle Torbiere del Sebino, la cui nascita risale all’ultima glaciazione, al cui interno ci sono parecchie specie animali protette, dall’airone rosso al falco di palude, anche se è più facile incontrare il cigno reale o l’airone cenerino.

Da Pontevico a San Matteo delle Chiaviche, nel Parco Oglio Sud, ci sono, invece, 78,1 km, che nascondono angoli di paradiso per gli animali (e per chi li può ammirare): dalle Bine, sede di un attivo centro-visite, che ospita un’intensa attività didattica e di animazione culturale, alle Torbiere di Marcaria, nota agli ornitologi per l’insediamento di una garzaia di alcune centinaia di coppie di aironi facilmente visibili dagli osservatori.

Dirigendosi verso ovest si incontra il Parco del Serio, 45 km di fiume tra la provincia di Bergamo e Cremona. Un’idea per conoscerlo meglio potrebbe essere quella di visitarne i numerosi edifici di difesa di cui è costellato, molti dei quali hanno avuto un importante protagonista, il famoso condottiero Bartolomeo Colleoni. A cominciare dal castello di Romano di Lombardia, oggi sede del Parco, che Colleoni ricevette in dono da Francesco Sforza, così come il castello di Urgnano, che conserva ancora il fossato e i relativi ponti di accesso. Il pezzo forte, però, è il castello di Malpaga, ristrutturato dal condottiero a metà del 1400 e che conserva intatte molte stanze e propone un ricco ciclo di affreschi da non perdere in buona parte del ’500 attribuiti tra gli altri al Romanino. E non dimentichiamo il castello di Cavernago, che propone sale riccamente affrescate e, più a sud, l’imponente Rocca di Romano di Lombardia.

Continuiamo con il Parco dell’Adda Nord che parte ai confini con “quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno” di manzoniana memoria. A fianco dell’Adda qui trovate scorci davvero unici come il caratteristico rilievo dei Tre Corni, poco prima del Santuario della Madonna della Rocchetta: foto doverosa per riprendere questo tratto di fiume raffigurato nei disegni di Leonardo Da Vinci nello sfondo della “Vergine delle Rocce”, dipinto in duplice copia custodito uno al Louvre di Parigi e l’altro alla National Gallery di Londra. Ma il Parco Adda Nord offre un ricco campionario dell’archeologia industriale italiana che non potete perdervi: dallo straordinario capolavoro che è il Ponte San Michele a Paderno d’Adda, un ponte ad arco in ferro, a traffico misto ferroviario-stradale, lungo 266 metri e collocato a un’altezza di 85 metri al di sopra del livello del fiume a una serie di centrali elettriche - Semenza a Calusco d’Adda, Bettini a Porto d’Adda, Esterle e Cornate e Taccani a Trezzo sull’Adda -, fino al villaggio operaio di Crespi d’Adda, in territorio del comune di Capriate San Gervasio (Bg), ora patrimonio dell’Unesco, e realizzato a cavallo tra Ottocento e Novecento come “città ideale del lavoro”.

Parco dell’Adda Sud, Abbazia di Abbadia Cerreto

Si prosegue nel Parco dell’Adda Sud, che si estende nelle province di Lodi e Cremona, immerso in notevoli aree naturalistiche. Per scoprirle meglio il mezzo ideale è senza dubbio la bicicletta. E lo stesso Ente parco propone i “Percorsi dell’Arcobaleno”, sette itinerari ciclabili su strade sterrate, asfaltate e tratti di sentiero che non presentano difficoltà particolari. Non perdetevi: lungo il percorso “rosso”, la Basilica di Santa Maria e San Sigismondo a Rivolta d’Adda, uno splendido esempio di architettura romanica; lungo il percorso “giallo”, l’abbazia di Abbadia Cerreto, un monastero cistercense dedicato ai Santi Pietro e Paolo; lungo il percorso “violetto”, il Castello di Maccastorna, costruzione ghibellina che conserva i resti di alcune torri, i merli, appunto, a coda di rondine e il fossato; e lungo il percorso “indaco”, il memorabile borgo fortificato di Pizzighettone con tanto di cinta muraria anche se piuttosto rimaneggiata.

Torniamo un po’ a nord per il Parco regionale della Valle del Lambro che presenta tanti punti di attrazione, tanto per citarne uno il Parco di Monza con la Villa Reale e l’autodromo. Noi vi suggeriamo di avventurarvi in quella che lo stesso parco ha chiamato la “Via delle ville”, percorribile anche in bicicletta e che tocca: Villa Carcano ad Anzano del Parco, progettata dall’architetto neoclassico Pollack, circondata da un grande parco, al cui interno si trova anche un laghetto navigabile; Villa Sormani a Lurago d’Erba che presenta un giardino all’italiana con piante esotiche pregiate e la vicina Cappella della Madonnina di Pomelasca, una suggestiva chiesetta nello stile romanico-lombardo; la Rotonda di Inverigo, edificata agli inizi dell’800 su progetto del marchese Luigi Cagnola, così denominata per la caratteristica cupola che sormonta un colonnato ionico chiaro esempio di arte neoclassica; e la vicina Villa Crivelli, nota per lo splendido giardino terrazzato all’italiana e soprattutto per il Viale dei Cipressi che si estende per 1.500 metri.

Concludiamo con il Parco Lombardo della Valle del Ticino, primo parco fluviale europeo. Offre tanti spunti di visita. Ve ne proponiamo uno un po’ particolare: il fiume Ticino è attraversato da numerosi ponti, vediamo i più interessanti: lo sbarramento di Panperduto a Somma Lombardo, da cui parte delle acque del fiume Ticino vengono deviate per formare il canale Villoresi, utilizzato per l’irrigazione; il singolare ponte tibetano di Turbigo, in acciaio e legno, lungo 70 m e sospeso a 8 m sul canale di scolo della centrale idroelettrica; il “ponte di barche” di Bereguardo, uno degli ultimi esempi di ponte di chiatte in Italia che era stato costruito come opera provvisoria alla fine dell’Ottocento; e il famoso ponte coperto di Pavia, uno dei simboli della città, che collega il centro storico con il pittoresco quartiere di Borgo Ticino.

Liguria, anche i subacquei possono trovare ambienti unici

Parco naturale regionale di Porto Venere

Partiamo di nuovo, come nel numero scorso, dal mare: e che mare! Quello del Parco naturale regionale di Porto Venere, in provincia di La Spezia, che comprende anche le isole Palmaria, Tino e Tinetto: insieme alle Cinque Terre è stato inserito tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. È sicuramente l’ambiente ideale per gli appassionati del mondo sommerso, caratterizzato da secche, pareti rocciose a picco sul mare e grotte che proseguono il loro cammino sott’acqua e che permettono la visita sia a natanti che a subacquei: come la Grotta sommersa dell’isolotto del Tinetto con i suoi spettacolari giochi di luce, la Grotta Azzurra dell’isola Palmaria o la famosa Grotta Byron situata dietro Punta San Pietro a Porto Venere.

Risaliamo la Liguria fino al Parco naturale regionale dell’Aveto, in provincia di Genova. E’ una riserva ricca di spunti per un’escursione indimenticabile. Tanti i luoghi interessanti, a cominciare dal Lago delle Lame, sulle pendici del monte Aiona, a 1.048 m, da cui partono diversi sentieri che portano a un altro gruppetto di laghi glaciali: i laghi delle Agoraie. Sono, invece, artificiali il Lago di Giacopiane e il sottostante lago di Pian Sapeio, collocati a scala per facilitare la caduta delle acque e sfruttare il salto per la produzione elettrica. Meritano una visita la solitaria Abbazia di Borzone, anche per il cipresso antistante la chiesa, classificato fra gli Alberi monumentali della Regione Liguria, e il Castello di Santo Stefano d’Aveto costruito nel 1164 dai Malaspina.

Parco naturale regionale dell’Aveto

Verso Ponente si incontra il Parco naturale regionale del Beigua, distribuito tra le province di Genova e Savona, che offre diversi spunti per escursioni naturalistiche. Ad esempio, al lago dell’Antenna, un invaso artificiale la cui diga fu realizzata nel 1922 per alimentare la centrale elettrica al servizio del Cotonificio Ligure, situato a San Pietro d’Orba. Oppure alla Cascata del Serpente, facilmente raggiungile con una camminata di circa mezz’ora dal centro di Masone.

L’unica riserva delle provincia di Imperia, al confine con la Francia, è il Parco naturale regionale delle Alpi Liguri, ambiente ideale per chi ama lo sport, in particolare il trekking ma anche l’escursionismo equestre, il canyoning (nel Torrente Barbaira, nelle gole di Buggio o in Valle Arroscia nel Rio Santa Lucia) o il parapendio. Da qui passa l’Alta Via dei Monti Liguri, con relazioni dirette alla Gta e alla Via Alpina, che gli escursionisti conoscono bene.

Piemonte, laghi alpini e walser, fino ad arrivare a un passo dal mare

Il Parco naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero è il più a nord del Piemonte, nella parte più settentrionale della Val d’Ossola, nella provincia del Verbano-Cusio-Ossola: arriva fino alla vetta del Monte Leone, a 3.553 m. E’ una riserva ricca di laghi alpini che meritano un’escursione a piedi. A cominciare dal lago di Devero o Codelago, meta classica delle escursioni nel parco: un lago artificiale situato a 1856 m, circondato da vasti boschi di larici, raggiungibile anche d’inverno quand’è completamente ghiacciato e attraversabile. Ma anche il Lago D’Avino, all’ombra del Monte Leone, una conca artificiale situata a 2.246 m, il Lago del Bianco in Alpe Veglia, di origine glaciale, circondato da caratteristiche rocce giallastre, e, ma solo per chi ha buone gambe, il solitario Lago di Pojala poco fuori dai confini dell’Alpe Devero.

Ci spostiamo di poco per visitare il Parco naturale dell’Alta Val Sesia e dell’Alta Val Strona, nell’area naturale protetta più alta 4.559 m della punta Gnifetti, una delle più alte vette del Monte Rosa. Inutile dire che qui non si escludono incontri con stambecchi o camosci, piuttosto che con aquile reali o sparvieri. Ma la caratteristica distintiva di questo luogo sono i walser, una popolazione di origine alemanna migrata in queste valli nel XIII secolo: si vada alla ricerca, soprattutto ad Alagna, dei segni distintivi ben evidenti nelle singolari architetture in legno delle case, nelle antiche usanze e nei costumi tradizionali. Oltre che in un tipico dialetto.

Scendiamo più a sud nel Parco naturale delle Lame del Sesia che interessa le province di Novara e di Vercelli. Le “lame” sono formazioni paludose generate dal fiume Sesia dove è facile trovare uccelli come il germano reale o il martin pescatore. Per gli amanti del genere, si consiglia una visita alla Riserva naturale speciale dell’Isolone di Oldenico, istituita per proteggere gli aironi: qui, ogni anno, nidificano 1.500 coppie, tra nitticore, garzette, aironi cenerini e sgarze ciuffetto.

Ci spostiamo nella parte più meridionale della provincia di Alessandria in visita al Parco naturale delle Capanne di Marcarolo. Situato al confine con la Liguria a metà strada tra Genova e Novi Ligure, in linea d’aria si trova a una decina di km dal mare ed è la zona verde più estesa di tutta l’area metropolitana genovese. Può essere l’occasione per una visita al sacrario della Benedicta che ricorda la strage, avvenuta tra il 6 aprile e l’11 aprile 1944, quando 75 partigiani appartenenti alle formazioni garibaldine vennero uccisi da militari della Guardia Nazionale Repubblicana e reparti tedeschi in località Benedicta presso Capanne di Marcarolo. Oppure per ammirare i bacini artificiali del parco, come i tre laghi del Gorzente o i laghi della Lavagnina, nella cui zona, a metà ‘800, veniva estratto l’oro: nei periodi di secca è visibile cascina Lavagnina e uno stabilimento metallurgico costruito nel 1850.

Parco naturale del Marguareis - Cascate del Saut

Andiamo sempre più verso ovest fino al Parco naturale del Marguareis, in provincia di Cuneo, che prende il nome dalla vetta più alta delle Alpi Liguri ed è noto con il nome di “Piccole Dolomiti”. Nel suo sottosuolo è presente un sistema carsico con oltre 150 km di grotte esplorate, che raggiungono i 1.000 metri di profondità. Può essere l’occasione per una visita alla Certosa di Pesio, fondata nella seconda metà del XII secolo, col suo grande chiostro da cui si accede alla cappella del Priore, un piccolo locale con decorazioni affrescate da scene religiose e finte prospettive del XVIII secolo. Oppure per una delle tante escursioni a piedi: i più allenati potrebbero cimentarsi in una delle tappe della Gta, la Grande Traversata delle Alpi, un itinerario escursionistico di lunga percorrenza che unisce tutto l’arco alpino occidentale del Piemonte, che passa anche da qui.

Risaliamo ora fino al Parco naturale di Rocchetta Tanaro, in provincia di Asti. Qui la visita è davvero all’insegna della natura, immersi in oltre oltre 120 ettari di bosco che si estendono su una zona collinare digradante verso il Tanaro. Si consiglia uno sguardo al “grande faggio” (detto “Faggio Emilio”) della Val du Gè (Valle del Gelo), esemplare ultrasecolare di altezza superiore ai 25 metri e con un diametro della chioma intorno ai 20 metri e un’escursione, a piedi o in mountain bike, alla fonte “Canà” che dà origine al Rio Ronsinaggio, sorgente d’acqua ferruginosa e limpida che era la principale fonte di approvvigionamento degli abitanti della zona fino agli anni ‘60.

Parco naturale dei laghi di Avigliana

Ci spostiamo nell’area torinese per un salto al Parco naturale dei laghi di Avigliana. Siamo allo sbocco della Valle di Susa, ai piedi del Monte Pirchiriano su cui sorge l’antica abbazia della Sacra di San Michele la quale, già che ci siete, non potete non visitare. Il lago Grande e il lago Piccolo si conoscono al meglio seguendo a piedi il facile, ma un po’ lungo (circa 12 km), percorso ad anello. Qui trovate anche i monumentali resti della più importante fabbrica mondiale di esplosivi degli anni ‘40, la Dinamite Nobel, uno degli esempi più interessanti di architettura industriale d’inizio secolo che attualmente è un museo.

Concludiamo il nostro tour salendo al vicino Parco naturale Orsiera-Rocciavrè, tra la Val Susa e la Val Chisone, con punta massima raggiunta dal monte Orsiera (2.890 m). È un’area adatta all’escursionismo e ricca di laghi alpini: il più vasto è il Lago Ciardonnet, dalla forma di un triangolo isoscele situato al centro di una conca dominata in destra idrografica dalle due cime che formano il monte Orsiera e chiusa, sulla sinistra, dalle punte Gavia e Rocca Nera, facilmente raggiungibile seguendo il sentiero n° 336 che, con partenza dal Rifugio Selleries, raggiunge lo specchio d’acqua passando per l’alpe omonima. Agli amanti del trekking anche su percorsi di alcuni giorni, si consiglia il Giro del Monte Orsiera che si svolge prevalentemente nel parco e ha come punti di appoggio alcuni rifugi (Amprimo, Balma, Geat Val Gravio, Selleries e Toesca).

Toscana, tra la natura dell’Appennino e quella della Maremma

Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano – Orecchiella

A cavallo tra la provincia di Parma e quelle di Massa Carrara e Lucca si estende il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Quanti percorsi offre per immergersi nella natura. Suggeriamo i tre percorsi “facilitati”, adatti anche ai diversamente abili, nella Riserva Naturale dell’Orecchiella in Garfagnana: il sentiero del Fontanone consigliato anche ai non vedenti per la ricchezza di suoni (uccelli, fronde, acque) e profumi; il Sentiero degli Orsi che permette di avvicinarsi a questi animali - separati dai visitatori da una robusta struttura - in un ambiente naturale e con una vista splendida sulle Alpi Apuane; e il Sentiero dei Cervi, una delle aree più visitate del parco, dove, sulla distanza di 320 metri si trovano recinti faunistici che ospitano cervi, mufloni, galli forcelli e caprioli. Il parco è frequentato anche dai “pellegrini” che si avventurano sulla Via Francigena nelle due tappe che vanno dal Passo della Cisa a Pontremoli e da qui ad Aulla.

Parco naturale della Maremma

A sud della Toscana troviamo, invece, il Parco naturale della Maremma, con alcune aree di costa fra le più belle e intatte della regione. Propone bellissime escursioni, anche sotto l’aspetto paesaggistico, che portano a siti archeologici, alcuni etruschi-romani, altri risalenti al periodo medioevale, come l’abbazia di San Rabano risalente al 1100, i cui imponenti ruderi sono stati recentemente restaurati e consolidati strutturalmente a scopo conservativo, o come le torri di avvistamento e di difesa, tipo quella dell’Uccellina che si innalza proprio nei pressi dell’abbazia.

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