Comunicato Stampa

Combattere l’under banking per aprire i servizi finanziari a una platea sempre più ampia

Combattere l’under banking per aprire i servizi finanziari a una platea sempre più ampia
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Quando si parla di under banking si definisce un fenomeno particolare e non molto conosciuto nel mondo occidentale: quello per cui alcuni soggetti sono esclusi dai più comuni servizi finanziari. Quindi non possono utilizzare una carta di credito, accendere un mutuo o effettuare un bonifico.

E si parla di un fenomeno che non è limitato a pochi singoli individui: un’incredibile fetta della popolazione mondiale appartiene alla categoria degli under banked. Ovviamente le cause sono diverse: povertà diffusa, livello di istruzione basso o anche inesistente, totale assenza di servizi bancari sul territorio, accesso impossibile ai servizi digitali.

Ovviamente chi si trova a fare i conti con una condizione di under banking deve utilizzare strumenti finanziari alternativi. E, nella maggior parte dei casi, si tratta di strumenti che si basano su tradizioni informali, che trovano il loro fondamento nei legami personali e nell’onore dei singoli soggetti: un esempio tipico è il Hawala, che basa il trasferimento di denaro su una rete di mediatori finanziari, diffuso in Medio Oriente, Asia e Africa.

Il problema di questi sistemi è l’assoluta mancanza di controllo, che li porta spesso a essere utilizzati per attività di riciclaggio di organizzazioni criminali, anche legate al terrorismo.

Tutti i paesi in cui l’under banking è diffuso incontrano dei limiti importanti nel loro sviluppo finanziario ed economico, a causa dell’esclusione dai sistemi internazionali, controllati, di scambio di denaro. In alcune di queste zone sono presenti delle banche: ma i costi da affrontare per utilizzare i loro servizi sono così elevati da risultare inaccessibili per la maggior parte della popolazione.

Le complesse e necessarie norme che combattono il riciclaggio di denaro si scontrano spesso, in queste zone del mondo, con l’impossibilità anche di identificare tramite un valido documento una buona parte della popolazione: che è spinta quindi a rivolgersi a sistemi alternativi a livello finanziario, facendo crescere il fenomeno dell’under banking.

Una problematica complessa, che richiede soluzioni altrettanto elaborate: e per cui iSwiss, come spiegato dall’Amministratore Delegato Christopher Aleo, sta cercando di dare il suo contributo. Le opzioni possibili comprendono una maggiore diffusione delle infrastrutture e degli strumenti digitali, come la creazione di uffici fisici anche in paesi con situazione di disagio, magari puntando su realtà “mobili” che richiedono un limitato impegno di personale e di strutture. In questo senso si muove il progetto iSwiss ATM Truck: un vero e proprio atm mobile, sistemato su un apposito furgone, che si muove all’interno delle zone in cui mancano i tradizionali uffici bancari, per offrire il servizio di prelievo o versamento di denaro.

“Il profitto non può essere l’unico obiettivo dell’attività bancaria” continua Aleo “e va riportata in primo piano la funzione sociale di questa attività. Soprattutto in previsione di un futuro, non troppo lontano, dove il maggior numero dei clienti dei servizi bancari si troverà nei paesi attualmente interessati dal fenomeno dell’under banking”.

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