il lotto da non consumare

Attenzione alla tartare di bovino del Penny a rischio listeria

Il Ministero ha classificato il lotto numero 852367 venduto nella confezione da 0,200g con scadenza 14/02/2022 come “contaminato dalla Listeria Mocytogenes”.

Attenzione alla tartare di bovino del Penny a rischio listeria
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Il Ministero della Salute ha fatto ritirare un lotto di polpa di tartare di bovino adulto scottona a marchio LA FILIERA IN TAVOLA – PENNY MARKET prodotta da Juvica srl (IT 32X50 CE), con sede a Ghemme in provincia di Novara alla via Papa Giovanni XXIII n 24.

Tartare di bovino del Penny a rischio listeria

Tramite una pubblicazione diramata il 12 febbraio ma datata 11/02/2022, il Ministero ha classificato il lotto numero 852367 venduto nella confezione da 0,200g con scadenza 14/02/2022 come “contaminato dalla Listeria Mocytogenes” a causa di un’infezione che ha colpito una partita di tartare di bovino adulto scottona.

Coloro che hanno acquistato il lotto sopra indicato sono invitati a non consumarlo e a consegnarlo al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale.

Le conseguenze della Listeria

La Listeria monocytogenes è un batterio presente nel suolo, sull’acqua e nella vegetazione. Esso può contaminare diversi alimenti, tra cui latte, verdura, formaggi molli, carni poco cotte, ed è responsabile della Listeriosi: malattia infettiva, trasmessa in genere con gli alimenti, che si manifesta sporadicamente in forma conclamata. L’incidenza è molto bassa, di appena 7 persone su un milione, le tipologie più a rischio sono soprattutto i neonati e le persone che hanno superato i sessant’anni. I soggetti che hanno immunodeficienze sono più vulnerabili. Si manifesta in genere in gravidanza o in soggetti immuno depressi e pur trasmettendosi per via alimentare non dà sintomatologie gastroenteriche ma manifestazioni generali quali la setticemia o la meningite purulenta o infezioni intrauterine o fetali. In gravidanza ha una sintomatologia subdola, simil influenzale, con gravi ripercussioni sul feto. I cibi incriminati sono vari: latte non pastorizzato, formaggi freschi, insaccati, verdure contaminate. In molti casi la malattia ha un esito infausto: il tasso di mortalità complessivo è del 20-30%. Di tutti i casi connessi alla gravidanza, il 22% ha causato la perdita del feto o morte neonatale, ma le madri sopravvivono nella maggioranza dei casi.

Una valida profilassi è rappresentata dalla cottura del cibo.

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