LE RICHIESTE

Un Natale difficile: parla Morandi, presidente della Confcommercio Pistoia e Prato

"Servono ristori proporzionali ai cali di fatturato e moratorie fiscali e creditizie".

Un Natale difficile: parla Morandi, presidente della Confcommercio Pistoia e Prato
Pubblicato:

Stefano Morandi, presidente Confcommercio Pistoia e Prato sul Natale di questo difficile 2020.

Un Natale difficile

"Sarà un Natale difficile quello del 2020, più di quanto ci saremmo immaginati all’uscita dal primo lockdown. Lo dico come imprenditore ma anche come cittadino.

Mentre il Governo sta decidendo come chiudere il Paese durante le Festività, noi facciamo i conti con le gravi conseguenze economiche e sociali che tali scelte avranno sui nostri territori.

Non è solo il crollo dei consumi – di per sé gravissimo – ma sono, contemporaneamente, le chiusure di aziende e la perdita di posti di lavoro che determinano l’identità dei centri storici e delle periferie delle nostre città. È il crescente smarrimento che caratterizza la nostra quotidianità.

E le prospettive per il 2021 si aprono in salita.

Le chiusure di cui si parla in questi giorni saranno un duro colpo, soprattutto per quei settori già duramente provati dai mesi precedenti.

Se solo ci fosse stata una visione d’insieme all’inizio di Dicembre (poco più di 15 giorni fa) i ristoranti e i negozi avrebbero saputo cosa ne sarebbe stato del loro futuro.

Gestire un’impresa non è un’attività che si può svolgere last-minute, servono tempi per organizzare le forniture, gestire il personale, programmare il lavoro.

Inoltre la “zona-rossa” imposta solo nelle festività e nei weekend avrà un effetto “boomerang”, generando affollamento negli altri giorni.

E questo perché la voglia di ripartire e di riappropriarsi delle proprie vite c’è.

Quello che manca è una gestione globale e davvero efficiente dell’emergenza.

La responsabilità individuale gioca certamente un ruolo fondamentale in questa partita, ma non possiamo scaricare ogni colpa su cittadini e imprese quando, chi ci governa, non fa che generare confusione con decisioni sempre più contraddittorie.

Che senso ha incentivare gli acquisti nei negozi di vicinato attraverso strumenti come il cashback e l’extra-cashback di Natale, se poi le persone che li utilizzano vengono accusate di essere irresponsabili?

Perché permettere agli esercizi di stare aperti se chi li frequenta viene additato come portatore di contagio?

Oggi abbiamo bisogno più che mai di ritrovare fiducia e speranza verso il futuro per non perdere il patrimonio di micro, piccole e medie imprese del nostro territorio, i nostri luoghi e punti di riferimento, le nostre abitudini.

Possiamo e vogliamo farlo ma servono scelte programmate, certezze, sostegni concreti.

Servono ristori proporzionali ai cali di fatturato e moratorie fiscali e creditizie.

E servono subito per poter guardare al domani in una prospettiva positiva".

 

Seguici sui nostri canali