Economia
"No all'aumento"

Tassa di soggiorno, a Firenze è la più cara d'Italia e gli albergatori ricorrono al Tar

Le associazioni di categoria: "E' un atto dovuto"

Tassa di soggiorno, a Firenze è la più cara d'Italia e gli albergatori ricorrono al Tar
Economia Firenze, 27 Aprile 2023 ore 10:11

Chi decide di soggiornare a Firenze pagherà la tassa di soggiorno più cara d'Italia. Lo dicono in numeri: 3,50 euro per gli alberghi a 1 stella, 4,50 euro per i 2 stelle, 6 euro per i 3 stelle, 7 per i 4 stelle e 8 euro per i cinque stelle. Per l’extra alberghiero 5,50 euro tranne che per le residenze d’epoca a 7 euro.

Il ricorso al Tar

Adesso però le associazioni di categoria hanno presentato ricorso al Tar.  Federalberghi Firenze e Assohotel Confesercenti Firenze, con il sostegno di una buona rappresentanza di imprese ricettive, hanno presentato ricorso al Tar della Toscana contro l'aumento dell'imposta di soggiorno decisa dal Comune di Firenze ed entrata in vigore dal 1 aprile2023.

«Si tratta di un atto per noi dovuto - hanno spiegato i due presidenti Francesco Bechi e Monica Rocchini - perché si tratta di una misura che nella sostanza non rispetta i criteri di progressività e di proporzionalità previsti dalla legge del 2011. Inoltre contestiamo la mancanza di tempestività della sua applicazione poiché l'aumento è di fatto entrato in vigore da subito, incidendo sulle prenotazioni già effettuate».

Il paragone con le altre città d'arte e non solo

Dati alla mano, Firenze è la città con l'imposta di soggiorno più alta d’Italia e tra le più care d'Europa. È il risultato della decisione dell'amministrazione comunale di Palazzo Vecchio di approfittare subito dell'approvazione dell'articolo 787 della legge di bilancio che dà facoltà ai Comuni di procedere in base ai dati Istat sulle presenze turistiche qualora superino di venti volte il numero dei residenti.

Venezia è a un massimo di 5 euro, ma con il criterio della stagionalità, cioè con importi ridotti nei periodi di minor affluenza, e sconti a seconda delle zone in cui gli hotel sono ubicati; a Roma si pagano 7 euro per i 5 stelle e 6 euro per i quattro stelle, ma per i tre stelle si scende già a 4 euro, che diventano 3 per gli una e due stelle.

Firenze inoltre è la sola tra le città turistiche con i parametri per l’applicazione degli aumenti pronta a vararli da subito, per recuperare circa 20/25 milioni necessari per la copertura del bilancio 2023.

Ma le associazioni di categoria non ci stanno

«Così si mette in crisi l'intero sistema», hanno più volte detto ancora prima che le nuove tariffe entrassero in vigore. Senza prendere in esame possibili criteri che potevano renderlo almeno più equo come la zonizzazione e la stagionalità. «Criteri che abbiamo chiesto di prendere in considerazione senza che ci sia stata data risposta -hanno ancora fatto sapere da Confesercenti -  Abbiamo infatti provato a dialogare con gli assessori per portare proposte più eque che già ci sono in altri comuni e che prevedono la proporzionalità dell'imposta legata al costo della camera, equa perché tiene in considerazione la stagionalità e la zona dove è ubicata la struttura ricettiva. E di fronte a tutti i no che abbiamo ricevuto, l'unica via è stata quella del ricorso.

Le imprese del comparto alberghiero non possono condividere una simile imposizione e applicazione, soprattutto adesso che Firenze è la città con l'imposta di soggiorno più alta d’Italia e tra le più care d'Europa, in virtù di aver subito approfittato, unico Comune, dell'approvazione dell'articolo 787 della legge di bilancio che dà facoltà ai Comuni di procedere in base ai dati Istat sulle presenze turistiche qualora superino di venti volte il numero dei residenti».

Seguici sui nostri canali