Storico barbiere: «Chiudo per il distanziamento sociale, la mia bottega era un punto di ritrovo»
Giampaolo Paoli ha preso questa decisione dopo le ultime disposizioni necessarie a causa del covid-19.
Il coronavirus come sappiamo non è stata solo un'emergenza sanitaria, ma si è presto trasformata in tutta Italia in un'emergenza economico-sociale.
Qui un articolo uscito su Bisenziosette il 15 maggio con l'intervista a un barbiere di Campi Bisenzio che ha deciso di chiudere il suo negozio dove per lui non si faceva solo barba e capelli, ma era un luogo di socialità dove, con il distanziamento chiesto e imposto dal covid-19, non si può più vivere quella quotidianità che lui tanto amava.
Storico barbiere chiude per il distanziamento sociale
Giampaolo Paoli nei giorni scorsi ha improvvisamente scelto di chiudere la bottega di via Trieste, tutta la zona delle case nuove e più in generale Campi Bisenzio rimarrà senza lo storico barbiere. Taglio dopo taglio Giampaolo era conosciuto e stimato da tantissimi anni, la sua antica barberia era prima di tutto un luogo di ritrovo, popolare e apprezzato da tutti. Alla notizia delle chiusura Giampaolo è stato inondato di messaggi, ricolmi di gratitudine ed affetto. Noi di Bisenziosette siamo riusciti a contattarlo per tracciare insieme questi anni trascorsi con pettine e forbici in mano.
«La mia era un’attività storica, tramandata in famiglia da generazioni – ha commentato subito – ad aprire la prima bottega in via Santo Stefano, nel cuore del centro storico campigiano, era stato mio nonno. Per questo posso dire di essere cresciuto praticamente in bottega, assaporando con i miei occhi l’arte di veri artigiani, come mio nonno e poi mio padre, non semplici barbieri ma persone appassionate a questo mestiere che ti permette ogni giorno di stare in mezzo alla gente e conoscere tante cose nuove. A novembre compirò 69 anni – ha proseguito – ed anche se sono in pensione già da 12 anni, non era nei miei programmi lasciare l’attività. Ho preso questa decisione solo negli ultimi mesi in seguito alla diffusione del coronavirus. Il prossimo 18 maggio il Governo ha finalmente previsto che le nostre attività potranno riaprire al pubblico ma io non posso pensare di andare in bottega con la mascherina, far entrare solo un cliente alle volta, installare elementi in plexiglas parafiato e mantenere il distanziamento sociale come prescritto dalla normativa. Il mio piccolo locale era prima di tutto un presidio di socialità, un luogo di ritrovo per molti campigiani, dove poter rivolgere la battuta scanzonata, trascorrere qualche ora in compagnia in un clima di assoluta spensieratezza». Oggi la serranda del locale è abbassata e Campi perde una traccia indelebile del paese, custode della tradizione locale, luogo di ritrovo per molti campigiani di prima generazione che riconoscevano in Giampaolo un amico con il quale parlare prima che un assoluto professionista. La scelta è tuttavia irremovibile: «il negozio – ha precisato – è chiuso dall’11 marzo scorso e nei giorni scorsi ho riconsegnato la licenza in Comune. Dopo l’apprendistato a Firenze ed aver assolto l’obbligo di leva, sono subentrato a lavorare in bottega oltre quarant’anni fa nel 1973 e da allora non avevo mai smesso. Sono stati anni straordinari che mi hanno regalato soddisfazioni bellissime, per molti anni era cliente fisso anche il senatore Denis Verdini, allora presidente dell’istituto bancario e spesso mi recavo a lavoro anche nella giornata di lunedì, storica giornata di chiusura di noi barbieri, per soddisfare tutte le richieste. Dopo il trasferimento del locale da via Santo Stefano, il negozio era stato ricavato da una stanza dell’abitazione di mio padre. Oggi abbandonare il mestiere di famiglia mi dispiace, ma a star bene ci si abitua sempre, ora ho molto tempo per riposarmi vivere la giornata con più tranquillità anche aiutando mia moglie nelle tante commissioni da fare nella giornata. Insomma sto già iniziando a gustarmi questi nuovi momenti di libertà».
I commenti
«Giampaolo – ha ricordato Roberto Ciampi – è stato molto di più di un artigiano del capello e mi dispiace non poter più conversare insieme, degustando un caffè, parlando di sport, di vacanze e di momenti di vita vissuta tra un colpo di forbici e un risciacquo dei capelli».
«La città di Campi Bisenzio perde sicuramente un luogo di ritrovo – ha commentato Niccolò Cesari, campigiano doc e affermato fashion influencer - Giampaolo è stato il mio unico barbiere fino ad oggi, quando mi recavo da lui spesso parlavamo di sport, lui sfegatato tifoso del Milan, tanto da riportare i colori rossonero anche sul bandone, ed io appassionato della Fiorentina. Le persone andavano da lui anche solo per leggere il giornale e conversare. Con la chiusura della bottega viene meno un punto di riferimento per gli uomini di Campi, un piccolo salotto ricreativo, una vera e propria barberia di altri tempi che sapeva miscelare l’antica tradizione della rasatura e l’assoluta accuratezza nel taglio dei capelli».
«I tanti messaggi ricevuti – ha commentato Giampaolo – mi hanno commosso, sono un bel riconoscimento professionale e personale».
Cala così il sipario su un’altra storica insegna che ha segnato l’identità di Campi.